La gara cavalleresca di origini orientali
La Sartiglia di Oristano è una corsa ad anello importata nel 1250 in Sardegna dalla Spagna, dove già la praticavano i Mori. Una manifestazione praticata da prima tra le classi nobiliari, per poi essere diffusa a quelle borghesi e quindi alle classi subalterne fino a diventare un’espressione di cultura e costume popolare.
La gara della Sartiglia nel corso della sua secolare storia ha subito varie evoluzioni, a partire dall’introduzione della polvere da sparo che portò a far cadere in disuso la lancia che da allora venne usata solo come strumento di esercizio per le reclute della cavalleria.
La storia di una rabbia popolare
Dietro la corsa e l’esibizione della Sartiglia c’è ovviamente la storia del popolo oristanese che odiava i dominatori aragonesi e manifestava questo sentimento in disordini sociali spesso molto cruenti e sanguinosi.
La Sartiglia come tutte le manifestazioni sportive tradizionali riproduce lo sfogo di questi sentimenti frustrati attraverso una sfida che si gioca con se stessi (nell’animo del cavaliere), con gli avversari (a chi inforca più anelli) e con la fortuna (la dea bendata che gioca un ruolo determinante nel successo della tecnica).
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Infilzare l’anello
La Sartiglia di Oristano era già citata nei documenti ufficiali del 1547, che trattavano degli spettacoli organizzati in onore dell’imperatore Carlo V.
Le esibizioni riguardavano giochi di abilità , duelli con la spada e con la lancia.
Si leggeva che, abili cavalieri, lanciavano alla corsa per le vie di Oristano i proprio cavalli. Essi erano muniti di spada e durante il galoppo tentavano di infilzarla in appositi anelli messi in sospeso su un filo trasversale in un determinato punto del percorso. I cavalieri erano pronti a tutto pur di ottenere un applauso dall’imperatore e il pubblico assisteva sbalordito allo spettacolo assiepato ai bordi della corsa.
La Sartiglia
nella storia di Oristano
Da villaggio bizantino a capoluogo del giudicato
La storia della Sartiglia si inoltra a perdita di memoria nella storia di Oristano e in particolare nell’epoca giudicale della Sardegna, quando il villaggio bizantino di Aristanis divenne, intorno all’anno Mille, il nuovo capoluogo del Giudicato d’Arborea.
Questa istituzione rimarrà in piedi fino al 1420, resistendo per un secolo alla conquista catalano-aragonese. Oristano in quel lungo periodo di assedio venne cinta di mura e di torri (molte ancora oggi in piedi e visitabili), ma alla fine dovette soccombere alla forza degli invasori. Durante l’età spagnola però il fermento culturale e civile maturato nel medioevo non smise di svilupparsi ed è a questo periodo storico che risalirebbe l’origine della Sartiglia.
L’origine della Sartiglia dalla vita nei campi
La manifestazione aveva reminiscenze di antichi riti agrari e – secondo la tradizione tramandata oralmente – venne ripetuta fino ad oggi per cinquecento anni, ogni edizione, senza interruzione, neanche in tempo di guerra.
Non si hanno documenti che certificano il legame temporale e il significato concettuale della Sartiglia con particolari festività , né si sa quando iniziò l’organizzazione razionale a sfondo sportivo.
La Sartiglia moderna
La Sartiglia oggi è un appuntamento centrale del carnevale oristanese e di quello sardo in generale. Grazie alla meritoria opera delle associazioni culturali e dei cittadini che negli anni hanno tramandato e mantenuto la tradizione, l’evento si ripete annualmente nel periodo di carnevale.
Le fasi della Sartiglia
La Sartiglia è una manifestazione sportiva assai complessa dal punto di vista organizzativo e realizzativo. Vi sono pertanto delle tappe di svolgimento che prevedono diverse fasi, tra cui, le più importanti sono:
- La vestizione
- La corsa alla stella
- La corsa delle pariglie
- La svestizione
1) La vestizione
La cerimonia della vestizione è svolta dalle donne che con le loro abili mani, vestono il cavaliere che dovrà partecipare alla competizione. Il cavaliere diventa “su Componidori” (il Capo corsa).
Su Componidori
è il Capo corsa
2) La corsa alla stella
Dopo la vestizione Su Componidori è pronto per entrare in corsa. La galoppata si svolge per le vie principali di Oristano dove, in determinati punti si trovano i bersagli da colpire durante la corsa: una stella appesa ad un filo trasversale.
Il bersaglio è una stella appesa
ad un filo che deve essere centrata
3) La corsa delle pariglie
Le pariglie sono le evoluzioni acrobatiche eseguite a cavallo dai Componidori che si esibiscono in specialità di altissimo livello atletico e scenografico.
Pariglie
Evoluzioni acrobatiche
4) La svestizione
La svestizione è l’ultimo rituale che prevede il protagonismo dei Componidori, i quali, dismettono i panni ufficiali di corsa e ritornano ad essere “semplici” cavalieri.
Tamburini e trombettieri: la colonna sonora
Finita la corsa la Sartiglia continua la sua evoluzione festaiola con i ritmi scanditi dai tamburi e dalle trombe che durante la corsa costituiscono la colonna sonora della Sartiglia.
I tamburini e i trombettieri dal primo giorno della corsa accompagnano l’araldo a cavallo tra le vie della città che legge il bando della Sartiglia, invitando il popolo ad assistere alla corsa.
Da quel momento tamburi e tromba scandiscono tutti i momenti salienti della manifestazione cavalleresca:
1) durante la vestizione de su Componidori, sottolineando, con tre squilli di tromba, una rullata e i ritmi solenni, il momento in cui sarà indossata l’antica maschera sul volto del cavaliere;
2) all’arrivo del corteo della Sartiglia e nei passaggi verso la sede della svestizione;
3) alla discesa in pista durante la Corsa alla Stella de su Segundu e de su Terzu Cumponi;
4) all’atto di accompagnamento de su Componidori verso la piazza Manno prima che compia sa Remada e durante la corsa alla Stella accompagna su Componidori dell’altro gremio.