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Home » Cultura » Su Nuraxi

Su Nuraxi

BARUMINI

di Redazione
in Cultura
Tempo di lettura: 4 minuti
Su Nuraxi

Il villaggio di Su Nuraxi (“il nuraghe”) è l’insediamento nuragico più conosciuto della Sardegna e tra i meglio conservati dell’isola. La sua importanza storica e culturale è stata riconosciuta è tale che, nel 1997, è stato classificato dall’Unesco Come Patrimonio Mondiale Dell’umanità . Secondo le ricostruzioni storiche e archeologiche, la struttura principale, l’imponente nuraghe quadrilobato al centro dell’insediamento, sarebbe risalente al XVI-XIV secolo a.C.

LA STRUTTURA

Il nuraghe – Il grande nuraghe centrale, costituito da bastione di quattro torri angolari più una centrale. Quest’ultima, alta 18,60 metri, è articolata su tre camere sovrapposte ed è stata costruita tra il secolo XVII a.C. e il XIII a.C. Il materiale usato è il classico basalto, con cui sono stati realizzati i blocchi sovrapposti. In epoca successiva, tarda Età del Bronzo, sono state aggiunte le quattro torri accessorie, unite tra loro da apposita cortina muraria e ballatoio superiore. All’interno di queste maxi strutture si creava così un cortile interno servito da un pozzo. Più tardi, nell’Età del Ferro, al complesso è stata aggiunta un ulteriore copertura muraria. Le torri erano complete di finestre poste su un piano inclinato così da consentire l’ingresso della luce e diminuire il rischio di rottura dell’architrave.

Il villaggio nuragico – Attorno al nuraghe, a partire dall’Età del Bronzo, soprattutto in quella più Tarda, venne pian piano costruito il villaggio, composto da oltre cinquanta capanne a pianta circolare. La muratura era realizzata come sempre a secco con tetti in legno e frasche che determinavano all’abitazione la classica forma conica (che farà da traccia architettonica in continuità con tutte le principali abitazioni rurali sarde, a cominciare dai pinnetti degli ovili, ancora presenti in certe parti della Sardegna, soprattutto nel Supramonte dove sono in corso interessanti opere di salvataggio e ricostruzione). Con l’evolversi della società nuragica e lo sviluppo economico dei centri abitati più importanti, tra cui certamente Su Nuraxi, anche le capanne venivano costruite non più in un solo ambiente, ma con vari settori interni. Ecco allora che alcune delle strutture più complesse e funzionali, venivano riservate alle funzioni politiche, pubbliche o religiose, oppure officine, cucine e centri di lavorazione dei prodotti agricoli.

LA DISMISSIONE
A partire dal VI secolo a.C. Su Nuraxi entrò definitivamente in fase di declino, subendo le più importanti distruzioni che portarono prima al disuso totale e poi, in epoca Cartaginese, al ripristino funzionale parziale, fino all’arrivo dei Romani nel I secolo a.C. Dopo di che fu definitivamente abbandonato.
Il villaggio nuragico di Su Nuraxi grazie alla sua solidità non ha subito crolli importante che lo hanno sfigurato e così si è potuto conservare in maniera eccezionale fino ai primi scavi archeologici dell’era moderna, quando, tra il 1950 e il 1957, sotto la direzione dell’archeologo baruminese Giovanni Lilliu, fu riportato progressivamente alla luce e ricostruite le fasi di edificazione e ipotizzate le funzioni, anche grazie al prezioso rinvenimento di resti di utensili, armi, vasi e oggetti ornamentali.

  • LEGGI ANCHE: IL CASTELLO DI PONTES

LA FUNZIONE DEL NURAGHE
Le funzioni di una infrastruttura così complessa sono state diverse e si sono modificate nel corso della lunga storia, dalla prima costruzione alla realizzazione delle ultime torri. La società nuragica, come noto, era una società gerarchizzata e gli spazi di vita comune erano assegnati in maniera diversa a seconda delle mansioni e della posizione occupata in società . La storiografia riporta che a Su Nuraxi la parte più antica era stata destinata alle celebrazioni religiose, alle assemblee pubbliche e non ultimo, a luogo di rifugio dalle aggressioni esterne.

L’INCISIONE ALL’INGRESSO DE SU NURAXI:
LA LINGUA PROTOSARDA SI USAVA NEI CULTI
Il noto studioso Massimo Pittau nel suo volume Sardus Pater’ ha dedicato un apposito capitolo all’iscrizione, incisa nell’ingresso sopraelevato del monumento Su Nuraxi della porta Nord-Est. Secondo le ricerche epigrafiche è stato accertato che gli abitanti della struttura (e si può chiaramente estendere il concetto ai nuragici in generale) scrivevano servendosi di un alfabeto non proprio ma di uno d’importazione, come il greco, il romano o l’etrusco. Rimaneva invece l’uso della lingua protosarda, definita anche la lingua “sardiana” semitica arcaica, nella celebrazione dei culti.

INFORMAZIONI TURISTICHE
Si può visitare il complesso de Su Nuraxi, usufruendo del servizio visite guidate messo a disposizione dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura, viale San Francesco 16, 09021 Barumini (VS). Telefono: 070 9368128

Orari:

  • dicembre-gennaio-febbraio 9:00-17:00,
  • marzo 9:00-17:30,
  • aprile 9:00-19:00;
  • maggio 9:00-20:00,
  • giugno-luglio-agosto 9:00-20:30;
  • settembre 9:00-19:30,
  • ottobre 9:00-18:30,
  • novembre 9:00-17:30

Biglietto
€ 8,00 (intero), € 6,00 (ridotto per giovani fra 13 e 18 anni e gruppi di 20 persone), € 5,00 (ridotto per ragazzi fra 7 e 12 anni e adulti oltre i 65 anni). Esenzione biglietto: minori di anni 6, militari, portatori di handicap e accompagnatori, accompagnatore di almeno 15 alunni.

  • Altri contatti, e-mail: fondazionebarumini@tiscali.it

Tag: Archeologia pre-nuragicaBaruminiCulturaNuraghiNuragiciSud Sardegna
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