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Castello della Fava
Scheda Architettonica
Il Castello della Fava è una fortificazione medievale che domina l’abitato di Posada, sulla costa orientale della Sardegna.
Realizzato con conci poco lavorati di pietrame misto, presenta una cinta muraria quadrangolare che racchiude una
torre a pianta quadrata con coronamento merlato e diverse cisterne per la raccolta dell’acqua piovana.
Caratteristica | Dettaglio |
---|---|
Epoca di costruzione | XIII secolo |
Materiali | Pietrame misto con conci poco lavorati |
Impianto | Cinta muraria quadrangolare |
Torre | Torre a pianta quadrata con coronamento merlato |
Opere idriche | Cisterne per raccolta acqua piovana |
Funzione originaria | Presidio militare e controllo del territorio; possibile uso residenziale-rappresentativo |
Località | Posada (NU), Sardegna |
Origine del nome “Castello della Fava”
Secondo una leggenda del XIV secolo, una flotta di turchi sbarcò sulla costa e pose Posada sotto assedio per piegarla con la fame. Per ingannare gli assedianti, i posadini diedero l’ultima manciata di fave a un piccione e lo ferirono leggermente: l’animale, caduto nel campo nemico con lo stomaco pieno di fave, fece credere che in città vi fossero ancora abbondanti scorte. Convinti dell’inutilità dell’assedio, i turchi si ritirarono. Da qui la denominazione “Castello della Fava”.
Dalla caduta di Arborea al primo sequestro a scopo estorsivo
Nel 1410, con la caduta definitiva del Giudicato di Arborea nelle mani della Corona d’Aragona, Posada fu infeudata ai Carroz, conti di Mandas e Terranova. Dal 1431 venne formalmente elevata al rango di Baronia, includendo i villaggi di Torpè, Siniscola e Lodè. L’importanza di Posada rimase però soprattutto formale e, nei secoli successivi, la zona conobbe un progressivo declino. La mancanza di un’adeguata difesa portò a un aumento di episodi di banditismo e anarchia, tra cui il primo sequestro di persona a scopo estorsivo documentato in Sardegna (1477). Nel 1623, il Consiglio del Real Patrimonio d’Aragona confiscò il feudo al suo titolare, Michele Portugues, accusato di non aver organizzato un sistema difensivo efficace.

Incursioni saracene, epidemie e declino della Baronia
Tra il XVII e il XVIII secolo, la costa della Baronia di Posada fu ripetutamente colpita da incursioni saracene, provenienti in gran parte da Tunisia e Algeria, che indebolirono ulteriormente la popolazione. Nel 1681, un’epidemia di peste e malaria decimò gli abitanti, provocando la completa distruzione di Torpè. Nei secoli successivi, Posada visse in un lungo stato di marginalità: i suoi abitanti erano principalmente obbligati a pagare tasse e fornire truppe agli eserciti stranieri.
Il Castello della Fava fu l’ultimo feudo riscattato in Sardegna
Nel 1860, la Baronia di Posada fu l’ultimo feudo della Sardegna a essere riscattato dai Savoia, ponendo fine a secoli di dominio feudale e rimuovendo l’ultimo ostacolo all’integrazione del territorio nel nascente Regno d’Italia.
Torpè annientata dalla peste e declino della Baronia di Posada
Nel corso del XVII secolo, la Baronia di Posada, lungo la costa orientale della Sardegna, subì gravi danni a causa di incursioni saracene, provenienti in gran parte da Tunisia e Algeria, che colpirono duramente la popolazione. A queste razzie si aggiunsero abbandono e incuria amministrativa, che indebolirono progressivamente il territorio.
Nel 1681, un duplice flagello di peste e malaria decimò gli abitanti: il villaggio di Torpè fu completamente annientato. Da quel momento, la Baronia visse secoli di marginalità, con i posadini ridotti, nel Settecento, alla sola funzione di pagatori di tasse e fornitori di truppe per eserciti stranieri.
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