- Dove si trova: estremità settentrionale della Costa Verde, in territorio di Arbus. Provincia del Sud Sardegna
- L’arenile: ciottoli di sabbia dorata di medie dimensioni, del tipo arenaria tirreniana
- Il mare: azzurro e blu
- Il fondale del mare: fondali sabbiosi con profondità graduale senza posidionia. Le acque non sempre sono calme.
- Paesaggio circostante: terreno alluvionale di colori che variano dal grigio, al marrone, al rossastro. Presenza di spuntoni di roccia con tratti di depositi di posidonia spiaggiata. Attorno macchia mediterranea e pineta. Presenza di un imponente rudere della vecchia colonia marina operativa fino agli anni ’80.
- Servizi: assenti
Marina di Funtanazza su Google Maps
Descrizione della spiaggia di Funtanazza, Arbus
L’insenatura che ospita la spiaggia di Funtanazza, è delimitata a nord da Punta Maimoi, con le sue rocce scure in basalto e pendenze a picco sul mare che regalano spettacolari insenature; a sud invece si trova l’antico calcare (ricco di testimonianze fossili) di Sa Calada Bianca che si manifesta in una curiosa scogliera perfettamente inserita nella coreografia del paesaggio.
L’arenile è costituito da ciottoli a grana medio-grossa di arenaria tirreniana, già presente nelle spiagge a meridione di Funatanzza, come Gutturu ‘e Flumini.
Tutto attorno l’area a monte è ricoperta di macchia mediterranea, mentre all’interno del parco pertinente della colonia marina è presente una rigogliosa pineta di pino domestico di otto ettari.
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Erosione continua
La costa occidentale sarda, come nota è battuta spesso da un forte vento di maestrale che contribuisce, assieme al monto ondoso che produce e alle caratteristiche del terreno ad esporre le spiagge a costanti processi erosivi. Anche a Funtanazza il fenomeno è molto evidente, come dimostra il franamento delle infrastrutture in cemento presenti.
L’ecomostro di Funatanzza
Tra il 1956 e il 1983 in questo tratto di mare della costa di arburese fu operativa una “colonia marina” ovvero un luogo di vacanza e villeggiatura per i bambini figli dei minatori che lavoravano nelle tante miniere della zona, come ad esempio quella di Montevecchio e di Ingurtosu.
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La colonia marina era denominata “Francesco Sartori” e fu edificata su commissione della Società Mineraria Montevecchio per ospitare i figli dei dipendenti.
La colonia fu inaugurata il 13 maggio 1956 e ospitava fino a seicento bambini (più un centinaio di operatori tra educatori, manutentori, segretari, addetti alla ristorazione e al pernottamento) da maggio a settembre.
Cosa rimane della Francesco Sartori
Della grande struttura, chiusa definitivamente nell’autunno del 1983, rimane l’impatto paesaggistico, ecologico e ambientale delle seguenti opere:
- un enorme caseggiato in cemento armato suddivisio in tre blocchi, uno a mare, uno centrale e uno a monte;
- vi erano poi in un settore distaccato le piscine, di cui unica olimpionica con regolare certificato di omologazione;
- la casa del custode;
- le abitazioni per i casi di quarantena da malattie infettive
- le cabine elettriche.
Rischio di crolli
Poco più a valle, sul retro spiaggia erano presenti gli spogliatoi; mentre per accedere all’arenile vi erano apposite scalinate (oggi pericolanti) che seguivano il declivio e portavano direttamente in spiaggia. Presente anche un tentativo di contenimento del processo erosivo sul lato sud della spiaggia con appositi muretti in cemento armato ancora integri.
Lo scrittore Francesco Masala, come riportato nel libro “Architettura dall’Unità d’Italia” (Collana Storia dell’Arte in Sardegna, Illisso, Nuoro 2001) ne aveva descritto le peculiarità della colonia marina di Funatanzza.