L’Artiglieria di Nuoro, conosciuta anche come Caserma Loy, è una storica caserma militare costruita nel 1932, durante il governo fascista di Benito Mussolini. L’opera rientrava nel piano di rafforzamento della presenza dello Stato nelle regioni periferiche d’Italia, come la Barbagia, attraverso la creazione di infrastrutture simboliche e strategiche. La caserma fu edificata pochi anni dopo la proclamazione di Nuoro come capoluogo di provincia (1927), in un contesto di profonda trasformazione urbana della città. Rimasta di proprietà dell’Esercito Italiano fino al 2014, l’edificio è stato poi ceduto al Comune di Nuoro, che ha in cambio realizzato una nuova struttura militare nella zona industriale di Pratosardo.
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📜 Scheda storica – Artiglieria di Nuoro
- Nome ufficiale: Caserma dell’Artiglieria di Nuoro (detta anche “Caserma Loy”)
- Anno di costruzione: 1932
- Periodo di attività: 1932–2014
- Superficie: circa 6 ettari (inizialmente previsti 12)
- Localizzazione: tra il quartiere Istiritta e l’area sportiva del Quadrivio
- Stile architettonico: Razionalismo fascista
- Funzione originaria: presidio militare strategico
- Stato attuale: dismessa, di proprietà del Comune di Nuoro dal 2014
Nuoro e l’eredità del razionalismo
Tra il 1927 e il 1940, Nuoro fu protagonista di una profonda trasformazione urbanistica, sospinta dal progetto di ammodernamento promosso durante il ventennio fascista. Con la recente proclamazione a capoluogo di provincia, la città, che allora contava poco meno di novemila abitanti, venne ridisegnata seguendo i principi del razionalismo architettonico, uno dei principali stili imposti dal regime, accanto al monumentalismo piacentino.
In questo contesto nacque l’Artiglieria di Nuoro, un enorme complesso militare di sei ettari, circondato da un muro perimetrale lungo circa 950 metri, situato tra il quartiere di Istiritta e l’area sportiva del Quadrivio. Lo spazio, strategicamente inserito nel cuore cittadino, rappresentava uno degli elementi chiave per definire la nuova immagine di Nuoro città, moderna e funzionale, in linea con le tendenze urbanistiche europee dell’epoca.
🏛️ Architettura pubblica e razionalismo a Nuoro (1927–1940)
Durante gli anni della trasformazione urbanistica fascista, furono realizzati a Nuoro numerosi edifici pubblici di alto valore architettonico, divenuti oggi simboli identitari della città:
- Palazzo delle Poste
- Liceo Classico
- Ospedale San Francesco
- Prefettura
- Istituto Magistrale
- Stazione Ferroviaria
- Camera di Commercio (già Camera delle Corporazioni)
- Sanatorio
- Casa del Mutilato
- Casa della Mamma e del Bambino
- Palazzo della Gioventù Italiana del Littorio
- Case popolari di via Deffenu
- Palazzi INCIS di via La Marmora e via Trieste
Nella zona sud-est, nell’attuale Piazza Vittorio Emanuele, sorsero inoltre:
- Scuola Elementare F. Podda
- Casa del Fascio
- Mercato Civico
- Palazzi privati di pregio
50 ettari per l’insediamento permanente dell’Esercito a Nuoro
Quando fu concepita l’area destinata all’Artiglieria di Nuoro, la zona si trovava in piena periferia cittadina. L’urbanista incaricato, Angelo Satta – fratello dello scrittore Salvatore Satta – redasse nel 1928, su richiesta del Podestà Bandino, un piano di espansione urbana che prevedeva lo sviluppo della città lungo le direttrici Nord e Nord-Ovest, grazie anche all’apertura di via Deffenu e viale Trieste.
Nel progetto di Convenzione stipulato tra il Comando del Genio Militare della Sardegna e il Comune di Nuoro, erano previste condizioni molto vantaggiose per l’insediamento della nuova caserma e dei magazzini militari:
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cessione gratuita di 38 ettari di terreno in località Prato
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acquisto e cessione gratuita di 12 ettari in prossimità del centro abitato
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fornitura quasi gratuita di energia elettrica da parte della Ditta Guiso Gallisai
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fornitura gratuita dell’acqua, con prolungamento della condotta a carico del Comune fino all’ingresso della struttura.
Da La Maddalena a Nuoro: la Direzione dell’Artiglieria
Già nei primi anni di operatività, la Caserma Loy di Nuoro si rivelò un punto strategico per la logistica militare in Sardegna. Nel 1936, nell’ambito del riordino degli assetti amministrativi voluto da Benito Mussolini, fu decisa la trasferimento della Direzione dell’Artiglieria da La Maddalena a Nuoro. Il nuovo comando fu insediato nel complesso edilizio di Santa Barbara, costruito tra il 1930 e il 1935.
La caserma, nel tempo, fu oggetto di ampliamenti strutturali rispetto al progetto originario. Nonostante le difficoltà infrastrutturali che caratterizzavano ancora la Barbagia – in particolare i limiti delle vie di comunicazione – l’insediamento militare resistette nel 1940 a un tentativo di trasferimento a Macomer, rifiutato personalmente da Mussolini, che rimandò ogni decisione al termine della Seconda guerra mondiale.

Grazia Deledda, la Brigata Sassari e la nascita della Caserma a Nuoro
La decisione di costruire a Nuoro un grande insediamento militare non rispose soltanto a esigenze di presidio strategico in una zona ancora remota della Sardegna centrale, ma fu anche il frutto di motivazioni simboliche e culturali. Secondo alcune interpretazioni, l’attribuzione a Nuoro della Caserma dell’Artiglieria rappresentò anche un riconoscimento alla città per aver dato i natali a Grazia Deledda, insignita nel 1926 del Premio Nobel per la Letteratura – prima e unica donna italiana a riceverlo.
A ciò si aggiungeva il desiderio di onorare il contributo fondamentale dei soldati nuoresi e barbaricini alla Brigata Sassari, uno dei reparti più valorosi dell’Esercito Italiano durante la Prima Guerra Mondiale. Numerosi combattenti provenienti dal Nuorese si distinsero per il coraggio e i sacrifici nelle trincee, guadagnandosi onorificenze e rispetto in tutta Italia.

L’eccellenza delle maestranze nuoresi: tra officine militari e pastori transumanti
Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’Artiglieria di Nuoro divenne una base strategica per la riparazione, l’ammodernamento e la manutenzione delle armi e dei mezzi militari impiegati al fronte e sul territorio. Le sue officine militari, dotate di ampi spazi e moderne attrezzature per l’epoca, si distinsero per l’alta qualità tecnica e l’efficienza logistica, guadagnandosi il riconoscimento delle autorità militari e di tutto il comparto difesa.
Un ruolo chiave fu svolto dalle maestranze locali, costituite da operai e impiegati provenienti dalla città di Nuoro e dai comuni circostanti. Il personale passò dai circa 200 lavoratori degli anni ’40 ai 500 degli anni ’70, rappresentando un’importante fonte di occupazione stabile in un territorio dove l’economia era ancora fortemente basata sulla pastorizia transumante e su forme di agricoltura tradizionale di sussistenza.
Questa realtà industriale nascosta, rimasta riservata per decenni, contribuì in modo decisivo alla modernizzazione del Nuorese, offrendo ai suoi abitanti una via alternativa al lavoro rurale e aprendo le porte a una cultura tecnica e professionale fino ad allora poco diffusa nella regione.

Dai blindati alla motozappa: la doppia vita dell’Artiglieria di Nuoro
Il centro tecnico e produttivo dell’Artiglieria di Nuoro raggiunse negli anni un livello di specializzazione tale da guadagnarsi un ruolo di rilievo nel panorama militare nazionale. Le officine militari nuoresi non si limitarono alla manutenzione: qui venivano assemblati, riparati e prodotti mezzi e armamenti per l’Esercito Italiano. Tra questi: carri armati, blindati, cannoni, mitragliatrici, fucili e pistole. In molti casi, il Ministero della Difesa acquistava su commissione materiali fabbricati interamente a Nuoro.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il centro ricevette mezzi danneggiati provenienti da tutta la Sardegna, ma anche da altre regioni italiane. Alcuni rifornimenti militari destinati al fronte partirono proprio dalla città barbaricina, allora neonato capoluogo di provincia.
Dopo il conflitto, e con la caduta del fascismo, la produzione militare rallentò bruscamente, ma non si fermò. Le officine vennero riconvertite per supportare anche il settore civile e agricolo, rispondendo alla crescente domanda di manutenzione di trattori, motozappe, ruspe cingolate e altri mezzi agricoli. Questa trasformazione industriale fu decisiva per l’economia del Nuorese, segnando il passaggio da una struttura militare a un polo meccanico misto, tra difesa e agricoltura.

Gli edifici dell’ex Artiglieria di Nuoro
Dal 2014, l’area dell’ex Artiglieria di Nuoro, un tempo situata nella periferia cittadina, è stata ufficialmente consegnata al Comune, che oggi valuta progetti di rigenerazione urbana e riconversione dell’intero complesso. L’area, che si estende su 6 ettari di terreno pianeggiante (originariamente dovevano essere 12), si trova oggi in una posizione strategica: ponte tra il centro storico e la Nuoro moderna.
Il perimetro è ancora oggi delimitato da un muro alto 6 metri e lungo 950 metri, dotato di sei ingressi secondari e un ingresso principale su viale Sardegna, sorvegliato da torrette di controllo in stile razionalista. All’interno sono presenti circa 20 edifici, tra cui:
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Officine e falegnamerie
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Uffici amministrativi e direzione
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Dormitori e lavanderia
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Sartoria, selleria e mensa
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Infermeria, tipografia e ufficio telegrafo
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Teatro interno
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Campi sportivi: calcio, tennis, bocce, equitazione
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Eliporto e aree di sosta coperte
Non mancava la vegetazione interna: oltre ai classici eucalipti, vi erano pini, abeti e un’area destinata ad orto alimentare, alimentata da un pozzo artesiano particolarmente ricco d’acqua.
Molti edifici disponevano di torrette di avvistamento, e nel sottosuolo erano stati progettati:
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Un rifugio anti aereo
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Depositi segreti di armi e munizioni
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Rimesse per mezzi corazzati
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Custodie per pezzi d’artiglieria pesante
Questa architettura militare razionalista, oggi in disuso, rappresenta un enorme patrimonio storico e culturale, che potrebbe diventare un nuovo spazio pubblico multifunzionale al servizio della città.
- Guarda anche il sito del Museo Archeologico di Nuoro Giorgio Asproni


