La necropoli di Filigosa si trova nel territorio comunale di Macomer, in provincia di Nuoro, sulla sommità di un rilievo roccioso dominato dal Nuraghe Ruju. È uno dei siti funerari più importanti della Sardegna prenuragica, e prende il nome proprio dalla località di Filigosa. Qui sono state individuate quattro tombe ipogeiche, tra le meglio conservate dell’isola, testimonianza diretta della cultura di Abealzu-Filigosa.
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📜 Origine del nome Filigosa
Il termine Filigosa deriva dal nome della località omonima situata nel territorio comunale di Macomer, in provincia di Nuoro. Il toponimo è entrato nella denominazione ufficiale della necropoli di Filigosa e, per estensione, anche nella definizione della cultura Abealzu-Filigosa, uno dei principali periodi della preistoria sarda. La scelta di questo nome è legata al ritrovamento di quattro tombe ben conservate che hanno permesso di definire le caratteristiche funerarie e culturali della popolazione prenuragica dell’isola.

📌 Scheda informativa della Necropoli di Filigosa
- Denominazione: Necropoli di Filigosa
- Comune: Macomer (NU)
- Area geografica: Altopiano del Marghine, Sardegna centro-settentrionale
- Tipologia: Complesso funerario ipogeico con 4 tombe
- Epoca: Cultura di Abealzu-Filigosa (2700 – 2400 a.C.)
- Materiale costruttivo: Rilievi di trachite rossa
- Caratteristiche principali: Dromos, celle multiple, focolari rituali, sepolture secondarie
- Contesto: Presenza del Nuraghe Ruju sulla sommità
La cultura Abealzu-Filigosa: origini e diffusione in Sardegna
La cultura di Abealzu-Filigosa si sviluppò in Sardegna tra il 2700 e il 2400 a.C. durante il Tardo Neolitico e la prima Età del Rame. Prende il nome da due località: Abealzu (Osilo) e Filigosa (Macomer), dove sono stati rinvenuti importanti reperti archeologici. Le popolazioni di questa cultura erano dedite alla pastorizia, all’agricoltura e alla lavorazione del metallo e della ceramica, e occupavano principalmente il nord-ovest e il centro-sud dell’isola.

Le tombe della necropoli di Filigosa
Le quattro tombe della necropoli di Filigosa presentano una struttura complessa, con lunghi dromos (corridoi a cielo aperto), celle multiple e focolari rituali al centro dei vani principali. Le celle sono scavate nella roccia sfruttando le pendenze naturali e includono lettucci funebri, coppelle emisferiche e portelli d’accesso a camere interne. Ogni tomba mostra un’architettura accurata e simbolica, tipica delle sepolture prenuragiche.

Riti funebri e sepolture secondarie
Gli scavi archeologici condotti a Filigosa, prima da Ercole Contu e poi da Alba Foschi, hanno portato alla luce ossa umane scarnificate. Questo dato indica l’uso di una pratica funeraria detta “sepoltura secondaria”, in cui i resti del defunto venivano raccolti e inumati in un secondo momento, in una posizione non anatomica. Questo tipo di rituale era diffuso in Sardegna dalla metà del III millennio fino agli inizi del II millennio a.C.

Il Nuraghe Ruju e il contesto paesaggistico di Filigosa
Sopra le tombe della necropoli svetta il Nuraghe Ruju, a testimonianza della continuità abitativa e rituale del sito, che passò dalla fase prenuragica a quella nuragica. Il paesaggio circostante è tipico dell’altopiano basaltico del Marghine, con un’ampia visuale sulla valle. Questo contesto rafforza l’importanza strategica e simbolica dell’area per le antiche comunità della Sardegna centrale.

🎫 Visite guidate alla necropoli Filigosa di Macomer
La necropoli di Filigosa è visitabile con guida, previa prenotazione. Gli orari estivi sono 10:00-13:00 e 15:00-19:00, mentre nel periodo invernale le visite non sono predisposte. Il sito è chiuso il lunedì.
Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare l’indirizzo email infotamuli.archeo@tiscali.it o i numeri 0785.790800 e 347 9481337.
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