Onanì (Onanìe in sardo) è un piccolo e suggestivo paese dell’entroterra sardo, immerso in una zona collinare tra Bitti e Lula, ai piedi dei salti di Mamone e vicino al corso del Riu Mannu. Il suo territorio, che si estende per oltre 2.300 ettari, è interamente ricoperto da una ricca macchia mediterranea e da estesi boschi di roverella, offrendo un ambiente naturale straordinariamente integro.
Nei dintorni:
- LEGGI ANCHE: LA FONTE SACRA DE SU TEMPIESU, ORUNE

Scheda informativa di Onanì
Nome del paese: Onanì
Origine del nome: probabilmente di origine pre-latina o paleo-sarda; la forma sarda “Onanìe” è attestata in relazione a insediamenti antichi dell’area montana
Nome degli abitanti: onaniesi
Subregione di appartenenza: Barbagia di Bitti
Provincia di appartenenza: Provincia di Nuoro (NU)
Numero di abitanti: circa 350 abitanti
Economia: prevalentemente agro-silvo-pastorale, con forte presenza della pastorizia e delle attività legate al territorio montano
Siti turistici principali da visitare:
La chiesa romanica di San Pietro, costruita in granito
Numerosi siti archeologici: nuraghi, tombe dei giganti e domus de janas nel territorio comunale
Le aree naturali del Monte Albo, ricche di sentieri, boschi e panorami montani
Borgo Autentico nella Barbgia di Bitti
La storia di Onanì affonda le radici nella preistoria sarda e attraversa tutte le principali fasi della storia medievale, moderna e contemporanea dell’isola. Per chi ama il turismo culturale e naturalistico, il paese rappresenta una tappa preziosa: un luogo dove il tempo sembra rallentare, consentendo di godere del silenzio, dei paesaggi montani e di un’atmosfera autentica.
Onanì è ufficialmente riconosciuto come uno dei 32 borghi autentici della Sardegna, un titolo che testimonia la capacità della comunità di mantenere viva la propria identità nonostante le difficoltà demografiche che caratterizzano la Sardegna centrale. Il paese ha conosciuto oscillazioni notevoli – dai 261 abitanti nel 1861 ai 1.459 negli anni Sessanta, fino agli attuali circa 400 residenti – ma ha saputo rimanere una comunità coesa, radicata e culturalmente attiva.
Paesaggi incontaminati di Onanì
I punti di forza del borgo sono evidenti: patrimonio storico e culturale, paesaggi incontaminati, prodotti tipici di qualità, forte coesione sociale e una qualità della vita che molti visitatori percepiscono immediatamente. Negli ultimi anni, grazie a un’amministrazione giovane e dinamica, Onanì sta valorizzando in modo crescente le proprie risorse: creatività, capacità produttive, tutela del territorio e difesa delle tradizioni.
Oggi Onanì può essere considerato un vero laboratorio di rinascita identitaria, un esempio virtuoso per la Sardegna che dimostra come la cura del territorio e delle proprie radici possa diventare un antidoto alla perdita di identità e agli effetti più omologanti della globalizzazione.

Radici antiche e identità viva
Il territorio di Onanì vanta radici profondissime, abitate da comunità umane già in epoca prenuragica e nuragica, come testimoniano importanti siti archeologici: il nuraghe Santu Pedru, le domus de janas di Sorastru, Collovras e Nuragheddu, e le tombe dei giganti di San Bachisio e Tanca Pettorale. Questi monumenti preistorici raccontano una continuità culturale millenaria che ancora oggi caratterizza questo lembo di Barbagia.
Onanì: polo religioso
Durante la dominazione bizantina, Onanì acquisì un ruolo centrale come polo religioso, con la diffusione del culto di Sant’Elena, San Gavino e dei Santi Cosma e Damiano, ai quali furono dedicate diverse chiesette campestri che punteggiano ancora il paesaggio. Nel Medioevo, il paese entrò a far parte della curatoria di Bitti all’interno del Giudicato di Torres, per poi passare sotto il dominio aragonese e, in epoca moderna, rientrare nel territorio del marchesato di Orani, status mantenuto fino al XVII secolo.

A spasso nei secoli: un percorso spirituale unico
Il centro storico di Onanì ruota attorno alla splendida chiesa parrocchiale del Santo Cuore di Gesù, costruita a fine ’800, e alla più antica chiesa della Madonna di Loreto (XIV secolo), anch’essa un tempo parrocchiale. Camminando tra le vie del borgo, l’attenzione ricade naturalmente sulla suggestiva chiesetta di San Pietro (XI secolo), situata all’ingresso del paese in direzione Bitti: un edificio romanico essenziale, costruito in granito con coperture un tempo in scisto, testimonianza preziosa dell’architettura religiosa del Medioevo sardo.
Tracce bizantine
Il percorso spirituale prosegue nei dintorni, dove numerose chiese campestri di origine bizantina – dedicate a San Francesco, San Bachisio, Sant’Elena e ai Santi Cosma e Damiano – invitano a brevi escursioni tra vallate ricoperte di macchia mediterranea e scorci selvaggi della Barbagia. Questi luoghi sacri rappresentano ancora oggi un forte collante identitario per la comunità, che mantiene vive antiche tradizioni e devozioni popolari.
Le principali festività religiose di Onanì scandiscono il ritmo dell’anno e uniscono la popolazione in celebrazioni molto sentite:
16 e 17 gennaio: fuochi di Sant’Antonio Abate;
maggio: festa campestre di San Bachisio;
17 ottobre: celebrazione dedicata a San Francesco.
Tra archeologia millenaria, spiritualità diffusa e tradizioni ancora vive, Onanì si presenta come un luogo dove la storia e l’identità della Sardegna più autentica trovano una delle loro espressioni più intense.

Onanì: un museo a cielo aperto
Onanì è un autentico museo a cielo aperto, dove tradizione, creatività e identità si fondono in un paesaggio culturale unico. L’economia del paese ruota ancora attorno alla pastorizia tradizionale, praticata nel pieno rispetto di un territorio integro e fertile, mentre diverse attività artigiane – dai falegnami ai fabbri – continuano a realizzare manufatti in ferro e legno che raccontano la vita rurale e la visione estetica del luogo. Accanto a queste competenze antiche, si afferma la tradizione gastronomica locale, tra cui spicca la produzione del pane carasau, considerato un’eccellenza agro-pastorale anche a Onanì.
Vita semplice e murales
Nonostante le dimensioni ridotte e la costante flessione demografica, la comunità mantiene una qualità della vita autentica, fatta di relazioni umane, tempi lenti e un profondo legame con il territorio. Questa identità forte si riflette nelle pareti del borgo, trasformate in un’esposizione permanente di murales che colorano le vie del centro e raccontano scene di quotidianità, mestieri antichi, riti comunitari ed episodi della storia locale.
- Guarda anche Onanì nel sito di SardegnaTurismo
Percorso artistico in centro
Le opere, realizzate da artisti come Pietro Asproni e da diversi allievi dell’Accademia di Brera, rappresentano oggi uno degli elementi più caratteristici e suggestivi del paese. Passeggiare tra le vie di Onanì significa immergersi in un percorso artistico che unisce memoria collettiva, tradizione pastorale e un sorprendente senso estetico radicato nella cultura barbaricina.








































