Con i suoi poco più di quattromila abitanti che hanno scelto di stanziarsi nel cuore della Barbagia di Ollolai a 20 metri di altezza, Orgosolo rappresenta oggi una delle realtà storiche, culturali, turistiche e ambientali (facendo riferimento all’inestimabile bellezza del suo territorio che si estende per complessivi 223.66 kmò), uniche nel suo genere, che da sole potrebbero rappresentare la Sardegna o la Barbagia nel loro insieme.
IL TERRITORIO
Orgosolo offre ai suoi visitatori, oltre al rinomato centro storico, abbellito di strade e piazze colorate da innumerevoli murales (forse l’attrazione turistica più nota) un territorio collinare e montuoso, interrotto dall’unica area pianeggiante che è la vallata di Lacoe (lungo il corso del fiume Cedrino) dove si trova la nota frazione di Glanoli che si stende per circa 65 ha., immersa in un rigoglioso bosco davanti al Supramonte. Qui, tra le varie attrattive naturalistiche ve ne una di carattere spirituale di notevole importanza per la Sardegna e per la comunità cattolica in genere, il Centro di spiritualità Antonia Mesina, un luogo ideale per la meditazione, la riflessione, la crescita spiritale e il distacco dalla frenesia del mondo terreno.
L’escursione altimetrica dell’agro di Orgosolo varia dai 350 m.s.l. ai 1.400, che corrispondono alle pendenze di Monte Armario (1433 metri), di Punta Sa Pruna (1.416) e di Monte Fumai (1316). I paesaggi naturali, ovviamente, non trattandosi di una città di palazzoni che annullano la vista e i panorami, perimetrano tutte le periferie del paese.
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I DOLMEN E I MANHIR
Secondo vari ricostruzioni archeologiche documentate anche in numerosi passi della letteratura di settore, l’area attorno a dove adesso sorge il paese di Orgosolo aveva subito la sua presenza umana già in epoca neolitica, i dolmen e menhir, rinvenuti nelle varie località di “Gorthene“, “Locoe“, “Oleìli“, “Galanoli” e “Sa Lhopasa” indicano chiaramente che in questa zona vi furono in quel passato civiltà preistoriche che vissero, crearono una seppur primitiva società e vissero la spiritualità esprimendosi in opere architettoniche comuni ad altre aree della Sardegna.
EPOCA NURAGICA
Alla prima presenza umana si succedette poi la seconda, quella nuragica anch’essa ben testimoniata dalla presenza di numerosi nuraghi attorno al paese. Alcuni di questi son ormai entrati pure nella nomenclatura dell’offerta turistica classica, come il nuraghe Mereu, nel cuore del Supramonte.
IL PASSAGGIO DI GIURISDIZIONE CONTINUO
Superata l’epoca romana caratterizzata per lo più da un’aspra battaglia continua con le legioni che, a più riprese nel corso della dominazione sarda, tentarono di entrare nel cuore della Barbagia per sottoporla al dominio di Roma caput mundi, la località dove oggi si trova il rinomato paese, comincia ad avere una sua identità nominale solo alla metà del Trecento, quando i toponimi Orgusula e Orgosuli (da orgosa che significa “territorio umido, ricco d’acqua”) circolano costantemente nei testi scritti e il villaggio versava la Rationes decimarum alla curia romana. In seguito l’abitato entrò a far parte del Giudicato di Cagliari ed alla Diocesi di Suelli sfuggendo di mano a Pisa (1320). Seguirono i trattati di pace fra Giudicato d’Arborea e il re di Aragona, con i rappresentanti orgolesi che fecero parte della lista firmataria, quindi l’ingresso nel giudicato di Torres a cui seguì il Regno di Arborea.
Durante le dominazioni Aragonese, Spagnola e dei Savoia il villaggio passo più volte di mano alle famiglie nobiliari, come gli Alagon, i Cubello, i Carroz e i Silva. Nel 1724 gli fu ceduto il possesso del villaggio disabitato di Locòe e continuò a sviluppare la sua economia di sussistenza sulla pastorizia transumante che sfruttava le terre pubbliche comunitarie. Visse quasi inavvertitamente i moti antifeudali e l’Editto delle Chiudende fra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento.
LA GRANDE STORIA BUSSA ALLE PORTE NEL ‘900
- Antonia Mesina – La comunità montana entrò però di diritto nella grande storia dell’isola a partire dal ‘900 del secolo scorso, grazie alla figura della giovane martire Antonia Mesina (1919 – 1935) che subì il martirio, lottando fino alla morte per opporsi a un tentativo di violenza sessuale da parte di un compaesano, e morì lapidata. In onore della sua data di morte, il 17 maggio 1935, ogni anno, presso la chiesa parrocchiale del SS. Salvatore a Orgosolo viene celebrata la festività liturgica che prevede varie iniziative civili e religiose.
- Pratobello – Altro evento che sancisce la storia di Orgosolo degna di far parte anch’essa dei libri di storia è di carattere politico, la famosa Rivolta di Pratobello (1969), quando l’Esercito Italiano decise di adibire a poligono di tiro e di addestramento la zona di Pratobello e invitò, previo avviso pubblico su appositi manifesti affissi nei muri del paese, i pastori a trasferire il loro bestiame altrove per consentire l’esercizio delle funzioni militari imposte dallo stato. Per 3.500 orgolesi fu la rivolta: occuparono pacificamente l’area per alcun giorni fino a quando l’esercito non decise di ritirarsi. Una vittoria storica della democrazia e del popolo sardo, nei confronti dell’autoritarismo statale.