I menhir in Sardegna, così come in altre zone del mondo sono grandi pietre erette verticalmente, utilizzate come monumenti megalitici fin dalla preistoria, in particolare durante l’Età Neolitica. Queste strutture litiche si trovano in tutta Europa e testimoniano l’esistenza di una diffusa cultura megalitica, legata probabilmente a riti religiosi, culti ancestrali e forme primitive di arte sacra.
Il termine “menhir” deriva dal bretone e significa letteralmente “pietra lunga”. Un esempio imponente è il Grand Menhir di Locmariaquer, in Bretagna, alto ben 20 metri.
📖 Origine e significato della parola menhir
Il termine menhir deriva dalla lingua bretone, parlata nella regione della Bretagna (Francia nord-occidentale). È composto da due parole:
- “men” = pietra
- “hir” = lunga
Letteralmente, menhir significa quindi “pietra lunga”. Il termine è stato adottato in tutta Europa per indicare le grandi pietre erette verticalmente durante il Neolitico, simboli delle antiche culture megalitiche.
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🗿 Caratteristiche dei menhir in Sardegna
- 📏 Dimensioni: variano da 1 a oltre 6 metri. Il più alto è a Villa Sant’Antonio (6 m).
- 🔮 Significato simbolico: legati al culto della fertilità, alla Dea Madre o al simbolismo fallico. Alcuni sono antropomorfi.
- 🗺️ Distribuzione geografica: concentrati in Sarcidano, Sarrabus, Mandrolisai, Ogliastra e Sinis.
- 🕰️ Collocazione storica: risalgono al Neolitico finale e all’Eneolitico (3500–2500 a.C.), quindi precedono l’età nuragica.
📍 Menhir in Sardegna: dove si trovano
In Sardegna, i menhir sono noti anche con il nome di perdas fittas o pedras fittas, ovvero “pietre conficcate”. Si trovano soprattutto nelle zone centro-occidentali dell’isola, come il Sarcidano, il Mandrolisai, il Sarrabus e la Penisola del Sinis.
Questi megaliti sono spesso disposti in gruppo o allineamento, ma esistono anche esemplari isolati, talvolta inglobati in proprietà private o siti archeologici poco segnalati.
🔍 Il significato simbolico dei menhir
Il significato dei menhir in Sardegna è ancora oggetto di studio e dibattito. Secondo varie interpretazioni, queste pietre rappresentano simboli di fertilità: alcuni li collegano alla Dea Madre, altri a elementi fallici che richiamano la forza generativa maschile.
È anche possibile che avessero una funzione astronomica o religiosa, legata al culto degli antenati o alla delimitazione di territori sacri.
📌 I principali siti dei menhir in Sardegna
Tra i luoghi più significativi dove è possibile ammirare i menhir in Sardegna si segnalano:
- Goni – Complesso archeologico di Pranu Muttedu
- Sorgono – Biru ‘e Concas, uno dei più grandi complessi megalitici dell’isola
- Laconi – Oltre 100 menhir conservati anche nel Museo della Statuaria Preistorica
- Villa Sant’Antonio – Il menhir più alto della Sardegna (6 metri)
- Sa Perda Fitta – Nell’area del Sinis, presso Cabras
- Castiadas – Alcuni menhir si trovano nei giardini privati
- Su Para e Sa Mongia – Due celebri menhir antropomorfi a Sant’Antioco
⚠️ Differenza tra menhir e dolmen
I menhir in Sardegna sono spesso confusi con i dolmen, un altro tipo di struttura megalitica preistorica. Tuttavia, le due tipologie hanno significati e funzioni diverse: i dolmen erano usati prevalentemente come sepolcri collettivi o luoghi di culto legati ai defunti, mentre i menhir avevano un significato più simbolico e monumentale, non necessariamente funerario.
Un famoso esempio di dolmen sardo è il Dolmen di Motorra a Dorgali.

🔚 Preservare i Menhir in Sardegna
Nonostante il loro valore storico e culturale, molti menhir in Sardegna versano in stato di abbandono o sono stati danneggiati. A Barisardo, uno dei quattro menhir del territorio fu distrutto da atti vandalici nel 1998.
È fondamentale promuovere la tutela e la valorizzazione di questi monumenti preistorici, affinché possano essere conosciuti e apprezzati anche dalle future generazioni.
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Castiadas
Menhir rinvenuti in un’area privata

Sorgono
Biru ‘e Concas, uno dei più grandi complessi megalitici dell’isola


Macomer
Bètili funerari del Nuraghe Tamuli a Macomer
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🔎 Differenza tra menhir e bétili funerari
Sebbene i menhir in Sardegna e i bétili funerari presentino alcune somiglianze – come la forma verticale e l’origine sacra – si tratta di due elementi distinti per epoca, funzione e contesto culturale. I menhir appartengono all’età prenuragica, in particolare al Neolitico ed Eneolitico, e venivano eretti come simboli religiosi, totemici o legati alla fertilità. I bétili, invece, sono tipici della Civiltà Nuragica e si trovano spesso in prossimità delle Tombe dei Giganti, con significato sacro e cultuale: venivano considerati la “dimora della divinità” e simboleggiavano la presenza spirituale degli antenati o degli dèi.
Dunque, mentre i menhir sono megaliti più antichi, probabilmente legati a culti cosmici o vitalistici, i bétili riflettono un’evoluzione religiosa più articolata, tipica dell’epoca nuragica.