L’isola dell’Asinara (comune di Porto Torres) con i suoi 50 km2 di estensione è la seconda isola sarda per dimensioni dopo Sant’Antioco e si trova a largo della punta nord – occidentale della Sardegna. La sua orografia si caratterizza per la forma sinuosa e allungata che ha dato origine al nome (dal termine romano ‘Sinuaria → Asinara’). L’isola, nel 1885, diventa colonia penale ricalcando il modello della colonia penale agricola di Pianosa, nata trent’anni prima e che proponeva l’integrazione della pena detentiva con la pratica di attività lavorative (agricole e di allevamento soprattutto) per rendere meno alienante lo stato di carcerazione. Per la realizzazione dei primi plessi all’Asinara, furono espropriati i terreni dei 500 abitanti che da generazioni si erano stanziati stabilmente sull’isola: soprattutto genovesi, camoglini, ponzesi e qualche famiglia di origine napoletana. Il disegno di legge per la creazione della struttura, suddivisa progressivamente in ben 12 diramazioni, fu dell’allora ministro dell’Interno Agostino De Pretis, che riteneva il carcere un’utilità ambivalente, per il governo e per i detenuti.
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Le 12 diramazioni del Carcere dell’Asinara:
- Fornelli – Massima sicurezza
- Santa Maria – Detenuti reclusi per lo spaccio di sostanze stupefacenti soprattutto stranieri. Chiamata per questo “legione straniera”.
- Tamburino – Detenuti accusati di violenza carnale, stupri, pedofilia. La procedura di isolamento di questi pochi detenuti (massimo 10 o 15) era richiesta per evitare che gli stessi subissero violenze nei carceri affollati a ritorsione dei loro crimini.
- Stretti – Aperto nel 1918, rimase operativo per quarant’anni e poi essere abbandonato perché ubicato in un luogo difficilmente accessibile. rimase operativo dal 1918 a a
- Campu Predu
- Campo Faro
- Trabuccato – Aperto al termine del primo conflitto mondiale, era riservato a chi doveva scontare pene leggere
- Cala d’Oliva – Massima sicurezza
- Diramazione Centrale
- Bunker
- Nuova sezione
- Case Bianche – Elighe Mannu – Sa Conca
I motivi di questa suddivisione erano legati al diverso trattamento che i carcerati ricevevano a seconda del loro grado di pericolosità e del tipo di pena da scontare. Quasi tutti i raggruppamenti prevedevano l’integrazione della pena detentiva con la pratica di attività agricole e di allevamento.
- Fornelli, è stata aperta all’inizio del ‘900 ospitando una cinquantina di detenuti. Questo carcere era una colonia agricola penale e i carcerati lavoravano nell’allevamento e nell’agricoltura. Dopo la parentesi delle due guerre mondiali in cui il penitenziario fu adibito a tubercolario per cercare di arginare la grande diffusione della tubercolosi in Sardegna, negli anni ’70 fu rimodulato in un carcere di massima sicurezza che andava ad ospitare famosi brigatisti (tra cui Curcio e Franceschini) e implacabili banditi dell’Anonima Sarda. Seguì la temporanea chiusura negli anni ’80, per poi trovare una nuova apertura in risposta ai gravi attentati mafiosi del 1992, che obbligarono lo Stato a rendere operativo il Nuovo Ordinamento Carcerario con l’applicazione del noto 41 Bis e il ripristino del carcere di massima sicurezza. La storia di Fornelli è legata anche a quella criminale del bandito sardo Matteo Boe, entrato nella memoria per essere stato l’ unico, in 112 anni, ad essere riuscito a scappare: il primo settembre 1986, dopo aver immobilizzato la sentinella, assieme al complice Salvatore Duras (in carcere per furto), riesce a scappare in mare aiutato dalla moglie di Matteo Boe, Laura Manfredi, che li aspetta in mare a bordo di un gommone preso a noleggio. Duras, viene riacciuffato dopo pochi giorni in Sardegna, Boe invece, dapprima fugge in Corsica e poi ricomincia la sua attività criminale, tra cui il rapimento di Farouk Kassam, a cui venne mutilato l’orecchio durante il sequestro.
- Cala D’Oliva è il piccolo borgo fondato dai camoglini che per primi realizzarono un centro urbano nell’isola dell’Asinara. Gli abitanti rimasero all’Asinara fino al 1885, quando, per volontà dello Stato, gli furono espropriate le case e costretti ad andare via perché all’Asinara si voleva la creazione del nuovo quartier generale carcerario ( gli abitanti di Cala d’Oliva insediarono la dove sarebbe poi sorta Stintino. Vedi: http://www.informati-sardegna.it/?m=news&id=1161 ). Dalle abitazioni di Cala d’Oliva furono ricavati gli alloggi per il personale penitenziario, la chiesa, la scuola e il domicilio della direzione carceraria.
FALCONE, BORSELLINO E TOTÒ RIINA
Nell’agosto del 1985, presso la Foresteria di Cala d’Oliva, soggiornarono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino dove redarono l’istruttoria per il maxi processo alla mafia che si aprì l’anno seguente. Tra i molti detenuti della storia criminale italiana che sono stati reclusi in questo carcere, figurano i mafiosi sottoposti al regime del carcere duro (secondo l’articolo 41-bis della legge del 26 luglio 1975, n. 354) come i capi mafia Totò Riina e Leoluca Bagarella nonché il capo della nuova camorra organizzata Raffaele Cutolo.
INFORMAZIONI UTILI
Centro di Educazione Ambientale e Sostenibilità nell’ambito del sistema INFEA – Informazione, Formazione ed Educazione Ambientale della Sardegna,
- Indirizzo: via Josto, 7, 07046, Porto Torres
- Telefono: 079 503388
- Mail: ceas@asinara.org
- Facebook: https://www.facebook.com/ceasinara/info?tab=page_info
- Sito web: www.parcoasinara.org
Sinuaria Escursioni Asinara
- Indirizzo: via Campania, 3, 07046, Porto Torres
- Telefono: 333 467 9085 – 334 3451596
- Sito web: www.sinuaria.org