LA MANIPOLAZIONE DEL PUBBLICO TELEVISIVO ATTRAVERSO
IL FENOMENO DEGLI OSPITI NEI TALKSHOW
Nella televisione italiana, soprattutto in quella generalista, dall’epoca di Tangentopoli (1992) la programmazione dei principali palinsesti è stata infestata dalla diffusione dei talk show, una particolare forma di spettacolo televisivo che mette al centro della comunicazione non solo le immagini, ma anche le parole, il dialogo, il confronto e soprattutto il dibattito.
I talk show, superati i primi quindici anni di vita senza particolari successi di pubblico, dopo Tangentopoli hanno avuto sempre più spazio nella televisione. Questo perché produttori e politici hanno capito che, attraverso un programma televisivo economico nella realizzazione, ma potente in termini di condizionamento mediatico e di fidelizzazione al programma dei telespettatori, era possibile ottenere due obiettivi: uno di audience e uno elettorale.
L’IMPORTANZA DEGLI OSPITI TELEVISIVI
A garantire il successo di questi contenitori vi sono diversi ingredienti, tra cui:
- il presentatore,
- la scelta della fascia oraria,
- il taglio degli argomenti
- la scelta degli ospiti da intervistare e coinvolgere nel dibattito.
La questione “ospiti” una volta che la visibilità mediatica ha preso il sopravvento nella determinazione dei condizionamenti di massa è diventata cruciale, tanto che, nella progettazione di un talk show, oggi, la figura dell’ospite è diventata centrale.
TIPOLOGIA DEI TALKSHOW PER ARGOMENTO
I talk show non sono tutti uguali. Anzi, ve ne sono di vario tipo a seconda dell’argomento che trattano e del pubblico a cui si rivolgono. Ci sono talk show politici, di cronaca giudiziaria, di cronaca rosa, di attualità, di approfondimento, di sport in generale o di calcio in particolare.
LA CAPILLARITA’ ORARIA DEI TALK SHOW
Attualmente (2022) nelle sette televisioni generaliste italiane, vanno in onda ogni anno circa 30 talk show, che sono distribuiti in tutte le fasce orarie. Se infatti, negli anni ’70 e ’80 il talk show, portato in Italia da Maurizio Costanzo con “Bontà loro” nel 1976, aveva una precisa collocazione oraria cioè quella di seconda serata, oggi, questo genere televisivo è presente sin dal mattino, con l’indovinata trasmissione di Rai Tre “Agorà” oppure “Mattino Cinque” di Canale Cinque o ancora “Coffee Break” e “L’Aria che tira” su La Sette, per poi proseguire senza soluzione di continuità nell’infinita serie di programmi simili presenti al pomeriggio, alla prima serata fino alla seconda serata e alla notte.
Ciò che accomuna tutti questi programmi sono gli ospiti, talvolta fissi che rimbalzano da una trasmissione all’altra e da una rete all’altra, talvolta occasionali o “stagionali”, quando devono essere coinvolti per parlare di un determinato argomento dell’anno.
LA SCELTA DEGLI OSPITI TELEVISIVI
NEI TALK SHOW
Gli ospiti dei talk show vengono sono scelti dalle produzione nell’infinità schiera di personaggi pubblici, cercando però di rappresentare tutte le componenti del dibattito che si intende trattare, perché se non c’è dibattito non c’è talk.
** il dibattito
Il dibattito altro non è che una discussione pubblica su un argomento prestabilito. Esso può essere svolto anche in televisione e in questo caso produzione, presentatore e ospiti convergono quasi sempre nella scelta dell’argomento e nella modalità di svolgimento della trasmissione.
Il talk show diventa quindi come un campo di battaglia di opinioni diverse per cui chi polemizza, ”chi la spara più grossa”, diventa l’ingrediente principale. La polemica è ciò che fa funzionare lo show.
IL PERSONAGGIO TELEVISIVO: L’OSPITE FISSO
Esistono ospiti che sono stati riconosciuti dalle produzioni televisive nazionali come “specialisti” del talk show e che, come i moderni influencer di internet, sono capaci (consapevolmente o inconsapevolmente) di portare il massimo dell’audience alla trasmissione. Si pensi per capire ciò alle urla o agli insulti dei vari Vittorio Sgarbi, Roberto D’Agostino, Giuliano Ferrara etc… che sono entrati di diritto nella storia della tv trash italiana.
Oggi in Italia ci sono un centinaio di volti che passano da un programma all’altro, ripetendo sempre la cosa che li ha resi famosi. Molto spesso sono ben ricompensati dagli ingaggi dei produttori, oppure indirettamente guadagnano dalla loro visibilità televisiva.
Esempi di personaggi televisivi italiani, ospiti nei talk show dal 1992 al 2022, in ordine sparso possono essere:
- Vittorio Sgarbi, critico d’arte e parlamentare;
- Fabrizio Corona, fotografo;
- Alessandro Sallusti, giornalista e direttore di testata giornalistica;
- Antonio di Pietro, politico ed ex magistrato;
- Luciano Fontana, giornalista e direttore di testata giornalistica;
- Mauro Corona, scrittore;
- Marco Travaglio, giornalista e direttore di testata giornalistica;
- Maurizio Belpietro, giornalista e direttore di testata giornalistica;
- Massimo Cacciari, fiosofo, docente universitario ed ex politico;
- Pierpaolo Sileri, medico e viceministro della Sanità;
- Daniela Santanché, politico ed imprenditore;
- Matteo Bassetti, virologo;
- Massimo Galli, virologo;
- Luca Telese, giornalista e presentatore tv;
- Pietro Senaldi, giornalista e direttore di testata giornalistica;
- Giampiero Mughini, scrittore e opinionista;
- Matteo Salvini, politico;
- Maurizio Gasparri, politico;
- Giorgia Meloni, politico;
- Alessandro Meluzzi, criminologo;
- Massimo Picozzi, psichiatra e criminologo;
- Renato Mannheimer, sondaggista;
- Nando Pagnoncelli, sondaggista;
- Fabrizio Masia, sondaggista;
- Mara Maionchi, produttrice discografica;
- Paolo Mieli, giornalista;
- Vittorio Feltri, giornalista e direttore di testata giornalistica.
Le facce ricorrenti servono ai talk per dare continuità al programma, per fidelizzare i telespettatori e sono dunque, nella cosiddetta “società dell’immagine” dove conta l’apparizione televisiva, la base del programma.
Gli spettatori si affezionano ai personaggi, siano essi i sondaggisti del programma politico, siano essi i provocatori del programma di gossip, i criminologi del talk di cronaca nera. Tutte queste persone quasi sempre hanno un contratto.
IL RUOLO PREDEFINITO DELL’OSPITE E DEL CONDUTTORE
Gli ospiti fissi di un talk show vengono chiamati alle trasmissioni per svolgere un ruolo ben preciso che serve a “mandare avanti la liturgia dello spettacolo”. Oltre agli ospiti anche il conduttore ha il suo ruolo. Egli è infatti colui che fa rispettare le regole, dando la parola o togliendola a seconda di come deve essere trattato l’argomento, facendo le domande, dando il via ai servizi esterni, annunciando gli ospiti in entrata e salutando quelli in uscita.
LE CARATTERISTICHE DELL’OSPITE VINCENTE
** L’ospite professionista
Se l’ospite è particolarmente televisivo, ha spiccate doti comunicative, è noto per essere anticonformista o per essere importante portavoce dell’establishment, se è molto polemico, usa un linguaggio scorrile, urla, ha il coraggio di rivolgersi con veemenza verso gli altri ospiti, se insomma è veramente un “fuoriclasse” per la sua intrinseca spettacolarità è molto probabile che diventi ospite fisso di un programma o che venga conteso con apposite gare di ingaggio da più televisioni, oppure ancora, che casualmente diventi un “ospite professionista”, nel senso che arriva ad avere delle retribuzioni regolari per la partecipazione ai programmi, che diventano la sua principale fonte di guadagno.
- LEGGI ANCHE: QUELL’AFFARE CHIAMATO POLITICA
QUANDO L’OSPITE DIVENTA PADRONE DEL TALK
Se l’ospite è molto importante è spesso lui a decidere chi ci deve essere e chi no nella trasmissione, quali domande gli possano essere fatte e quali no.
- Il condizionamento subdolo dell’ospite importante: quando il giornalismo diventa servilismo
L’ospite “importante” non impone formalmente la direzione di un talk show ma ricatta indirettamente la produzione con un avviso prima di accettare di essere in trasmissione. Magari dicendo agli intermediari semplicemente: “…se vogliono che ci sia io, in trasmissione non ci deve essere Tizio e Caio, ma solo Sempronio”. Succede anche che l’ospite possa volere delle garanzie sulle domande, cioè su che cosa gli si può chiedere e su che cosa non gli si può chiedere.
E poi ci sono anche gli ospiti importantissimi, quelli che quando vanno in tv vogliono decidere anche le inquadrature e le luci.
Con gli ospiti importanti e importantissimi succede che, molte delle domande che chiunque vorrebbe che gli venissero fatte, non vengono fatte e spesso questo vuol dire che tra loro e la produzione c’è un accordo di cui ovviamente lo spettatore raramente viene a conoscenza. Questo perché la funzione dell’operazione è sviare la sua opinione verso l’approvazione di ciò che non è.
LE TIPOLOGIE DI OSPITE
Gli ospiti dei talk televisivi italiani si possono suddividere in quattro categorie:
- Gli ospiti occasionali
- Gli ospiti politici
- Gli ospiti interessati
- Gli ospiti fissi
Gli ospiti occasionali
Gli ospiti occasionali sono quelli che vengono chiamati in trasmissione per parlare di un particolare argomento. Un argomento molto specifico di cui molto spesso loro stessi ne hanno avuto un’esperienza diretta, oppure di cui hanno particolari competenze riconosciute magari a livello accademico, a cui si può affidare anche il peso della credibilità dell’intera puntata. Sono ad esempio ospiti occasionali gli storici, gli scienziati, i letterati, i filosofi, gli esperti, i tecnici di alto livello. Si tratta di persone che svolgono molto spesso mansioni direttive nel loro ambito o che sono garanti di un settore.
Questa categoria di ospiti solitamente si presenta in trasmissione senza ricevere o pretendere nessun compenso: gli bastano le luci della ribalta o l’onore di essere stati scelti, che include la visibilità immediata della loro attività data dalla comparsa televisiva.
Gli ospiti politici
Gli ospiti politici sono i leader nazionali, regionali o locali dei partiti politici, i politici emergenti, i portavoce dei candidati o i candidati stessi. Anche questo tipo di ospiti generalmente non riceve compensi per la loro apparizione in trasmissione. La loro moneta di scambio pure in questo caso è tuttavia la stessa dei precedenti: la visibilità mediatica. Attraverso di essa infatti riescono a farsi conoscere al grande pubblico, diventano familiari e questo ha una ricaduta positiva sulla loro “votabilità”. Anche loro insomma, pur non guadagnando direttamente dalla presenza televisiva, mercificano la loro immagine per un ritorno personale in seconda battuta. E succede così che, grazie alla televisione, candidati con buone doti comunicative, con spiccata capacità televisiva, anche magari coadiuvata da una bella presenza, riescono a veicolare con l’aiuto del presentatore che orienta domande concordate, un’immagine più positiva di quella reale.
- Conflitto di interessi e potere di condizionamento
Questo genere di ospiti sono generalmente anche persone molto potenti, perché sono inserite nei gangli dell’establishment governativo o al vertice di assetti di potere che fanno parte di interessi economici e finanziari nazionali o internazionali. Tale loro condizione di forza la usano poi per orientare le trasmissioni televisive qualora ne avessero bisogno per un restyling elettorale o per dare maggior impulso ad una loro battaglia politica.
E’ ciò che succede quando i conflitti di interesse tra giornalismo e interessi privati non vengono risolti per via legale (LEGGI ANCHE: L’IMPERO ECONOMICO DI SILVIO BERLUSCONI) e le trasmissioni perdono la loro funzione informativa per diventare propulsori del potere prestabilito.
In questi casi non è raro riscontrare che produzione, presentatore ed ospite si mettano d’accordo per lo svolgimento della trasmissione, concordando domande, risposte, scegliendo ospiti, chiedendo inquadrature, luci.
- Trasmissioni coi politici hanno poco share
Una caratteristica delle trasmissioni di talk show in cui vi sono come ospiti i politici è che generalmente non riscontrano grande successo di audience. Si tratta infatti di trasmissioni che hanno sempre lo stesso andamento dialettico, con domande scontate o poco efficaci al fine di mettere in difficoltà l’interlocutore proprio perché dietro c’è un accordo e così, la domanda decisiva che tutti avrebbero voluto fare al politico per capire il senso di una manovra, di un accordo, di un’inchiesta giudiziaria a suo carico, non viene mai fatta.
Un caso clamoroso invece in cui probabilmente politico e presentatore non si sono messi d’accordo fu nella trasmissione “Servizio Pubblico” di Michele Santoro (10 gennaio 2013) in cui fu ospite il super politico Silvio Berlusconi che venne messo a confronto, senza mediazione, anche con il giornalista Marco Travaglio, noto critico del fondatore di Forza Italia. L’esito d’ascolto di quella trasmissione fu il 30% di share perché la spettacolarità del confronto spontaneo e con contraddittorio ruppe la monotonia delle interviste concordate e rese interessante e avvincente la trasmissione.
Gli ospiti interessati
Gli ospiti interessati sono quella categoria di ospiti televisivi che vanno ai talk show per promuovere una loro iniziativa, generalmente un libro o un film. Anche questo genere di ospite non riceve compenso economico dalla produzione, ma ottiene anch’egli il suo tornaconto facendo pubblicità al suo prodotto.
Un caso noto alla televisione italiana è ad esempio quello di Bruno Vespa, navigato giornalista Rai che, in corrispondenza dell’uscita del suo libro, generalmente a fine anno sotto natale, diventa ospite in quasi tutte le trasmissioni delle televisioni generaliste. La sua versatilità, anche grazie alle linee editoriali dei suoi libri notoriamente morbide e centriste (o cerchiobottiste) consentono a Vespa di essere ospite calzante in talk anche di genere molto diverso dal suo, così da catturare l’attenzione di ulteriori potenziali clienti. Altro esempio di ospite interessato è senz’altro l’attore comico Christian De Sica che, ancora una volta in occasione delle feste natalizie, diventa ospite in varie trasmissioni televisive per presentare il suo film, il classico “cinepanettone di Natale”.
Gli ospiti fissi
L’ultima categoria dei talk show italiani è infine quella degli “ospiti fissi”. In questo caso si tratta di professionisti che quasi sicuramente vengono pagati o direttamente o con un rimborso spese, in modo tale da motivarli ad essere sempre presenti nel ciclo di puntate. Sono esempi classici di ospiti fissi gli opinionisti di talk di attualità; i criminologi e gli psichiatri dei talk di cronaca nera o giudiziaria; i provocatori dei programmi di gossip; i giornalisti . Codesti grazie alla loro costante presenza quando la produzione riscontra un certo gradimento del pubblico, diventano un volano di ascolti che si mantiene più o meno costante nel tempo. Gli ospiti fissi arrivano ad essere parte dell’assetto del programma assieme al conduttore e alla collocazione oraria della trasmissione. I compensi ovviamente variano a seconda dell’importanza o della lunghezza del contratto.
COVID: IL CASO DEI VIROLOGI
All’inizio della diffusione della pandemia covid-19 (febbraio 2020) tra gli spettatori televisivi italiani i virologi sono diventati ospiti necessari ai vari talk show per aiutare presentatori e commentatori a conoscere gli effetti della nuova emergenza sanitaria, quella da corona virus Covid-19. In questa fase gli studiosi sono andati tutti gratis alle trasmissioni, sia perché l’urgenza del momento lo richiedeva anche dal punto di vista professionale, sia perché, andare in Tv, come consulente scientifico dava prestigio a loro stessi, alla loro carriera e alla loro figura professionale. Poi, man mano che la pandemia ha preso il sopravvento nei contenuti informativi giornalistici fino a monopolizzare gli spazi, i virologi sono diventati perno dei talk show. Ed è così che alcuni di loro sono stati messi sotto contratto; altri si sono organizzati con apposita agenzia di comunicazione che gestiva appuntamenti e contrattava per loro conto le apparizioni in tv con le produzioni; altri ancora, come il è stato il caso di Roberto Burioni nella trasmissione “Che Tempo che fa” di Fabio Fazio (Rai 3) sono diventati virologi-divulgatori-anchorman perché veniva loro dedicato un tempo lungo di trasmissione in cui potevano fare con un linguaggio semplice e accessibile alcune lezioni di biologia, virologia e igiene applicata. Una sorta di lezione universitaria in formato tv.
Questo tipo di ospiti sono stati messi molto probabilmente sotto contratto e potevano ricevere fino a 5 mila euro a puntata.
I DIRETTORI DI GIORNALE OVUNQUE
Un’ultima sottocategoria di ospiti da talk show italiani è infine, sicuramente, quella dei direttori di giornale che sono diventati degli ospiti fissi dal 1992 in poi in quasi tutti i i programmi politici e di attualità, ma non solo. Ultimamente la loro presenza si è fatta sentire con costanza anche in trasmissioni di genere diverso, come cronaca nera, giudiziaria e gossip.
Pure questo tipo di ospite generalmente non riceve un compenso diretto per la partecipazione a puntata, ma il loro tornaconto è dato dall’inquadratura: essi vengono infatti ripresi in un ambiente esterno allo studio, con il logo della testata che dirigono posizionato alle spalle e ben in vista. Questa operazione serve a far si che si faccia pubblicità al loro giornale che inevitabilmente diventa familiare e assume un’autorevolezza che spesso, nei fatti, non ha. Tranne infatti i quotidiani nazionali come La Stampa, La Repubblica e il Corriere della Sera che, grazie a un solido apparato aziendale alle spalle, riescono storicamente a raggiugere tiratura e copertura geografica plausibili per la loro fama, tutti gli altri (stiamo parlando del Foglio, La Verità, Libero, Il Giornale, Il Fatto Quotidiano per citare alcuni esempi) grazie alla visibilità televisiva acquistano un prestigio sproporzionato alla effettiva diffusione nelle edicole e quindi al loro numero di lettori. Il talk quindi, ancora una volta, riesce a fare da volano di apparenza a contenuti che in altri contesti non avrebbero la stessa sostanza. Esempi classici di direttore di giornale che negli ultimi venti anni hanno affollato gli schermi televisivi, venendo intervistati e consultati per i più diversi argomenti (i cosiddetti “tuttologi“) sono stati: Vittorio Feltri, Alessandro Sallusti, Pietro Senaldi, Maurizio Belpietro, Marco Travaglio, Massimo Giannini, Ferruccio De Bortoli, Maurizio Molinari, Ezio Mauro. Questi giornalisti, divenuti personaggi televisivi grazie alla loro presenza costante nel piccolo schermo potrebbero non essere mai stati pagati, ma è evidente che la loro merce è stata la visibilità del marchio per cui lavorano: il loro giornale.