A pochi metri dalla celebre roccia di Capo d’Orso, nei pressi di Palau, di fronte all’isola di Santo Stefano e de La Maddalena si trova una delle più spettacolari fortezze militari del mediterraneo, la Fortezza di Capo d’Orso. Una strada militare da accesso ad un complesso in granito composto da 8 casolari, un ponte d’ingresso protetto da garitta e da una caponiera, una batteria con apposite piazzole per sei obici da 280 mm, 4 cannoni da 57, mitragliatrici antiaeree da 25 mm. La struttura si completa di caserme per gli ufficiali e per le truppe, ma anche polveriere, scuderie e, a 109 metri di altezza, in cima alla collina, il piazzale che domina sull’Arcipelago della Maddalena e l’adiacente costa di Arzachena.
SARDEGNA CHIAVE DI DOMINIO DEL MEDITERRANEO
La Fortezza di Capo d’Orso nacque per rispondere ad un’esigenza ben precisa: difendere la Sardegna da una possibile invasione dei Francesi che, in pieno ‘800, avevano provato più volte ad avere sul mirino. Nel 1793, infatti, il giovane Napoleone Bonaparte, tentò con la sua flotta di aggredire la costa maddalenina, ma fu respinto dall’indomito ammiraglio sardo Domenico Millelire. Del resto, il più famoso ammiraglio, questa volta l’inglese Nelson, disse apertamente che l’importanza strategica della Sardegna per il controllo del del mare era assoluta e di gran lunga superiore a quella di Malta. Anche perché diceva: “qui si trova il più bel porto del Mediterraneo, quello della Maddalena”.
GLI INGLESI E I SABAUDI RICALCANO LE STRATEGIE MILITARI NURAGICHE
Fu così che nel 1803, Nelson dichiarò questo tratto di costa della Sardegna, base militare inglese, potenziando il sistema difensivo preesistente e creando nuove infrastrutture. La filosofia ripercorse dunque grosso modo le strategie militari delle epoche precedenti, prime fra tutte quelle nuragiche e poi quelle spagnole-aragonesi: la Sardegna ha un entroterra naturalmente inaccessibile e si difende da solo, mentre la costa va presidiata perché più esposta. Per il generale Verani (Savoia), il forte di Capo d’Orso doveva sorvegliare sul golfo di Arzachena e sull’arcipelago della Maddalena.
A FINE SECOLO LA SVOLTA: LA FORTEZZA RAGGIUNGE L’APICE D’IMPORTANZA
A fronte di questo stato di allerta però, si dovette aspettare la fine del secolo, l’anno 1887, perché i Savoia si decidessero concretamente a spendere soldi e costruire veramente delle fortificazioni. Del resto, le nuove tecnologie militari imponevano agli stati di dotarsi di questi sistemi difensivi, basati su massicci e permanenti presidi sul territorio. Il nuovo scenario geopolitico richiedeva pertanto che anche le Bocche di Bonifacio fossero messe sotto controllo e le postazioni si dotassero di artiglieria in grado di colpire le navi sulle lunghe distanze. La Fortezza di Capo d’Orso fu così ingrandita e migliorata tecnologicamente, utilizzando pietra locale per le strutture in muratura e disponendo difese e armamenti ben mimetizzati nella macchia mediterranea.
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UNA FINE INGLORIOSA MACCHIATA DA UNA SOLA BATTAGLIA (PERDUTA)
Il corso della storia per questa grandiosa infrastruttura militare, ebbe però un seguito diverso rispetto alle previsioni, perché nell’area non si verificarono mai tentativi di invasione e perché, anche durante la Prima Guerra Mondiale, il baricentro del conflitto si era spostato altrove e non interessò se non marginalmente questa parte dell’Europa. Una breve parentesi operativa per la Fortezza di Capo d’Orso, la Grande Storia gliela concesse solo durante il secondo conflitto mondiale, quando i suoi cannoni e le mitragliatrici antiaeree, non riuscirono a difendere l’incrociatore “Trieste” dai bombardamenti alleati. L’esito fu l’affondamento della nave e la morte di centinaia di marinai. A questo episodio seguì una progressiva dismissione dell’area che maturò definitivamente con la fine della guerra, il passaggio della Fortezza dalle mani della Marina a quelle dello Stato, quindi alla Regione. Fino ai giorni nostri, in cui, lo splendido esempio di architettura militare di fine Ottocento aspetta di essere valorizzata a fini turistici e culturali. Nel frattempo, sono arrivati e andati via gli americani, che hanno snobbato la Fortezza ritenendola obsoleta rispetto alle nuove esigenze militari, e lasciato che l’oblio e la macchia mediterranea diventassero di nuovo i padroni di questo territorio.