La città di Dessì è oggi un museo a cielo aperto
Villacidro con i suoi oltre 14 mila abitanti costituisce il centro più popoloso del Medio Campidano. Si tratta di una cittadina di antica formazione posta alla bocca della valle di Castangias che dal nucleo più antico (la parte alta), si è poi sviluppata verso il basso lungo la conoide di deizione. La sua storia moderna testimonia che durante il Regno di Sardegna, dal 1807 al 1821, fu sede di una delle 15 prefetture sarde.
COSA VISITARE
Dal punto di vista turistico, Villacidro mette a disposizione dei visitatori un territorio ricco di notevole interesse naturalistico e un centro urbano pieno di testimonianze architettoniche di grande pregio. Con il forte rischio di omettere alcuni nomi, ecco un breve elenco delle principali attrazioni turistiche per cui vale la pena visitare la città di Villacidro, in qualsiasi periodo dell’anno (fatta eccezione per le cascate che meritano visita soprattutto durante il periodo delle piogge):
- La miniera di Canale Serci
- Le cascate di Villacidro
- Il Lavatoio Pubblico
- Il Museo Archeologico Villa Leni
- Il Premio Letterario Giuseppe Dessì
LA MINIERA SERCI
La miniera di Canale Serci è un vecchio giacimento oggi abbandonato che si trova a pochi passi dal lago artificiale di Monti Mannu. Nel sito si estraevano piombo, zinco, argento e stagno e lo sfruttamento iniziò solo nel 1932 con la concessione data alla Società Anonima di Monti Mannu che dapprima si occupò dell’estrazione di argento e poi in seguito di stagno. La miniera di Canale Serci rimase in attività fino all’immediato dopoguerra, quando, nel 1947, si decise di chiuderla perché non più economicamente vantaggiosa.
LE CASCATE DI VILLACIDRO
Nel comune di Villacidro si trovano alcune tra le più belle cascate dell’Isola e tra queste, a un chilometro dall’abitato, in località omonima, c’è la cascata Sa Spendula (“cascata” in italiano) – citata anche da Gabriele D’Annunzio in un apposito sonetto (Capitan Fracassa) che la visitò nel suo viaggio in Sardegna nel 1882 – immersa in un ambiente naturale tra i più belli della Sardegna. Si tratta dell’ultimo salto del Rio Coxinas che raggiunge il suo splendore ovviamente nella stagione delle piogge ma rimane viva anche in estate, essendo una delle poche cascate perenni della Sardegna.
All’interno dell’area protetta di Monti Mannu ricchissima di una rigogliosa macchia mediterranea, lecceti e un sottobosco profumato si trovano pure altre tre cascate, quella del Rio Linas, quella di Piscin’Irgas e quella di Muro Mannu. Quest’ultima, notoriamente associata al territorio di Villacidro, è in realtà ubicata in territorio comunale di Gonnosfanadica appena oltre il confine con quello di Villacidro.
IL LAVATOIO PUBBLICO
Il Lavatoio Pubblico di Villacidro è sicuramente una delle più grandi attrazioni storiche e architettoniche della cittadina. Si tratta di una vecchia struttura in stile Liberty di fine ‘800, secondo alcuni una delle ultime testimonianze dell’Art Nouveau, che tra il 1885 e il 1915 tentò di reintrodurre in Europa il neo classico e il neo realistico nello stile degli edifici, nella moda, nella pittura e nell’oggettistica. Questa corrente artistica ebbe modo di esprimersi anche in Sardegna (un altro esempio è stato il Mercato Vecchio di Cagliari, demolito purtroppo negli anni ’50) e a Villacidro si può ancora osservare, in un pregevole stato di conservazione e valorizzazione, nel Lavatoio Pubblico. Inaugurato nel 1893, l’opera fu progettata dall’ingegnere Enrico Pani che disegnò la grande copertura in lamiera, sorretta da ben 22 colonne in ghisa. Sotto furono realizzate le 36 vasche rivestite in trachite con davanti una fontana, abbellita da alcune sculture marmoree: un leone, una leonessa e due sirene (trafugati nel dopoguerra) e alcuni volti d’angelo. La realizzazione di questa importante infrastruttura ovviamente non fu solo per finalità estetiche e urbanistiche, ma, così come quando succede per le opere pubbliche veramente funzionali alla vita sociale, economica e culturale della collettività , anche il Lavatoio ebbe ricadute rivoluzionarie nelle abitudini domestiche della maggior parte delle famiglie villacidresi. Per le donne, che allora occupavano il ruolo di padrone assolute dei lavori domestici, fu un notevole risparmio di fatiche e di tempo: col lavatoio in paese infatti, per lavare i panni, non era più obbligatorio andare al fiume, oppure, per andare a prendere l’acqua con le brocche si poteva fare un tragitto più breve a pochi metri da casa. L’opera, ovviamente non passò inosservata ad uno dei più grandi scrittori sardi, Giuseppe Dessì, nato a Cagliari ma di famiglia villacidrese, che al Lavatoio Comunale dedicò alcune parti del suo romanzo “Paese d’ombre” (Premio Strega, 1972). Nello scritto, attribuì il merito della costruzione al sindaco Angelo Uras, alias Giuseppe Pinna Curreli.
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IL MUSEO ARCHEOLOGICO VILLA LENI
Il museo archeologico di Villacidro si trova nell’edificio dell’ex Monte granatico (metà del XIX secolo), ed è una grande esposizione di reperti del territorio di Villacidro e dei Comuni circostanti. Una lunga serie di pannelli didattici, descrivono il territorio e la cronologia storica principale della citta; seguono quelli relativi al paesaggio archeologico (dal Neolitico al VII secolo a.C.); quindi una sezione dedicata ai reperti, tra cui un modellino bronzeo di nuraghe quadrilobato, il corredo tombale d’età romano-imperiale proveniente dalla necropoli ad incinerazione di Ruinas, tra cui spicca uno splendido bicchiere in vetro, e gli strumenti in pietra di Cottega. C’è poi il ripostiglio bronzeo di lingotti di tipo ox-hide con le lame votive da S’Acqua Cotta, l’olla nuragica con ollettina votiva in miniaturistica proveniente dal nuraghe di Su Sonatori (Villasor) e infine, ma non ultimi, numerosi ritrovamenti archeologici dei Comuni limitrofi (Serramanna, San Gavino, Vallermosa, Mogoro, San Nicolò Arcidano), tra cui le ceramiche della cultura di Ozieri e i monili bronzei d’età tardoantica e bizantina.
- Il Museo Archeologico Villa Leni si trova in piazza Zampillo, 1 (tel. 070 9346000 – 349 5337994; e-mail: fulgheri.coop@tiscali.it). La struttura offre un servizio di visita guidata gratuita, con attività didattica rivolta pure alle scuole e, su prenotazione, organizza escursioni a carattere archeologico e ambientale nel territorio. La struttura ha massima fruibilità per tutti perché non esistono barriere architettoniche.
IL PREMIO LETTERARIO GIUSEPPE DESSÌ
Il Premio Letterario Giuseppe Dessì è stato istituito nell’ormai lontano 1986, grazie a una collaborazione tra Regione Autonoma della Sardegna e Comune di Villacidro. Si tratta di uno dei più noti premi letterari italiani, che si svolge nel mese di settembre in omaggio al celebre scrittore Giuseppe Dessì. L’intellettuale infatti, sebbene sia nato a Cagliari (1909), aveva origini familiari villacidresi e trascorse a Villacidro, uno dei momenti più importanti della sua vita, quella inquieta giovinezza che fu fonte d’ispirazione alle sue opere principali. Villacidro fu dunque per Dessì uno delle principali spunti di riflessione, come ad esempio in quello che è ritenuto il suo romanzo più celebre e con il quale l’autore vinse il Premio Strega nel 1972, “Paese d’ombre“. Nel 1999 è stata istituita una Fondazione, la cui sede si trova proprio nella casa in cui lo scrittore visse con i suoi genitori, che si occupa di tutta l’organizzazione del premio, suddiviso nelle due classiche sezioni, narrativa e poesia, e a cui partecipano alcune delle più importanti case editrici italiane (Einaudi, Mondadori, Garzanti, Sellerio, Baldini & Castoldi, Feltrinelli, Marsilio, Guanda, Adelphi, Longanesi, E/O, Jaca Book, Fazi, Il Maestrale, Minimum Fax, Elliot). Oltre a queste due categorie c’è pure il Premio speciale della giuria, conferito a un personaggio di spicco della scena pubblica e culturale nazionale. In passato hanno avuto questo speciale riconoscimento personalità del calibro di: Luigi Pintor, Sergio Zavoli, Alberto Bevilacqua, Arnoldo Foà , Francesco Cossiga, Marco Pannella, Piero Angela, Ascanio Celestini, Giulio Rapetti Mogol, Philippe Daverio e Toni Servillo.