Con i suoi 778 metri sul livello del mare, Pattada detiene il primato di paese più alto della provincia di Sassari. Il territorio comunale raggiunge in alcuni punti oltre i 1.000 metri di altitudine, offrendo paesaggi montani di grande fascino e un clima tipico delle aree interne della Sardegna.
Ci troviamo nel cuore del Monteacuto, storica sub-regione della Sardegna centro-settentrionale che comprende circa 35 mila abitanti distribuiti attorno al centro di Ozieri. Pattada, insieme al vicino Monte Lerno e a Buddusò – quest’ultimo anticamente appartenente al Nuorese – rappresenta una delle poche e suggestive aree montuose del Monteacuto, caratterizzate da altipiani, boschi, pascoli e panorami che valorizzano l’identità rurale di questa parte dell’Isola.
- LEGGI ANCHE: 1836, OZIERI DIVENTA CITTA’

Scheda informativa di Pattada
Nome del paese: Pattada
Origine del nome: potrebbe derivare dal latino platea (“piazza, spianata”), oppure da radici pre-latine legate alla morfologia del territorio; etimologia non del tutto certa
Nome degli abitanti: pattadesi
Subregione di appartenenza: Monteacuto
Provincia di appartenenza: Provincia di Sassari (SS)
Numero di abitanti: circa 3.100 abitanti
Economia: artigianato di grande tradizione (famosissime le “resolzas”, coltelli a serramanico), allevamento, agricoltura montana, produzione casearia e turismo naturalistico nelle montagne circostanti
Siti turistici principali da visitare:
Il centro storico con botteghe artigiane dei coltellinai
La Chiesa di Santa Sabina e le altre chiese storiche del paese
Il vicino Nuraghe Loelle, tra i più noti della zona
I paesaggi del Monte Lerno, ideale per trekking e natura
Il Lago di Lerno, area molto frequentata per escursioni e pesca
Il territorio di Pattada
Con una superficie di 164,88 km², tra le più ampie della Sardegna (nei primi 30 Comuni per estensione), Pattada si distingue per un territorio tra i più affascinanti e caratteristici della Sardegna centrale. L’area è immersa completamente nel paesaggio naturale del Monteacuto, una sub-regione ricca di altipiani, boschi e rilievi che custodiscono scenari di grande interesse paesaggistico.
All’interno del territorio comunale si trovano due elementi simbolo:
il Lago Lerno, uno dei bacini artificiali più suggestivi del nord Sardegna;
il Monte Lerno, che con i suoi 1.094 metri rappresenta la vetta più alta della zona.
Un altro punto panoramico di grande valore è il colle di San Gavino, da cui lo sguardo abbraccia ampie porzioni del Sassarese, della Gallura e della Barbagia, offrendo una visione privilegiata sulla varietà geografica dell’isola. Pattada è inoltre famosa per l’abbondanza di acqua leggera e purissima, che alimenta numerose fontane pubbliche, tra cui la celebre “Su Cuccuru”, molto amata dagli abitanti.
Un verde storico e un verde presente
Il paesaggio che circonda Pattada, un tempo riccamente coperto da fitti boschi di lecci e roverelle, ha subito nel tempo profonde trasformazioni a causa degli incendi e delle campagne di deforestazione. Nonostante ciò, il patrimonio vegetale rimane significativo e oggi vede prevalere specie tipiche come l’agrifoglio e il tasso, che caratterizzano ampie zone montane del territorio.
Il Monte Lerno non è solo un importante riferimento paesaggistico, ma anche un’area di grande interesse faunistico. Le sue foreste ospitano due tra i più rappresentativi animali selvatici della Sardegna: il muflone e il cervo sardo. Accanto a loro trovano habitat ideale anche cinghiali e lepri, mentre tra i rapaci è frequente avvistare l’aquila reale, il falco, il nibbio, lo sparviero e l’astore, che popolano le vette e i cieli del massiccio.
Pattada: l’origine del nome e le radici antiche del paese
L’etimologia del nome Pattada è oggetto di diverse interpretazioni affascinanti. Una delle ipotesi più note la collega al termine “patto”, ovvero l’accordo politico che un tempo avrebbe unito alcuni centri della zona sotto un’unica alleanza.
Lo scrittore Bruno Sini propone invece un’origine fenicia, riconducendo il nome alla combinazione “bath-ada”, che significherebbe luogo sereno e che presenta una forte assonanza con “Pattada”. Un’ulteriore teoria è quella del celebre linguista Max Leopold Wagner, per il quale il nome avrebbe radici preromane e significherebbe semplicemente “altipiano”, riferimento chiaro alla posizione geografica del paese.
La vicinanza con Ozieri ha profondamente influenzato la storia più antica di Pattada: il territorio rientrava nell’area della Cultura di Ozieri, una delle più importanti civiltà prenuragiche della Sardegna, che qui ha lasciato numerose testimonianze archeologiche. Non mancano, inoltre, significative tombe dei giganti, segni della lunga e intensa frequentazione nuragica.
Nel periodo medievale Pattada fece parte del Giudicato di Torres, per poi passare sotto il Giudicato di Arborea. Con l’arrivo dei catalano-aragonesi, il paese entrò nei possedimenti della famiglia Oliva, sotto la cui signoria rimase fino all’abolizione del sistema feudale nel 1843.
Un centro storico dal sapore medievale
Il centro storico di Pattada conserva ancora oggi un autentico impronta medievale, evidente nella rete di vicoli stretti, scalinate e pavimentazioni in acciottolato. Il tessuto urbano alterna case in granito con infissi in legno tradizionali, eleganti edifici in stile Liberty e facciate neoclassiche, creando un insieme architettonico armonioso e ricco di carattere.
Tra gli edifici più rappresentativi spicca la Chiesa di Santa Sabina, realizzata con il medesimo granito locale che caratterizza molte abitazioni del paese. La chiesa custodisce elementi architettonici e decorativi di grande pregio, tra cui il massiccio portone bronzeo, scandito in quadranti che raffigurano celebri scene sacre della tradizione cristiana.
Pattada, culla della poesia sarda
Pattada ha dato i natali ad alcuni dei più importanti esponenti della poesia sarda. Tra i pattadesi illustri si ricordano Pedru Pisurzi, detto Pesuciu (1707), considerato il padre dei poeti sardi, Padre Luca Cubeddu e Giovanni Maria Asara, noto con il nome d’arte “Limbudu” (1907). Queste figure hanno contribuito in modo determinante alla crescita della cultura letteraria isolana, rendendo Pattada uno dei centri più significativi per la tradizione poetica in lingua sarda.
La resolza pattadese: simbolo della tradizione artigiana della Sardegna
Pattada è conosciuta a livello internazionale per la produzione della celebre resolza pattadesa, il tradizionale coltello a serramanico sardo. Questo strumento, profondamente legato alla vita quotidiana dei pastori, è divenuto negli ultimi decenni uno dei simboli più rappresentativi della Sardegna, al pari del pecorino e della bandiera dei Quattro Mori.
L’unicità della resolza risiede nell’eccellenza della sua lavorazione. Gli artigiani – i “frailalzos”, i fabbri locali – realizzano coltelli completamente a mano, ognuno con caratteristiche uniche e irripetibili. La perfezione delle lame, l’eleganza dei manici e l’abilità tecnica impiegata rendono ogni pezzo un vero oggetto d’arte, espressione autentica della cultura materiale sarda.
A testimonianza del suo valore culturale, Pattada ospita la Biennale del Coltello, un evento che si svolge ogni due anni dall’11 al 31 agosto, dedicato alla storia, all’artigianato e all’evoluzione della resolza. La manifestazione richiama visitatori, collezionisti e appassionati da tutto il mondo.
L’origine della resolza pattadese è antichissima: risale ai tempi in cui i pastori utilizzavano strumenti da taglio per il lavoro in campagna. La forma moderna, con il caratteristico manico, la lama affusolata e il sistema di chiusura, si afferma però nella seconda metà dell’Ottocento. Oggi la resolza è considerata un vero prolungamento della mano del pastore, uno strumento indispensabile ma anche un prestigioso oggetto da collezione.
La tradizione continua a evolversi: i maestri artigiani di Pattada sperimentano tecniche nuove, materiali pregiati e decorazioni sempre più raffinate, mantenendo però intatto il valore simbolico e culturale del coltello sardo più famoso al mondo.
- Guarda anche Pattada su SardegnaTurismo








































