L’isola di Tavolara, lo spettacolare scoglio di calcare che si staglia a oltre 500 metri di altezza sul Golfo di Olbia rappresenta per gli appassionati di ambiente e cultura della Sardegna un appuntamento obbligato per qualsiasi itinerario.
LA CONFORMAZIONE FISICA
Tavolara è un’emersione calcarea lunga 6 chilometri e larga 1 orientata sull’asse est-ovest, che poggia su un substrato granitico, come dimostra alcune sue visibili tracce in diverse parti dell’isola. La punta più alta del massiccio raggiunge i 565 metri sopra il livello del mare. L’estensione complessiva è di 5,9 km2.
Sul lato Ovest si trova la località Spalmatore di Terra che presenta i tratti di spiaggia più belli e interessanti. Pochi gli approdi su questo versante (anche quelli naturali, motivo per cui, l’isola, nei secoli passati, non è mai stata veramente dominata dall’uomo), a differenza di quello sul lato Est, rivolto verso il Tirreno, Punta Timone dove si trovano due baie, una orientata a Nord-Ovest e l’altra a Sud-Est. Qui, la presenza antropica è più marcata, con faro di segnalazione marittima e una base Nato dotata di varie apparecchiature tecnologiche come sofisticati sistemi di telecomunicazione a distanza. A Punta del Papa invece, c’è il caratteristico arco naturale sopra cui giacciono i resti del vecchio faro. L’isola di Tavolara è praticamente priva di rete stradale se non per l’unica tratta militare che si nasconde in varie gallerie e che collega diversi punti strategici da un capo all’altro.
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LA STORIA
La storia di quest’isola è dominata prevalentemente dall’assenza importante dell’uomo, che l’ha abitata solo a sprazzi in varie epoche. Tavolara, dopo essere stata un covo di pirati, bisognerà aspettare l’arrivo dei genovesi per vedere una debole comunità umana (sessanta individui), vivervi stabilmente. Seguirono i pescatori ponzesi che negli specchi di mare attorno pescavano prelibatissime aragoste, quindi una breve parentesi industriale con la lavorazione della calce e l’estrazione del legno (specialmente ginepri di cui Tavolara è da sempre degna custode). A fine ‘700 l’isola divenne dimora di Giuseppe Bertoleoni e della sua famiglia che, dopo continue ricerche nella Sardegna settentrionale, decise di stanziarsi a Tavolara e praticare varie economie di sostentamento, come l’allevamento delle caratteristiche capre. L’isola passò di mano in mano nelle successive generazioni di famiglia, incontrando vari ufficiosi
riconoscimenti di proprietà del posto, fino a quando non entrò a far parte del Regno d’Italia nel marzo 1861. Attualmente, i Bertoleoni possiedono solo alcune piccole case nello Spalmatore di Terra e due ristoranti autorizzati con licenza dal comune di Olbia, mentre il resto dell’isola è
stato concesso dalla Repubblica Italiana alla NATO come servitù militare o è di proprietà della famiglia veneto-romana dei Marzano.
IL PARCO NATURALE
Il Parco marino di Tavolara e Capo Coda Cavallo è l’istituzione pubblica che tutela l’isola e il suo unico patrimonio ambientale. Tra le specie di uccelli marini a Tavolara si trova infatti la più grande popolazione mondiale di Berta minore (Puffinus yelkouan, nome locale “Tampesca”), che oggi, peraltro, subisce la predazione delle sue uova da parte dei ratti sui quali sono in corso progetti di contenimento della popolazione. Tra i mammiferi, un tempo, vi dimorava la rarissima foca monaca, mentre sulla terra ferma, regina incontrastata dalla fine del ‘700 è sicuramente la capra dai denti d’oro, colorazione causata dalla tipica alimentazione. La vegetazione presente sull’isola è prevalentemente macchia mediterranea con la dominanza del ginepro fenicio (anche con esemplari di notevoli dimensioni) e del lentisco. Dove le altezze del terreno cominciano ad essere importanti i boschi si compongono invece dell’acero minore che però risente della voracità delle capre, considerandolo uno dei pasti principali della loro dieta.