Benedetto Croce (1866-1952) è stato uno dei più importanti filosofi, storici, critici letterari e politici italiani del XX secolo. Nato a Pescasseroli, in Abruzzo, è ricordato per il suo contributo alla filosofia idealista, in particolare con il suo sistema di pensiero noto come idealismo storico, e per il suo ruolo nella vita culturale e politica italiana.
- LEGGI ANCHE: Antonio Gramsci
- LEGGI ANCHE: Gramsci e Croce a confronto
Vita e carriera
- Formazione e tragedia familiare: Perse entrambi i genitori e la sorella nel terremoto di Casamicciola del 1883, evento che influenzò profondamente la sua vita. Studiò all’Università di Napoli, interessandosi inizialmente al diritto, ma si dedicò presto alla filosofia e alla storia.
Croce nella cultura italiana
Il contributo maggiore di Benedetto Croce alla cultura italiana è stata la sua filosofia idealista di chiara ispirazione hegeliana. Il suo intento fu di individuare un sistema filosofico che unisse storia, filosofia, logica ed estetica.
Croce affermava che la filosofia era una conoscenza storica del tempo corrente in continuo divenire con lo scorrere del tempo stesso. Croce si opponeva al concetto di sapere assoluto e definitivo e aveva una visione storicistica della realtà.
Antifascista
Benedetto Croce fu senatore del Regno d’Italia prima della parentesi mussoliniana, fu fervente antifascista durante il ventennio fascista e fu membro dell’Assemblea Costituente dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Nessun arresto durante il Ventennio
Durante il fascismo Benedetto Croce fu uno dei pochi intellettuali oppositori alla dittatura che non venne mai arrestato.
Benedetto Croce non fu mai arrestato dai fascisti, ma fu un fermo oppositore del regime e subì diverse pressioni e intimidazioni.
Nel 1925, firmò il famoso Manifesto degli intellettuali antifascisti, un documento redatto in risposta al Manifesto degli intellettuali fascisti di Giovanni Gentile. Questo atto segnò una netta presa di posizione contro il fascismo e lo rese un simbolo dell’opposizione intellettuale al regime.
Nonostante le persecuzioni e le minacce, Croce riuscì a mantenere una relativa libertà personale grazie al suo prestigio internazionale e alla sua posizione di senatore a vita (cosa che non riuscirà ad Gramsci) una carica che ricopriva dal 1910. Tuttavia, la sua attività fu costantemente sorvegliata, e il regime censurò alcune delle sue opere e interventi.
Croce nell’Italia repubblicana
Croce fu anche coinvolto nella resistenza morale e culturale al fascismo, offrendo rifugio a perseguitati politici e continuando a scrivere opere che rappresentavano un pensiero alternativo rispetto alla retorica fascista.
Dopo la caduta del regime, divenne una figura centrale nella ricostruzione culturale e politica dell’Italia.