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Home » Cultura » Su Mulinu Vezzu

Su Mulinu Vezzu

OLZAI

di Redazione
in Cultura
Tempo di lettura: 4 minuti
"Su Mulinu Vezzu"

L’ultimo esempio di architettura pre-industriale in Sardegna

Il vecchio mulino di Olzai rappresenta uno dei più interessanti esempi di “architettura pre-industriale” della Sardegna. La grande struttura si trova nella periferia Nord del paese, a 558 metri sopra il livello del mare e sfrutta la forza idraulica emanata dal corso del Rio Bisine, il rigoglioso torrente che sorge nei monti di Ollolai. Il Rio Bisine diventa particolarmente imponente durante l’inverno e l’impeto delle sue acque vengono utilizzate come forza motrice per il mulino che macina grano e orzo.

IL PAESE DEL GRANO E DELL’ORZO
Il mulino ad acqua era strettamente legato all’economia di Olzai, quando il paese era tra i più attivi dell’isola quanto a produzione del grano e lavorazione dei suoi derivati.
La realizzazione di questa imponente opera di architettura e ingegneria idraulica e meccanica, fu voluta dalla famiglia Cardia-Mesina, ricchi proprietari terrieri della zona che operavano nel settore del commercio e della produzione del grano. Nel 2002 il Comune di Olzai ha acquistato il mulino, detto anche “su mulinu vezzu”, ha incaricato ditte specializzate per il suo recupero, sia strutturale che funzionale, e lo ha trasformato in museo. Gli interventi di restauro hanno riguardato il ripristino di diverse parti in muratura, utilizzando i conci crollati, la copertura è stata rimessa in sesto realizzando una struttura in travi di legno e travicelli. La ruota idraulica è stata completamente ricostruita, rispettando le dimensioni e i materiali originali.
Ogni anno, specialmente dal periodo primaverile fino all’autunno, compresa la manifestazione di Cortes Apertas, il vecchio mulino di Olzai è visitato da centinaia di persone e rappresenta un’attrazione turistica assieme al centro storico del paese.

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DESCRIZIONE TECNICA E FUNZIONAMENTO
Il vecchio mulino risale al Settecento ed è una struttura realizzata in granito a vista sviluppata in due parti: la grande ruota ad acqua che con la sua forza motrice mette in azione la pietra necessaria alla molitura, e il fabbricato del mulino, dove si trovano gli ingranaggi in legno che ricevono la forza motrice dell’acqua e mettono in movimento il meccanismo che consente alla grande mola di pietra di macinare il grano.
Il mulino è costituito da un’opera muraria interamente costruita in granito, che si innalza fino a 13 metri per uno sviluppo frontale di 10 metri. Dispone di una canaletta in pietra dalla cui presa dell’acqua arriva alla caduta per gravità . Da qui la muratura si articola in una sede dove alloggia la ruota verticale formata da cassette (tutte uguali), che viene colpita dall’acqua la quale giunge dall’alto e sfrutta sia l’inerzia dell’acqua in caduta che il suo peso. Quando la macina si aziona, la farina fuoriesce dai palamenti, mentre, il grano da macinare viene introdotto da un’apertura in corrispondenza del foro centrale del palamento mobile.

L’ALLUVIONE DEL ’21
Sino ai primi del ‘900 a Olzai la malaria era una costante maligna che disturbava la tranquilla vita di montagna di questa comunità . Per i medici era ormai chiaro che la soluzione del problema era provvedere ad un risanamento igienico dell’abitato.
Fu così che nel 1909 il Consiglio Comunale approvò il progetto di bonifica delle acque palustri ma si provvedete solo venti anni più tardi alla costruzione di un canale artificiale in granito che attraversasse il paese da monte a valle. Durante le operazioni di edificazione però, affidate alla ditta Nieddu di Orani, si scatenò su Olzai un pauroso uragano che gonfiò il Rio Bisine e lo fece trasbordare pericolosamente dagli argini, travolgendo ogni cosa compresi gli antichi mulini idraulici che si trovavano lungo il suo corso, l’antica mulattiera che portava ad Olzai, il ponte della piazza Su Nodu Mannu e abbatté il muro di cinta del vecchio cimitero. Inoltre, la corrente devastò interi rioni, rase al suolo alcune abitazioni e mise in ginocchio i produttori di grano e orzo, che si videro i loro magazzini di stoccaggio completamente allagati. L’unica fortuna di quel pauroso evento, fu che non si registrarono vittime, ma obbligò le autorità ad incanalare il fiume attraverso un importante intervento di arginatura muraria, quella che ancora oggi attraversa il paese e lo rende unico nel suo genere.

DA VEDERE
Il territorio di Olzai si trova nel cuore Parco del Gennargentu, un territorio montuoso di notevole valore naturalistico, storico e culturale. Il paese, riconosciuto “Borgo Autentico” si adagia su una vallata circondata da fitti boschi di leccio ed è attraversato dal rio Bisine. L’importanza di questo centro era certamente maggiore nelle epoche passate, quando era uno dei grandi centri di produzione di grano ed orzo. L’area storica è caratterizzata dall’opera di canalizzazione del piccolo fiume che, dopo l’alluvione del 1921, fu incanalato in uno spettacolare lastricato in pietra, ai bordi del quale sorgono due strade collegate da bellissimi ponti ad arco in pietra. In paese si trovano poi la storica chiesa di Santa Barbara, la casa-museo del pittore Carmelo Floris e ovviamente le antiche case in granito, molte delle quali ancora da restaurare, parlano chiaramente di un ricco passato.

Per info su eventuali escursioni nel paese di Olzai: ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO BISINE, piazza ‘Su Nodu Mannu’ – Casa Meloni. Telefono: 0784.55074 – 346.3146374.

  • Dove si trova: Su Mulinu Vezzu su Wikimapia

Tag: Architettura sardaCulturaOlzai
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