Olbia romana fu uno dei centri più importanti della Sardegna in età imperiale, strategicamente posizionata sulla costa nord-orientale e dotata di un porto che la collegava direttamente a Roma e alle principali rotte del Mediterraneo. La città, erede di un precedente insediamento punico, visse un profondo processo di trasformazione urbanistica e culturale: dalle mura difensive e dalle torri di avvistamento alle grandi opere pubbliche come foro, terme, strade lastricate e acquedotto. Nel periodo di massimo splendore, Olbia romana contava circa 5.000 abitanti ed era un punto nevralgico per il commercio, la vita politica e la diffusione della cultura romana in Sardegna.
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📜 Scheda storica – Olbia romana
Fondazione punica · romanizzazione graduale · centro portuale del Mediterraneo occidentale
In sintesi
Insediata come centro punico tra V–IV sec. a.C., Olbia passa stabilmente a Roma dal 238 a.C. L’integrazione è graduale: il porto diventa
snodo commerciale e base militare; la città si riorganizza con foro, strade, terme e acquedotto. Nel periodo di massimo splendore raggiunge
~5.000 abitanti.
⏳ Linea del tempo
- V–IV sec. a.C. – Fondazione e assetto urbano punico (mura e torri di avvistamento).
- 259 a.C. – Tentativo di sbarco romano (L. Cornelio Scipione) fallito durante la I guerra punica.
- 238 a.C. – Occupazione stabile romana e avvio della romanizzazione.
- I–II sec. d.C. – Grandi opere: foro, strade lastricate, terme, acquedotto (Tibbas → Monte Cabu Abbas, ~7 km).
🏛️ Territorio e urbanistica
Nucleo originario tra le attuali via Asproni e piazza Matteotti; tracce delle mura in via Torino.
Revisione degli edifici tardo-repubblicani con prevalenza di usi residenziali; razionalizzazione degli isolati e trama viaria lastricata.
Infrastrutture principali
- Foro – area politico-amministrativa (zona dell’attuale Municipio).
- Strade lastricate – miglioramento della viabilità urbana e degli isolati.
- Terme pubbliche – funzione sociale e simbolo della romanità (area “Vecchio Ospedale”).
- Acquedotto – I–II sec. d.C., da Tibbas alle sorgenti di Monte Cabu Abbas, sviluppo ~7 km.
- Porto – hub commerciale e base militare per il controllo delle rotte tirreniche.
🌿 Economia e campagne
Diffusione di villae rusticae nel territorio (es. S’Imbalconadu sul Padrongianus) con produzioni agricole specializzate
(viticoltura, olivicoltura, allevamento). Introduzione e rielaborazione del culto di Dioniso/Bacco in chiave identitaria romana.
🛣️ Rete stradale e connessioni
- Carales–Olbia (costa orientale sarda).
- Sassari–Olbia (verso ovest).
- Direttrici settentrionali verso Tibula (area Gallura nord) e Castrum Ianuense (Castelsardo).
🕊️ Religione e simboli
Ercole/Eracle–Melqart come ponte cultuale tra tradizione punica e romana: statua nel santuario poliadico
dell’acropoli a segnare il passaggio di consegne da Cartagine a Roma.
👥 Demografia e status urbano
Nel periodo di massima prosperità, Olbia raggiunge circa 5.000 abitanti, affermandosi come centro residenziale e commerciale
strategico della Sardegna romana.
Il nucleo originario di Olbia: le mura puniche
Con la fondazione punica, i Cartaginesi cinsero Olbia di mura difensive, affidando a torri strategiche il compito di avvistare pericoli provenienti dal mare o dall’entroterra.
Il nucleo urbano originario si estendeva tra l’attuale via Asproni e piazza Matteotti, mentre in via Torino sono ancora visibili resti delle antiche fortificazioni.
Le origini antiche di Olbia: dai Fenici ai Punici
Il primo insediamento che possa essere definito urbanisticamente organizzato nell’attuale territorio di Olbia risale a una fondazione punica tra il V e il IV secolo a.C.
Già alcuni secoli prima, il sito era stato frequentato da Fenici e Antichi Greci: il nome Olbia deriva dal greco Olbiós, che significa “felice”.
Queste popolazioni entrarono in contatto commerciale con le genti indigene dell’Alta Gallura – i Corsi della Gallura – e della Sardegna settentrionale – i Balari del Monteacuto.
L’area di Olbia si configurava così come un punto di incontro e di scambio tra culture mediterranee, preludio allo sviluppo urbano che i Punici avrebbero consolidato nei secoli successivi.
Scipione sconfitto ad Olbia nella Prima Guerra Punica
Questo tratto di costa, il più vicino alla penisola italica, fu teatro di un episodio importante durante la Prima Guerra Punica: nel 259 a.C., Lucio Cornelio Scipione tentò il primo sbarco romano in Sardegna proprio ad Olbia, ma l’operazione fallì.
Solo dal 238 a.C. Roma riuscì a occupare stabilmente il centro gallurese, integrandosi nel tessuto economico, sociale e politico della città, e sostituendosi a Cartagine nel controllo dell’area.
Dalla tradizione punica alla città romana
L’occupazione romana fu inizialmente graduale e poco invasiva: fino alla metà del I secolo a.C., Olbia mantenne molti tratti della sua tradizione punica. Il cambiamento avvenne con interventi di riorganizzazione urbana – tra cui la costruzione di due templi pubblici – e con la dismissione di attività economiche artigianali, come quelle dei fabbri, ritenute non più in linea con la nuova vocazione commerciale della città.
L’Olbia romana e il suo massimo splendore
Nel periodo di massima prosperità, l’Olbia romana arrivò a contare circa 5.000 abitanti, diventando un centro nevralgico per i commerci nel Mediterraneo e un punto strategico per i collegamenti tra la Sardegna e la penisola.
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Ercole e il passaggio di Olbia da Cartagine a Roma
Uno degli elementi simbolici che favorirono l’integrazione dei Romani nella Olbia cartaginese fu la dedica al culto di Ercole, figura emblematica della forza fisica nella mitologia romana.
Questo eroe derivava direttamente dall’Eracle greco, che a sua volta corrispondeva alla divinità fenicia Melqart, venerata a Cartagine come protettore del mare e delle rotte commerciali.
Olbia romana: dal mito greco alla tradizione romana
Il culto di Ercole entrò nella tradizione di Roma attraverso le popolazioni della Campania, che lo conobbero durante i conflitti con i Sanniti. I Romani lo adottarono, adattandolo alla propria religione e attribuendogli un forte valore identitario e politico.
L’incontro tra Romani e Cartaginesi a Olbia
Ad Olbia, l’incontro e lo scontro tra Romani e Cartaginesi avvenne simbolicamente sotto il patrocinio di Eracle / Melqart / Ercole, sancendo il passaggio di consegne della città.
A Cartagine, il culto di Melqart era già consolidato: il dio appariva sulle monete fenicio-puniche con la testa coperta da una leontea (pelle di leone, tipica iconografia di Eracle/Ercole) sul dritto e con raffigurazioni navali sul rovescio.
La statua di Ercole sull’acropoli di Olbia
Come primo atto ufficiale della presenza romana in terra gallurese, fu eretta una statua di Ercole nel santuario poliadico dell’acropoli di Olbia, segnando simbolicamente l’avvio dell’epoca romana e il definitivo superamento dell’era cartaginese.

Olbia, città residenziale in epoca romana
Quando Roma decise di inquadrare il dominio della Sardegna come una delle principali fonti di reddito per l’aristocrazia cittadina, anche Olbia subì una profonda trasformazione urbanistica.
L’obiettivo era adattare la città alle esigenze commerciali e politiche di un modello economico che potremmo definire “archeo-capitalistico”, incentrato sui traffici mediterranei.
Dal centro punico al porto militare romano
Tutti gli edifici del IV secolo vennero ristrutturati e riconvertiti a uso prevalentemente residenziale. Molte attività artigianali di origine punica, legate a un’economia stanziale, scomparvero, lasciando spazio al commercio marittimo.
Il porto di Olbia divenne non solo il cuore delle attività commerciali, ma anche una base militare strategica per le politiche di espansione di Roma nel Mediterraneo occidentale.
📜 Grandi opere pubbliche a Olbia romana
Riorganizzazione urbana tra età repubblicana e imperiale
- Foro romano – nei pressi dell’attuale Municipio: centro politico, amministrativo e commerciale.
- Strade lastricate – migliorano la viabilità urbana e l’assetto degli isolati.
- Terme pubbliche – luogo di aggregazione e simbolo della romanità.
- Acquedotto romano – costruito tra I–II sec. d.C. in località Tibbas, lungo ≈ 7 km: convogliava l’acqua dalle sorgenti di Monte Cabu Abbas alle terme (area dell’attuale Vecchio Ospedale).
Ville e vigne
Con l’introduzione di un sistema economico capitalistico, seppur in forma primitiva, nascono anche nelle campagne di Olbia e della Sardegna, numerose ville/fattorie di proprietà di nuove genti di origine romana e italica.
Come dimostrano oggi le tracce di un rudere ancora presenti a S’Imbalconadu, sulla riva destra del fiume Padrongianus, a pochi chilometri dalla foce, dove, decorazioni artistiche, colonne e pavimenti cementizi sono la nuova identità architettonica della dominazione romana in Sardegna.
Le ville che nascono per essere presidio logistico innescano il processo delle nuove produzioni agricole come la viticoltura, la cui introduzione fu anticipata da quella del culto di Dionisio, il Dio del vino, che servì a indottrinare le popolazioni locali ad omologarsi alla cultura romana ed emanciparsi dalla primitività.
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Civita o Karalis
Nel frattempo si sviluppano i collegamenti stradali utilizzando peraltro i vecchi tracciati individuati dagli stessi cartaginesi: verso Sud, sulla costa orientale Sarda, la Karalibus-Olbiam; verso Ovest (Sassari Olbia) e verso Nord, in direzione di Tibula (Santa Teresa di Gallura) e di Castrum Ianuense (Castelsardo).
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Questo indirizzo urbanistico serviva a ottimizzare i servizi e gli scambi con il nuovo centro gravitazionale della città che conferiva al porto olbiese il rango di scalo principale per i collegamenti tra Roma e la Sardegna, anche e soprattutto per la maggiore vicinanza geografica rispetto a Karalis.
- Museo Archeologico di Olbia: via Macerata, 07026 Olbia OT. Telefono: 0789 66257.
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