Messaggi dipinti
L’arte dei murales in Sardegna arriva a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 del novecento e si caratterizza per una connotazione culturale-identitaria molto forte, nonché per l’orientamento politico che mette in evidenza la sofferenza del popolo sardo per le prepotenze subite dai potenti di turno, siano essi speculatori travestiti da imprenditori, siano gli stati stranieri o nazionali ritenuti gabellieri di forze oscure di controllo del demo.
I murales valorizzano gli abitati
Oggi, sebbene molte amministrazioni comunali abbiano scoperto che l’uso dei murales può servire ad abbellire e valorizzare centri abitati altrimenti poco interessanti dal punto di vista architettonico e urbanistico, vi sono alcune località che sono diventate famose proprio per la storicità delle loro pitture, tra queste ricordiamo: Orgosolo (provincia di Nuoro), San Sperate (Cagliari) e Tinnura (Oristano). Colorati o in bianco e nero, caricature, realismi o stilizzazioni con raffigurazioni di eventi storici locali o nazionali, personaggi pubblici, vicende di cronaca entrate nell’immaginario collettivo mondiale, storie di vita rurale o di paese.
Orgosolo, Tinnura e San Sperate
Questi i temi principali affrontati nella maggior parte dei murales sardi. E così, mentre Orgosolo svolge la sua tematica sulle forme di lotta contro i soprusi degli affaristi che hanno distrutto la piana di Ottana, trasformando un grande territorio a vocazione agricola e pastorale in una discarica a cielo aperto di fabbriche abbandonate; San Sperate preferisce raffigurare la vita di campagna tra frutteti rigogliosi e piane assolate popolate da greggi al pascolo. Tinnura invece è il risultato di una recente politica di valorizzazione e recupero del centro urbano che ha lasciato agli autori carta bianca sulla scelta dei temi: si va così, dall’uomo a passeggio col cane, alle belle donne sedute sull’uscio di casa intente a realizzare utili cestini in asfodelo, al grande condottiero Giuseppe Garibaldi ripreso in una gigantografia al centro di Tinnura.
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Murales di Sardegna
Orgosolo, Tinnura, San Sperate, Villamar, Oliena, Fonni, Mamoiada, Sarule, Urzulei, Serrenti
Origini del muralismo
La tecnica pittorica del muralismo ha origini che affondando nella storia europea del medioevo, in particolare quando l’uso dei muri come tavola da disegno era praticato dagli artisti che abbellivano le pareti delle cattedrali italiane e francesi. Anche se allora gli affreschi avevano una funzione prevalentemente didascalica adatta al luogo di culto, non bisognerà aspettare tanto perché i muri esterni di qualsiasi edificio in vista all’opinione pubblica, potessero invece diventare il tramite di un messaggio politico di protesta, argomentato non con una semplice frase ad effetto ma con una linea pittorica artisticamente elevata. Quasi a voler sottolineare come, la messa in discussione del potere, non avvenisse solo su pretestuose ribellioni di massa, ma che, pure i ceti culturalmente più elevati, potessero dire la loro rivolgendosi con forza alla collettività . È il caso del movimento pittorico che nacque durante la rivoluzione messicana del 1910. Il motto, che costò la vita di oltre 900 mila persone e che entrò nella storia politica mondiale perché fu la culla della prima costituzione statale che riconobbe, nero su bianco, i diritti e le garanzie sociali dei lavoratori uniti, venne accompagnato dalle grandi raffigurazioni di affreschi, poste negli edifici preispanici. Gli artisti rivoluzionari ritennero questa forma espressiva più adatta a veicolare a tutto il popolo, il messaggio marxista di fondo che era il denominatore comune della sommossa. Il muralismo, a scopo politico-rivoluzionario, aprì poi la strada al filone del fumetto politico anch’esso utilizzato dagli artisti per trasmettere alle genti, avulse alla lettura, messaggi di chiara connotazione ideologica.
San Sperate
Tinnura
Orgosolo