Emilio Lussu (1890-1975) è stato uno dei più grandi politici del ‘900 e il fondatore del Partito Sardo d’Azione, nonché del movimento Giustizia e Libertà.
Dal Gerrei
Emilio Lussu è nato ad Armurgia, piccolo centro del Gerrei (poco meno di 400 abitanti), in una famiglia di contadini benestanti.
Dopo aver fatto gli studi superiori a Lanusei e a Roma, nel 1915 si laureò a Cagliari in Giurisprudenza.
Interventista nella Prima Guerra Mondiale
Emilio Lussu allo scoppio della Prima Guerra Mondiale si schierò tra gli interventisti repubblicani motivando tale scelta sostenendo che l’Italia avrebbe dovuto liberarsi del giogo austroungarico.
In battaglia fu più volte riconosciuto per il suo valore militare, ricevendo quattro decorazioni ed ottenendo il passaggio di grado da ufficiale di complemento a capitano del 151° battaglione di fanteria della Brigata Sassari.
Lussu e la Brigata Sassari
La Brigata Sassari, composta sopratutto da pastori e contadini sardi, fu protagonista nel 1916 delle operazioni di contenimento contro gli austriaci.
I Sardi, attestati sulle montagne di Asiago, nonostante la potenza avversaria riuscirono tenere le posizioni e ad evitare dilagasse sulle città di Vicenza e Verona.
Un anno sull’Altopiano
“Un anno sull’Altopiano” è il capolavoro letterario che Emilio Lussu scrisse nel 1937 per ricordare la sua intensa esperienza militare nelle montagne di Asiago.
***Il regista Francesco Rosi trasse spunto dallo scritto di Lussu per comporre il suo film Uomini Contro, del 1970
Il libro di Lussu racconta della vita in trincea dei soldati sardi e italiani, costretti a vivere un’esperienza irrazionale per volontà di altri uomini, più potenti.
- L’irrazionalità e l’alienazione della guerra
Lo scrittore sardo, sulla scia di Filippo Turati, sottolineò l’inutilità della guerra e l’alienazione che la stessa produceva nel confronto tra nemici, in quanto le operazioni militari avvenivano senza che i fronti si incontrassero mai concretamente: a parlare erano solo le armi e le distruzioni.
- L’ipocrisia della stampa
Lussu inoltre mise in luce l’ipocrisia dei racconti giornalistici sui fatti di guerra, molti dei quali venivano svolti senza che i cronisti avessero visto concretamente le battaglie, ma solo sulla base di ricostruzioni riportate da altri.
- L’idealizzazione della guerra
In riferimento ai resoconti giornalistici dei fatti di guerra, dati in pasto poi all’opinione pubblica attraverso i giornali, Emilio Lussu mette in evidenza nel suo libro la discrepanza tra la realtà della guerra nei campi di battaglia e l’idea che una parte dell’opinione pubblica si fa leggendo le informazioni trasmesse dai giornalisti.
- La disciplina contro analfabeti
Uno degli aspetti che Lussu sottolineò delle dinamiche sociali e psicologiche all’interno delle trincee tra soldati semplici e graduati, fu l’uso della severità da parte di questi ultimi per impartire i comandi ai primi. Facendo leva sull’analfabetismo dei soldati gli ufficiali superiori riuscivano infatti a condizionare le loro volontà sottomettendoli ad operazioni spesso suicide.
- Inversione di marcia sull’interventismo?
Nel sottolineare la crudeltà e l’inutilità della guerra, Emilio Lussu in questo libro sembrerebbe mostrare un cambiamento di idea rispetto alle sue motivazioni iniziali sulla opportunità di intervenire nel conflitto.
Fondazione del Partito Sardo d’Azione
Il 17 luglio del 1921 a guerra ormai conclusa, Emilio Lussu si dedicò alla politica attiva e in quella data, assieme all’altro politico sardo, Camillo Bellieni e ad altri reduci della Prima Guerra Mondiale, fondò il Partito Sardo d’Azione.
Lo statuto del Partito era stato redatto sulla falsa riga di quello approvato a Macomer l’anno prima per mettere in piedi la Federazione sarda dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci.
Il Partito Sardo d’Azione si proponeva di essere un catalizzatore delle rivendicazioni che i contadini e pastori poveri della Sardegna avevano contro le prepotenze dei ricchi proprietari terrieri.
Lussu e i suoi amici di partito interpretarono le rivendicazioni sarde in chiave autonomista e federalista, nel rispetto del quadro repubblicano.
Lussu in parlamento dal maggio ’21
Il Movimento intanto si era già presentato alle elezioni del maggio 1921 e aveva subito riscosso un grande successo, registrando un quantitativo di voti oltre il doppio dei socialisti (che presero il 12,4 %). Questo risultato portò Emilio Lussu direttamente in parlamento alla Camera di deputati.
Gli scontri coi fascisti
Dopo la Marcia su Roma (1922) e dopo vari episodi di scontri tra fascisti e sardisti (fu ucciso il sardista Efisio Melis e lo stesso Lussu fu ferito), quando Mussolini era già al governo, cercò di avere un dialogo con il Partito Sardo d’Azione.
La proposta di Mussolini di fondere i sardisti e fascisti
Il tentativo dell’ormai Duce fu chiaro e netto, tanto che mandò in Sardegna un ambasciatore di partito, nel nome del generale Asclepia Gandolfo che allora era prefetto nell’isola, a proporre una fusione tra fascisti e sardisti, in nome della comune origine combattente. Dopo alcune consultazioni interne le alte dirigenze del Partito Sardo d’Azione, tra cui Bellieni, Fancello e lo stesso Lussu, decisero per un secco no.
L’assalto squadrista alla casa di Lussu
Il 1° novembre 1926 l’abitazione di Emilio Lussu a Cagliari, in piazza Manniti, viene assaltata da una squadraccia fascista. Il politico e scrittore sardista riesce a difendersi sparando due colpi di pistola contro uno degli assalitori. L’esito è l’arresto per omicidio di Lussu.
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Scioglimento del Psd’Az
Con l’introduzione delle Leggi fascistissime, il 9 novembre 1926, Mussolini mise fuori legge tutti i partiti di opposizione e fece decadere da deputato tutti i rappresentanti ad essi collegati.
Incarcerato Lussu
Per Emilio Lussu, perso lo status di immunità parlamentare, si aprirono le porte del carcere in conseguenza, ufficialmente, dell’omicidio del giovane fascista che pochi giorni prima aveva preso d’assalto la sua abitazione cagliaritana.
Emilio Lussu fu condannato dal Tribunale speciale al confino carcerario a Lipari il 27 ottobre del 1927, ma la sua condizione di internato durò fuo al 1929, quando riuscì ad evadere insieme ad altri prigionieri politici, tra cui Carlo Rosselli (socialista liberale) Fausto Nitti (economista). I tre fuggirono prima a Tunisi e poi ripiegarono su Parigi dove continuarono le loro attività intellettuali di ispirazione liberl socialista e dichiaratamente antifascista: insieme formarono il movimento “Giustizia e Libertà“.
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Il Ventennio all’estero
Durante il Ventenni fascista Emilio Lussu trascosse gran parte della vita all’estero (Francia, Portogallo, Regno Unito) dove fu attivo nella creazione di movimenti antifascista con l’intenzione di combattere il regime dialogando direttamente con tutte le opposizioni (comunisti, liberali) e soprattutto con quella parte della popolazione italiana che non si era piegata all’ideologia dittatoriale di Benito Mussolini.
Partito d’Azione
Una volta caduto il regime fascista Emilio Lussu e tutti gli altri grandi politici antifascisti poterono rientrare apertamente in Italia.
In particolare, per quanto riguarda la sua attività politica, egli non appoggiò il governo Badoglio che sostituì quello Mussolini immediatamente la sua caduta. Inoltre, venne subito inserito nelle alte dirigenze del nuovo Partito d’Azione, fondato sulla scia dell’omonimo partito mazziniano, alla cui guida vi era Ugo La Malfa.
Inoltre, in Sardegna, affiliò il suo Partito Sardo d’Azione al Partito d’Azione nazionale, senza, tuttavia, sciogliere il Movimento Giustizia e Libertà che aveva fondato alcuni anni prima a Parigi con Rosselli e Nitti.
Il dissolvimento degli azionisti
Emilio Lussu con la nascita della Repubblica continuò a dare il suo contributo di massimo esponente politico di orientamento azionista / socialista sia nella formazione dei primi governi postbellici, come il governo di Ferruccio Parri e il primo Alcide de Gasperi.
Nel frattempo il Partito d’Azione vide in questo periodo perdere la sua forza a causa dei grandi conflitti interni tra le sue alte dirigenze, al punto che Lussu vide questo partito dissolversi in parte nel Partito Repubblicano (la parte più liberldemocratica) e in parte nel Partito Socialista (la parte filosocialista).
Anche in Sardegna poi i sardisti andarono incontro a ripetute scissioni interne che minarono la forza del Partito, tanto che lo stesso Lussu fondò, strappando la sua corrente dal Psd’Az il Partito Sardo d’Azione Socialista. Questa iniziativa tuttavia ebbe vita brevissima e ben presto si dissolse nel Partito Socialista Italiano.
Coi socialisti l’ultima parte della sua vita
Emilio Lussu continuò la sua vita politica attiva dalle fila del Partito Socialista Italiano, senza tuttavia mai arrivare a un compromesso con i “cugini” del Partito Comunista. Lussu fece parte del Senato fino a ridosso della sua morte, nell’aprile del 1975.