I luoghi dove fare trekking in Sardegna sono tantissimi, ma i migliori percorsi delle escursioni si trovano nella regione dell’Ogliastra: sono decine gli itinerari, adatti alla preparazione di tutti gli escursionisti.
Si va dagli itinerari più facili a quelli brevi anche se tecnici (nel Supramonte), fino ad arrivare a quelli lunghi e difficili: tra questi spicca il Selvaggio Blu (considerato “il trekking più difficile d’Italia“), lungo il Golfo di Orosei.
Qui, ad esempio, la seconda metà del percorso si caratterizza per calate in doppia di 45 metri e per difficili arrampicate fino al IV grado; in più, gli escursionisti potranno sostare a The Lemon House per programmare l’itinerario in base ai propri interessi ed alla propria esperienza con l’aiuto di guide esperte. Infatti, il Selvaggio Blu è composto di numerose tappe: per chi non è esperto una valida alternativa sono le prime 3 tappe. Risultano tre percorsi giornalieri interessanti, che partono da Santa Maria per terminare a Cala Goloritzè e dove si dovrà affrontare solo un breve tratto in arrampicata.
Per escursioni di media esperienza che vogliono fare trekking in Sardegna, invece, sempre nell’Ogliastra si consigliano gli itinerari sulle montagne del Gennargentu: molto particolari sono quelli che si snodano lungo Punta La Marmora, la cima più alta dell’isola. Passando all’area di Urzulei, l’itinerario di trekking più bello è quello di Serra Oseli. Per chi non ha grande esperienza in escursioni, invece, esistono anche numerosi percorsi spettacolari che si snodano lungo la costa, tra cui l’itinerario rettangolare intorno a Lotzorai per un totale di 6 chilometri.
I percorsi di trekking ed i percorsi dedicati allo sport ed alle escursioni in mezzo alla natura permettono inoltre di scoprire i luoghi più affascinanti della Sardegna. Uno dei percorsi più semplici è l’itinerario di Matzanni: ha una lunghezza di 3,78 chilometri e si può percorrere in due ore tra andata e ritorno. Può essere svolto anche come una tranquilla passeggiata pomeridiana e permette di giungere facilmente all’area archeologica con le “Tombe di Matzanni” (che danno il nome all’itinerario) ed ai resti di un tempio fenicio.
Si parte dai dintorni del paese di Villacidro (a 9 chilometri vi è uno slargo dove lasciare l’auto e da cui parte l’itinerario): la prima parte presenta una salita costante, da cui si gode un bellissimo panorama sulla sottostante valle circondata dai monti e dove si trova il lago sul Rio Leni. La seconda parte del sentiero è pianeggiante e gira sul lato destro della monte, per poi condurre ad una sughereta. Da qui il percorso inizia a scendere leggermente, fino ad incontrare una sorgente (dove ci si può fermare per tirare fiato) e l’area archeologica di Matzanni, dove si possono visitare i tre pozzi Sacri (edifici di culto per le antiche civiltà nuragiche).
Una volta visitato il sito, si può continuare lungo l’itinerario attraverso una pineta per poi arrivare all’area del Tempio Fenicio. Da questo punto si può ammirare il panorama della piana del Sulcis, con vari centri abitati. Da qui si può continuare a salire fino a raggiungere la cima del Cuccurdoni Mannu, dove ci si può ristorare in un piccolo rifugio comprensivo di vedetta. Proprio da qui si gode di un panorama mozzafiato su tutti i centri del Campidano e del Sulcis e su tutta la vallata sottostante, arrivando fino a Cagliari nelle giornate terse.
Un percorso di trekking di difficoltà superiore è invece l’itinerario di Cala Mariolu: è lungo poco più di sei chilometri e si percorre in 3 ore. Il nome di Cala Mariolu deriva dalla leggenda per cui il pesce pescato veniva rubato da un misterioso ladro (in dialetto mariolu), quando i pescatori si rifugiavano nella rada: in realtà erano le numerose foche monache i ladri. Il percorso inizia fuori dal paese di Baunei e costeggia la Serra ‘e Lattone, da dove comincia a salire fino a raggiungere la sommità della Serra.
Da qui si ha una splendida vista sul golfo di Orosei, con pareti rocciose a picco sul mare. Quindi si scende tramite due successive Scale ‘e Fusti, che consente di accedere alla parte più difficile del percorso: si comincia con una ripida pietraia, per poi seguire un antico sentiero per carbonai ed un ripido canalone che arriva fino al mare.