La Postazione Breda rappresenta una delle testimonianze più significative della difesa militare costiera in Sardegna durante la Seconda Guerra Mondiale. Situata ai piedi del Monte Bardia, nel territorio di Dorgali, sul versante orientale, queste strutture a cielo aperto raccontano un capitolo poco conosciuto della storia bellica dell’isola.
Per raggiungere la Postazione Breda di Monte Bardia, è sufficiente seguire la vecchia mulattiera che collega il piazzale della Nuova Galleria per Cala Gonone alla galleria vecchia: un itinerario escursionistico semplice, di circa dieci minuti a piedi, che conduce a un luogo carico di memoria e immerso nel paesaggio selvaggio del Supramonte.
Questa struttura a cielo aperto, perfettamente integrata nel paesaggio roccioso, ospitava un militare e una mitragliatrice Breda su treppiede, pronta a difendere il litorale da eventuali sbarchi nemici. Era costruita in calcestruzzo, secondo criteri mimetici e difensivi tipici del periodo.
Oggi, però, la postazione versa in stato di abbandono: non è mai stata censita né sottoposta a interventi di tutela, e rischia di andare perduta insieme alla memoria di quel periodo, quando anche la costa orientale della Sardegna era considerata un possibile obiettivo strategico per le truppe alleate.
💣 Sardegna 1943: l’isola sotto attacco e la difesa costiera
Nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, anche la Sardegna fu coinvolta attivamente nel conflitto. A partire dal 1942, l’isola iniziò a essere interessata da operazioni di sorveglianza e preparazione militare. Tuttavia, fu il 1943 a segnare l’anno più drammatico: l’aviazione Alleata intensificò i bombardamenti colpendo non solo obiettivi principali, ma anche siti secondari, tra cui vie di comunicazione, infrastrutture costiere e zone interne.
Questo scenario di crescente minaccia portò le autorità militari italiane a potenziare il sistema difensivo dell’isola. Accanto ai Fortini costieri realizzati nel 1942, vennero costruite nuove postazioni a cielo aperto in punti strategici del territorio, come quelle ancora visibili sul Monte Bardia a Dorgali. Queste infrastrutture avevano il compito di offrire una protezione integrativa e più flessibile contro possibili sbarchi e incursioni via mare.
✈️ I bombardamenti Alleati in Sardegna (1942–1943)
Tra novembre 1942 e maggio 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, la Sardegna fu oggetto di numerosi attacchi aerei da parte delle forze Alleate. Gli obiettivi furono suddivisi in due categorie:
-
Obiettivi strategici, fondamentali per la logistica militare e il controllo territoriale
-
Obiettivi secondari, colpiti per indebolire le vie di comunicazione e i centri produttivi minori
📌 Località colpite dai bombardamenti Alleati (1942–1943)
Le città e i paesi della Sardegna furono colpiti in base alla loro rilevanza strategica o logistica per lo sforzo bellico italiano.
🎯 Obiettivi Strategici
- Cagliari
- Carbonia
- Sant’Antioco
- Oristano
- Arbatax
- Olbia
- Alghero
- Porto Torres
📍 Obiettivi Secondari
- Sestu
- Palmas Suergiu
- Carloforte
- Gonnosfanadiga
- Milis
Come si può osservare, la provincia di Nuoro fu risparmiata dai bombardamenti diretti, motivo per cui i danni subiti furono limitati. Tuttavia, la presenza di postazioni militari e fortificazioni lungo la costa orientale, come quelle del Monte Bardia a Dorgali, dimostra che anche in questa zona si temeva un possibile sbarco Alleato.

Postazione militare della Seconda Guerra Mondiale, Monte Bardia, Dorgali.
🛡️ La prima linea difensiva sulla costa occidentale
Già nel 1942, prima ancora dei bombardamenti intensivi del 1943, l’Italia aveva avviato la costruzione di Fortini Monoarma e Pluriarma lungo la costa occidentale della Sardegna. In particolare, il tratto compreso tra Oristano e Arborea fu considerato a rischio di sbarco nemico, per via della vicinanza tra il mare e due infrastrutture strategiche: la strada statale Carlo Felice e la ferrovia Cagliari–Macomer.
Queste fortificazioni costituivano una prima linea di difesa costiera, pensata per ostacolare eventuali operazioni alleate e garantire il controllo dei collegamenti interni all’isola.
- LEGGI ANCHE: I Fortini della Sardegna
- LEGGI ANCHE: La Battaglia di Capo Teulada

🛡️ Estensione del sistema difensivo: dal Sarrabus alla Gallura
Dopo le prime installazioni sulla costa occidentale, la strategia militare italiana prevedeva un’estensione del sistema difensivo anche ad altre aree vulnerabili della Sardegna. Furono così realizzate nuove postazioni costiere nel Sarrabus e in Gallura, aree considerate esposte a potenziali sbarchi nemici.
Nel Golfo di Orosei, sebbene la natura impervia dei faraglioni basaltici offrisse una protezione naturale, si decise comunque di installare alcune postazioni a cielo aperto nei punti più sensibili. Queste strutture dovevano ospitare almeno un militare armato di mitragliatrice Breda, con il compito di sorvegliare e respingere eventuali attacchi a bassa quota o via mare.
⚠️ Una minaccia concreta: il caso della Postazione Breda
La Postazione Breda di Monte Bardia, nel territorio di Dorgali, rappresenta uno degli esempi più significativi di queste installazioni difensive. La sua funzione era quella di intercettare aerei nemici a bassa quota e prevenire bombardamenti su obiettivi secondari.
La minaccia era reale: nel 1943, diverse località minori della Sardegna furono già colpite dagli Alleati. Tra queste, Gonnosfanadiga, Chilivani (Ozieri) e Arbatax (Tortolì) subirono attacchi aerei nonostante non fossero obiettivi strategici primari. La presenza di postazioni come quella di Monte Bardia aveva quindi un’importanza tattica concreta e ben motivata.
- LEGGI ANCHE: Il bombardamento accidentale su Gonnosfandiga
- LEGGI ANCHE: Il bombardamento alleato su Arbatax
🔫 La mitragliatrice in dotazione: Breda Mod. 37
Per la difesa della postazione sul Monte Bardia, il Regio Esercito dotò il presidio di una mitragliatrice pesante Breda Mod. 37, tra le poche in grado di garantire un volume e un’intensità di fuoco tali da penetrare le coperture metalliche degli aerei nemici a bassa quota.
Si trattava di un’arma pesante e ingombrante, che richiedeva un robusto treppiede e un supporto fisso per essere utilizzata in modo efficace. A Monte Bardia fu infatti realizzato uno specifico manufatto in calcestruzzo alto 50 centimetri, sul quale montare l’arma in modo stabile.
Il funzionamento della Breda 37 era automatico a recupero di gas, con raffreddamento ad aria. La canna, soggetta a rapido surriscaldamento, doveva essere sostituita ogni 450 colpi in caso di fuoco continuo, mentre la durata totale non superava i 20.000 colpi.
Le munizioni impiegate erano cartucce 8×59 mm Breda, con prestazioni paragonabili alle più note 8×57 IS tedesche, conferendo all’arma una buona capacità di perforazione e una gittata adatta alla difesa antiaerea a corto raggio.

🕰️ Dimenticata e ignorata: la Postazione Breda che non sparò mai
La postazione di Monte Bardia, pur inserita nel sistema difensivo costiero sardo della Seconda Guerra Mondiale, non fu mai coinvolta in combattimenti diretti. La zona, infatti, non divenne teatro di battaglia, e non fu necessario aprire il fuoco contro forze nemiche.
Paradossalmente, proprio questa assenza di scontri ha permesso alla struttura di conservare gran parte delle sue caratteristiche originarie. Rimasta in silenzio per decenni, la postazione Breda è oggi uno dei rari esempi ancora visibili di difesa militare a cielo aperto in Sardegna. Tuttavia, la mancanza di censimenti, restauri e segnalazioni ufficiali ne ha favorito l’oblio, esponendola al rischio di degrado e perdita definitiva.

⚠️ Postazioni Breda: un patrimonio ignorato da salvare
Oggi, dopo decenni di indifferenza da parte della popolazione locale e delle istituzioni, le postazioni militari di Monte Bardia versano in uno stato di progressivo degrado. Eppure, rappresentano un tassello importante della memoria storica e del paesaggio militare della Sardegna.
Sarebbe urgente un intervento di recupero e valorizzazione, capace di restituire dignità a queste strutture e di inserirle in un contesto di fruizione culturale e ambientale. Purtroppo, l’incuria, unita alla naturale fragilità dei materiali e agli effetti del tempo e degli agenti atmosferici, sta condannando questo sito all’oblio. Un’occasione di memoria e consapevolezza rischia di andare perduta per sempre.
- Guarda anche il sito del Museo Archeologico di Dorgali

🎥 Guarda il video della Postazione Breda a Dorgali
Immergiti nella storia con questo breve ma intenso video che documenta le Postazioni Breda sul Monte Bardia, nel territorio di Dorgali. Attraverso immagini sul campo, riprese paesaggistiche e inquadrature ravvicinate della struttura, potrai scoprire da vicino uno dei rari esempi di fortificazione militare della Seconda Guerra Mondiale ancora visibile in Sardegna. Un’occasione per comprendere il contesto storico, la funzione difensiva e lo stato attuale di questo luogo dimenticato ma carico di memoria.