Il Palazzo delle Poste e Telegrafi di Nuoro, situato in piazza Crispi, rappresenta uno dei punti architettonici più significativi della città. Negli anni del Fascismo, la piazza divenne il fulcro di raccordo tra il centro storico e l’espansione urbana verso monte. Proprio con la costruzione di questo edificio, il processo di sviluppo proseguì per tutto il Ventennio, segnando in modo evidente la trasformazione urbanistica di Nuoro.
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📘 Palazzo delle Poste e Telegrafi – Scheda sintetica
Piazza Crispi, Nuoro · Ventennio fascista · Arch. Angiolo Mazzoni del Grande
📍 Posizione e ruolo urbano
Situato nel cuore di Piazza Crispi, il palazzo funge da cerniera tra il centro storico e l’espansione a monte avviata nel Ventennio, divenendo fulcro dell’immagine istituzionale della città.
🏛️ Caratteri architettonici
Linguaggio di razionalismo pubblico con accenti monumentali: torre massiccia in granito e vulcanite, porticato ad archi di collegamento, fascia sommitale in vulcanite, rilievi (leone e maschere stilizzate) ben leggibili anche dal basso.
🧱 Materiali e dettagli
Predominio di granito locale e vulcanite per rivestimenti e cornici; bucature regolari, decorazione misurata, impianto compositivo “parlante” tipico dell’architettura pubblica del periodo.
🗓️ Cronologia essenziale
- 1927 – Progetto di Angiolo Mazzoni.
- Fine anni ’20 – Realizzazione e attivazione dei servizi postali/telegrafici.
- 1930s – Modello per l’assetto istituzionale della nuova provincia; affinità con studi per Addis Abeba (1938).
- 1962 – Demolizione parziale del lato sinistro: perdita del cortile, rimaneggiamenti interni.
🏗️ Committenza e autore
Commissionato dal Ministero delle Comunicazioni (riforme 1925); Mazzoni è autore di una serie di 17 edifici postali in Italia nel Ventennio.
⚙️ Stato e valore
Edificio ancora in uso per funzioni pubbliche; nonostante gli interventi del ’62, conserva un forte valore testimoniale per la storia urbana e l’architettura del periodo.
Ostentare per far credere
La costruzione del Palazzo delle Poste e Telegrafi di Nuoro fu commissionata dal Ministero delle Comunicazioni (1861–1931), subentrato appena tre anni prima, con il Regio Decreto n. 596, al Ministero delle Poste e Telegrafi. Sotto la sua gestione passarono anche l’Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato e i servizi postale e telegrafico, riorganizzati nel 1925.
A Nuoro, l’edificazione di un imponente edificio pubblico nel cuore dell’abitato rientrava nel piano di ammodernamento e riqualificazione urbana, in vista dell’istituzione della Provincia di Nuoro. Per il governo fascista, anche nella Sardegna più periferica, era importante – e in parte strategico “ostentare” – un segno concreto del nuovo corso politico e amministrativo.
La descrizione del Palazzo delle Poste di Nuoro
Situato nella centralissima piazza Crispi, il Palazzo delle Poste e dei Telegrafi di Nuoro colpisce per il suo aspetto monumentale. La struttura è caratterizzata da un’imponente torre in granito e vulcanite, collegata al corpo centrale tramite un maestoso porticato ad archi. La parte superiore della facciata è arricchita da finestre e da una fascia in vulcanite, mentre elementi scultorei come un leone in rilievo e maschere stilizzate completano l’ornamentazione, visibili anche dal basso.
La parziale demolizione del 1962
Nel 1962 il Palazzo delle Poste di Nuoro subì una significativa modifica: il versante sinistro dell’edificio venne demolito per far posto all’ampliamento degli spazi coperti e ai nuovi uffici amministrativi.
L’intervento ebbe come conseguenza la perdita del cortile originario, che presentava soluzioni architettoniche di particolare interesse, e un evidente impoverimento estetico dell’insieme. La piazza Crispi, cuore urbano della città, ne uscì parzialmente deturpata: al posto dell’originaria armonia tra forme e materiali si creò un contrasto netto tra l’architettura ricercata e “parlante” del palazzo storico e un nuovo edificio anonimo, privo di cura nelle proporzioni e nella finestratura.
Anche gli spazi interni furono ridisegnati, sacrificando la concezione originale in favore di una maggiore funzionalità, adeguata alle esigenze degli uffici postali e amministrativi moderni, ma lontana dal linguaggio architettonico dell’opera inaugurale.

La Nuoro del Ventennio e il Palazzo delle Poste di Nuoro
Il Palazzo delle Poste di Nuoro rappresentò uno dei primi interventi architettonici di rilievo realizzati durante il Ventennio fascista e fece da apripista a una stagione di trasformazioni urbanistiche e costruttive che cambiarono il volto della città. Negli anni successivi sorsero opere pubbliche di grande impatto come l’Ospedale Civile di San Francesco, il Palazzo del Comune, lo stabile del Liceo Classico “G. Asproni” e il Palazzo della Camera di Commercio, contribuendo a definire un nuovo assetto urbano e un’immagine più moderna e istituzionale di Nuoro.

1927-1938: Nuoro come Addis Abeba
Nel 1927 l’ingegnere bolognese Angiolo Mazzoni del Grande progettò il Palazzo delle Poste di Nuoro, primo di una lunga serie di edifici postali – ben 17 in tutta Italia, da Trieste a Palermo – realizzati durante il Ventennio fascista. L’opera si inseriva in un filone architettonico che, poco più di un decennio dopo, avrebbe ispirato anche il Piano Regolatore di Addis Abeba (Etiopia, 1938).
Il piano urbanistico per la capitale africana, all’epoca sotto dominio coloniale italiano, prevedeva l’ampliamento della ferrovia e la costruzione di tre stazioni ispirate proprio al modello architettonico del Palazzo delle Poste di Nuoro. Tuttavia, il progetto non fu mai realizzato a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale e della successiva conquista dell’Etiopia da parte delle forze britanniche.
Angiolo Mazzoni, dimenticato perché fascista
Angiolo Mazzoni del Grande (1894–1979) fu uno dei più rilevanti progettisti di edifici pubblici italiani della prima metà del ’900. La sua produzione spaziò dalle stazioni ferroviarie agli uffici postali, opere realizzate anche grazie al sostegno pubblico alla causa fascista. Mazzoni fu un convinto sostenitore del regime fino al dopoguerra, scelta che gli costò, alla caduta della dittatura, un esilio volontario in Colombia (1945–1963) e un tardivo riconoscimento da parte della critica architettonica internazionale.
Nonostante l’ostracismo politico, la sua importanza rimane indiscutibile sia per la produttività che per la qualità delle opere: molti edifici pubblici da lui progettati sono ancora oggi pienamente operativi nella funzione originaria.
A Nuoro realizzò il primo dei 17 edifici postali italiani
Tra gli incarichi più importanti della sua carriera vi fu quello per la Stazione Termini di Roma (1939), interrotto nel 1943 e completato da altri architetti selezionati perché privi di legami con il passato fascista. In Sardegna, la sua opera più significativa è il Palazzo delle Poste e Telegrafi di Nuoro, primo di una serie di 17 edifici postali realizzati in Italia, da Trieste a Palermo, durante il Ventennio.
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