1836, Ozieri diventa città
Ozieri (provincia di Sassari), con i suoi 10.829 è il centro abitato più grande del Logudoro. La storia di questa città ha radici preistoriche che affondano nella Sardegna prenuragica quando nel suo territorio proliferava la cosiddetta cultura di Ozieri detta altrimenti cultura di San Michele di Ozieri, in riferimento al nome proprio dalla grotta di San Michele dove sono stati fatti importanti ritrovamenti. Nelle vicinanze della città sono state presenti anche rigogliose comunità nuragiche, lo testimoniano i vari nuraghi, i pozzi sacri e le tombe dei giganti. Mentre, a ricordare l’importanza del centro in epoca romana, basta osservare il ponte sul Rio Mannu, noto in sardo con il nome di “Pont’ezzu“, che racconta, architettonicamente parlando, l’importanza economica e logistica del sito anche durante la dominazione romana in Sardegna. Seguì, l’epoca medioevale quando Ozieri (termine identificativo che ancora non compare) fece parte del giudicato di Torres comprendendolo nella curatoria del Monteacuto. Da allora, cominciò a circolare il toponimo Othieri che fu la base da cui nacque successivamente l’attuale denominazione. Prima della conquista aragonese, Ortieri fece parte del giudicato di Arborea e quindi, in età moderna, passò, come il resto dell’isola, sotto il Regno di Sardegna, quando, il 10 settembre 1836, Carlo Alberto, la elevò al rango di città .
1836, OZIERI CITTÀ. L’INGRESSO NELLA STORIA
L’evento di riconoscenza cittadina, tuttavia non segnò che solo una svolta storica formale, rispetto al periodo precedente, perché – secondo lo studioso Cantara – da quel momento, Ozieri e la Sardegna vissero “il triste abbandono in cui i regnanti sabaudi li tenevano. Per cui l’evento non solo non aprì un capitolo nuovo nella storia di Ozieri (al quale avrebbe potuto dare consistenza e corpo la istituzione di nuovi uffici pubblici, finanziari, amministrativi, giudiziari, che si rendevano necessari allo scopo di soddisfare le esigenze di Ozieri e le necessità dei centri che ad Ozieri facevano capo per l’importanza economica, commerciale e finanziaria che aveva assunta) ma non diede a quello che era in atto una spinta più vigorosa affinché potesse risultare più nutrito e interessante”. Ozieri, rimase insomma quel grande paesone del Logudoro che prosperava grazie ad un’economia agricola e pastorale pertanto, e si auto amministrava tenacemente tra le intricate maglie della burocrazia piemontese che stritolava dentro i suoi ingranaggi ogni comunità che entrava, per diritto o per conquista, sotto la sua giurisdizione. Insomma Ozieri, nonostante fosse diventata città ufficialmente, continuava individualisticamente il suo cammino verso il ‘900.
Cosa visitare a Ozieri:
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