La casa di Emilio Lussu, fondatore del Partito Sardo d’Azione, fervente antifascista, fu presa di mira da una squadraccia cagliaritana capitanata dall’avvocato Cao di San Marco il 31 ottobre del 1926.
Durante l’assalto perse la vita un giovane fascista, Battista Porrà, colpito a morte dallo stesso Lussu che lo respinse nel tentativo di introdursi a casa sua.
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GLI ANTEFATTI
I malumori fascisti dopo l’attentato a Mussolini
Il 4 novembre 1925 Benito Mussolini, già capo del governo, fu vittima di un attentato ad opera dell’anarchico Tito Zaniboni che gli sparò una rivoltellata durante una visita ufficiale a Bologna. Il colpo non uccise il duce ma fu l’innesco di un’ondata di proteste fasciste in tutto il paese.
L’ondata delle proteste si tradusse in attentati e disordini a tutti i soggetti (singoli o organizzazioni) ritenuti oppositori del fascismo.
L’Unione e La Nuova simpatizzano per il fascismo
Le violenze si diffusero in tutto lo Stivale e arrivò anche in Sardegna, in particolare a Cagliari, dove il fascismo era ormai una realtà anche grazie all’appoggio dei due principali quotidiani dell’isola, L’Unione Sarda e la Nuova Sardegna che ben presto, dalla Marcia di Roma in poi, si allinearono al nuovo corso politico.
Sardisti argine ai fascisti sull’isola
Uno dei pochi argini alla presenza invasiva del fascismo sull’isola fu senz’altro la presenza diffusa del Partito Sardo d’Azione e questo determinò tra i due movimenti politici (fascisti e sardisti) un attrito continuo che si traduceva spesso in scontri anche violenti.
Tra questi vanno ricordati:
- l’espulsione dei fascisti dal corteo di commemorazione del IV° anniversario della vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale, il 4 novembre 1922 a Macomer
- la formazione militare sardista delle Camicie Grige in risposta alle Camicie Nere fasciste
- le spedizioni punitive di fascisti contro sardisti, socialisti e comunisti ad Olbia
- l’incendio alla sede della redazione del “Solco”, il giornale sardista
L’ATTENTATO
Lussu nel mirino dei fascisti
Emilio Lussu era stato da sempre nella lunga lista degli avversari antifascisti da eliminare.
Uno dei tentativi più clamorosi di catturare o di far male al capo dei sardisti avvenne il 31 ottobre 1926 a Cagliari, nella sua casa in Piazza dei Martiri d’Italia.
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Squadrismo a Cagliari
Quel giorno una squadraccia fascista, capitanata dall’avvocato Cao di San Marco, dopo aver distrutto e saccheggiato la tipografia del “Corriere” (giornale locale di schieramento cristiano) e uno studio legale, si portò nella casa di Emilio Lussu.
Lussu non riuscì a fuggire
Questi, nonostante Cagliari fosse da giorni teatro di continue adunate fasciste pronte a colpire, non era riuscito a scappare dalla città. Sapendo di essere di mira, si rifugiò quindi a casa sua dove però venne presto individuato.
L’assalto alla casa
L’assalto fascista alla casa di Lussu fu molto violento e i fascisti – sostenuti anche da numerosi simpatizzanti accorsi in strada – riuscirono ad entrare nel palazzo, tanto che uno di loro, il giovane Battista Porrà giunse fino al balcone e per questo venne subito freddato dallo stesso Lussu che gli sparò due colpi di pistola.
Il carcere
Nonostante il Tribunale riconobbe la motivazione della Legittima difesa nella risposta di Emilio Lussu, per lui si aprirono le porte del carcere. Lussu fu rinchiuso nel penitenziario di Cagliari di Buoncammino dal 31 ottobre del 1926 al 22 ottobre dell’anno dopo.