La Baia di Chia è una delle più importanti località balneari della Sardegna meridionale. La zona si trova sul versante occidentale del Golfo degli Angeli (noto anche come Golfo di Cagliari) ed è suddivisa in due comprensori:
Chia, costituita dal Porticciolo, dal Promontorio e dalla spiaggia de “Sa Colonia“.
Spartivento con il Porto Campana e s’Abba Durci e lo stagno.
LE SPIAGGE E LA COSTA
La costa è molto interessante dal punto di vista sia naturalistico che storico-archeologico e, grazie a vari servizi offerti dagli operatori del posto (bar, ristoranti, alberghi), è in grado di consentire ai turisti una piacevole visita. Nella località di Chia propriamente detta le aree di maggiore interesse sono:
- Il porticciolo. È una spiaggia di sabbia bianca che si affaccia sulla baia racchiusa, a est, dall’isolotto Su Cardulinu e, a ovest, dal promontorio di Chia.
- Il promontorio di Chia, che da est domina la baia del porticciolo ed è il punto dove si trova la Torre di Chia.
- Sa Colonia. È la spiaggia più grande di Chia, lunga quasi un chilometro ed è racchiusa fra i promontori di Chia e di Monte Cogoni. Dietro di essa si trova lo Stagno di Chia, l’area umida dove sostano tra gli altri i fenicotteri rosa.
- Spiaggia de Su Giudeu
- Spiaggia di Cala Cipolla
Spartivento è invece il comprensorio naturale diviso tra Porto Campana e s’Abba Durci, le due formazioni dunali più estese dalla Sardegna meridionale. Alle loro spalle si trova lo stagno di Spartivento, mentre, davanti alla spiaggia c’è l’isolotto Su Giudeu raggiungibile a piedi grazie al fondale basso che lo separa dalla terraferma. A ovest, oltre il promontorio roccioso, si trova invece Cala Cipolla, un’altra bella spiaggia raggiungibile solo a piedi che in estate diventa affollatissima.
IN EPOCA ROMANA CHIA
ERA SCALO E ATTRACCO
In epoca preistorica e storico-antica Chia si chiamava Bithia e corrispondeva ad un piccolo insediamento di probabile origine nuragica ubicato nell’isolotto Su Cardulinu e nel suo promontorio. Il sito passò poi nelle mani fenicie, puniche e infine romane: ancora oggi vi sono i resti di due templi, un toflet e alcune abitazioni. La sua funzione era di scalo marittimo intermedio nella tratta Nora-Karalis, ma dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente perse d’importanza economica e logistica. Nel 1639 fu eretta nel promontorio di Chia una Torre dotata di due cannoni. La costruzione faceva parte della rete difensiva composta dalle torri costiere, allestita fra i secoli XVI e XVII dalla Corona di Spagna contro le incursioni dei corsari barbareschi.
LO STAGNO DI CHIA
L’area umida di Chia è costituita da una serie di piccoli stagni retro dunali le cui dimensioni variano dall’entità degli allagamenti invernali. Dal punto di vista geologico, l’area è di notevole interesse per la presenza a Capo Spartivento delle rocce (graniti) più antiche dell’Isola. Il complesso stagnale si estende dalla Torre di Chia fino al P.to Simoni Gibudda e presenta una serie di baie e promontori più o meno pronunciati (es. Porto Campana). Durante l’inverno, nei periodi di massima piovosità , gli stagni comunicano con il mare variando il livello di salinità delle acque. Il patrimonio vegetale che prolifera attorno agli stagni è di grande interesse naturalistico tanto che le dune di Chia sono state inserite dal Camarda (1995) nel “sistema di aree di interesse botanico per la salvaguardia della biodiversità floristica della Sardegna”.
L’area umida di Chia è costituita da una serie di piccoli stagni retro dunali le cui dimensioni variano dall’entità degli allagamenti invernali. Dal punto di vista geologico, l’area è di notevole interesse per la presenza a Capo Spartivento delle rocce (graniti) più antiche dell’Isola. Il complesso stagnale si estende dalla Torre di Chia fino al P.to Simoni Gibudda e presenta una serie di baie e promontori più o meno pronunciati (es. Porto Campana). Durante l’inverno, nei periodi di massima piovosità , gli stagni comunicano con il mare variando il livello di salinità delle acque. Il patrimonio vegetale che prolifera attorno agli stagni è di grande interesse naturalistico tanto che le dune di Chia sono state inserite dal Camarda (1995) nel “sistema di aree di interesse botanico per la salvaguardia della biodiversità floristica della Sardegna”.