Il libro bianco è l’insieme di leggi attraverso cui la Gran Bretagna organizza la gestione mantaria della Palestina dopo aver ricevuto l’incarico dalla Società delle Nazioni.
Il mandato della Gran Bretagna in Palestina iniziò nel 1922 e finì nel 1948.
Il Libro bianco uscì in tre edizioni:
1922, 1930 e 1939
L’insieme di leggi britanniche per l’amministrazione della Palestina furono giudicate dagli ebrei e in particolare dal movimento sionista, troppo restrittive nei confronti dell’immigrazione ebraica in Palestina promossa dal movimento.
Il malcontento della popolazione ebraica fu tale che tutto il mandato britannico della Palestina fu caratterizzato da una lunga serie di attentati anti-britannici. Organizzazioni terroristiche ebraiche sinoiste come l’Irgun, Lehi e Haganah furono capaci di uccidere centinaia di britannici tra il 1922 e il 1948.
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Le aggressioni non cessarono neanche durante la Seconda Guerra Mondiale, anche quando una delle più antiche comunità ebraica in Palestina integrarono i ranghi dell’esercito britannico con alcuni loro soldati.
- In alcuni passaggi del Libro bianco si evidenziavano come le ostilità arabe vero quelle ebraiche erano da motivare con la paura di trovarsi prima o poi etnia minoritaria in una nazione ebraica.
La Gran Bretagna da parte sua rimase, durante il mandato, fortemente contraria all’intensificazione dell’immigrazione ebraica, anche quando la Shoah aveva costretto alla fuga in Palestina di migliaia di ebrei per scampare alla persecuzione nazista.
Le disposizioni del Libro bianco
Primo Libro bianco, 1922 – Conosciuto come “libro bianco di Churchill” perchè all’epoca Churchill era segretario delle Colonie britanniche, prevedeva che le terre ad est del fiume Giordano fossero assegnate agli arabi.
- Il Libro Bianco del 1922 escluse la possibilità di una “nazione ebraica” in Palestina che doveva comprende anche i territori a ovest del Giordano.
Secondo Libro bianco, 1930 – Il “libro bianco di Lord Passfield” che allora era segretario delle Colonie britanniche, mise in discussione l’ipotesi di un insediamento ebraico a vocazione nazionale in Palestina e dette una chiusa ulteriore ai permessi di immigrazione ebraica, favorendo, peraltro, quella clandestina che in questo periodo registrò un pesante aumento.
Terzo Libro bianco, 1939 – Anche questo intitolato al segretario delle Colonie di allora, il “Libro bianco di Malcom Mac Donald”. Le misure proposte in questo libro risentirono della Grande Rivolta Araba, l’insurrezione degli arabo-palestinesi contro la presenza ebraica in Palestina, durata dal 1936 al 1939.
In questo periodo vennero razionalizzate le vendite di terreni arabi agli ebrei, in particolare verso un contenimento del fenomeno che andata dal divieto di vendita in alcune zone, per esempio nella Striscia di Gaza, alla vendita con supervisione britannica nella Valle del Giordano, alla venidita libera nella regione di Haifa.
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Alcuni passaggi del Terzo Libro bianco dimostrano come la posizione britannica fu a favore di un contenimento degli ebrei in Palestina e, al contempo, della realizzazione di uno stato arabo palestinese.
- «Il governo di Sua Maestà dichiara che non è assolutamente nelle sue intenzioni trasformare la Palestina in uno Stato ebraico».
- «Il governo di Sua Maestà desidera vedere stabilito uno Stato indipendente della Palestina».
- “Lo stato indipendente dovrà garantire una condivisione del governo tra arabi ed ebrei tale che siano salvaguardati gli interessi essenziali di entrambe le comunità”.
La Legge del Ritorno
Per le organizzazioni siniste di tutto il mondo la politica britannica a favore arabo-palestinese non fu assolutamente accettata e già nel1950 le leggi vennero abrogate. Con la cosiddetta “Legge del Ritorno” infatti, lo Stato di Israele (nato solo due anni prima in contemporanea all’abbandono della Palestina da parte delle truppe britanniche) garantiva la cittadinanza ad ogni persona di discendenza ebraica che si trasferiva in Israele con l’intenzione di viverci.