Immerso tra le montagne del Nuorese, Osidda è uno dei paesi più piccoli e autentici della Sardegna centrale. Appartenente alla Barbagia di Bitti, il borgo si erge su un altopiano a 650 metri sul livello del mare, circondato da boschi di lecci, lentischi e ginepri. Dalla sua posizione dominante, regala panorami mozzafiato sulle vallate del rio Mannu e sui rilievi del Goceano. Con meno di 300 abitanti, Osidda rappresenta un’oasi di tranquillità e tradizione, un luogo dove il tempo scorre ancora con il ritmo lento e sincero della vita di montagna.
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Scheda informativa di Osidda
- Comune: Osidda
- Provincia: Nuoro
- Subregione: Nuorese-Monteacuto
- Abitanti: 225 (cens. 2024)
- Nome abitanti: osiddesi
- Economia: agricoltura, pastorizia, servizi
Geografia e paesaggio: il fascino della montagna sarda
Il territorio di Osidda si estende tra colline e alture che segnano il passaggio tra la Barbagia e il Goceano. L’ambiente è selvaggio e ricco di biodiversità, popolato da mufloni, cinghiali, falchi e aquile reali. L’altitudine e il clima temperato rendono il paese un punto panoramico privilegiato da cui ammirare i boschi, le valli e le campagne coltivate che circondano il centro abitato. La natura incontaminata, unita alla quiete del luogo, fa di Osidda una meta ideale per chi cerca turismo naturalistico e sostenibile in Sardegna, lontano dalle rotte più affollate.
Le origini del borgo: un passato antico e misterioso
Le radici di Osidda affondano nella preistoria sarda. Il territorio circostante custodisce tracce di antichi insediamenti, tra cui nuraghi, domus de janas e tombe dei giganti, testimonianze della presenza umana già in epoca nuragica. Il borgo attuale nacque probabilmente nel Medioevo, sviluppandosi intorno a un piccolo nucleo pastorale. Documenti storici del periodo giudicale e successivamente aragonese attestano la continuità del villaggio, che nel tempo mantenne la sua indipendenza e la propria identità culturale. Ancora oggi, passeggiando tra le vie del centro storico, si respira l’atmosfera di un paese che ha saputo conservare la memoria del passato.
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Architettura e vita nel borgo
Il centro storico di Osidda conserva l’aspetto tradizionale dei paesi barbaricini. Le case in pietra locale, con tetti a due falde e piccole finestre, si affacciano su viuzze strette e sinuose che si intrecciano fino alla piazza principale. Molte abitazioni mantengono elementi architettonici originali, come architravi in legno, cortili interni e forni antichi, testimoni di un tempo in cui la comunità viveva di agricoltura, pastorizia e artigianato. L’atmosfera è silenziosa e raccolta, e il borgo — pur nella sua semplicità — trasmette un senso di autenticità raro, tanto da essere considerato uno dei borghi più intatti della Sardegna interna.
Storia di Osidda
Il territorio di Osidda è abitato sin dai tempi più remoti e conserva importanti testimonianze della preistoria e dell’età nuragica della Sardegna. Le prime tracce di presenza umana risalgono al Neolitico, come dimostra il celebre menhir “Perda Longa de Santu Paulu”, uno dei monoliti più alti dell’isola, con i suoi 9,80 metri di altezza (Ercole Contu, La Sardegna preistorica e nuragica). Questo imponente megalite, simbolo del culto ancestrale delle pietre erette, rappresenta una delle prove più significative delle antiche frequentazioni umane nel territorio gairese.
Il rinvenimento archeologico di Santu Lisei
Un’altra preziosa testimonianza della civiltà nuragica di Osidda è il villaggio di Santu Lisei, dove nel 1935 fu rinvenuto un bronzetto androcefalo, un piccolo manufatto di straordinario valore artistico e simbolico, unico nel panorama della bronzistica sarda. Questo reperto, insieme ai resti delle abitazioni e alle strutture difensive del sito, racconta la presenza di una comunità organizzata e stabile, impegnata nella pastorizia, nell’agricoltura e nei primi scambi con altre popolazioni dell’isola.
Un territorio strategico e protetto
L’area di Osidda si estende tra il fiume Tirso, a nord, e il rio Molà, a sud, in una posizione naturalmente protetta e favorevole agli insediamenti umani. Sin dall’antichità, i rilievi granitici e le alture circostanti offrivano rifugio e punti di osservazione strategici. Le numerose torri nuragiche, costruite sfruttando i sollevamenti rocciosi, fungevano da presidi difensivi e da simboli di controllo del territorio. Ancora oggi, queste strutture dominano il paesaggio di Osidda e ne raccontano la lunga continuità storica e culturale, dal Neolitico fino ai secoli più recenti.

Osidda, crocevia dei traffici interni
In epoca romana, l’attuale Osidda era conosciuta con il nome di Ogrilla ed era considerata un importante centro di smistamento dei traffici interni della Sardegna. La sua posizione strategica, al centro dell’isola e in un’area priva di rilievi altimetrici particolarmente difficili, la rese sin da subito un punto di passaggio ideale per le vie commerciali che collegavano le coste settentrionali e meridionali. Le valli circostanti offrivano percorsi agevoli e sicuri per il transito di merci e animali, contribuendo a rendere Osidda un crocevia naturale di comunicazione e scambi economici tra le diverse regioni dell’isola.
Il Medioevo e l’età feudale
Nel Medioevo, Osidda entrò a far parte del Giudicato di Torres, uno dei quattro regni in cui era suddivisa la Sardegna medievale. Il borgo dipendeva amministrativamente dalla curatoria del Monte Acuto, una delle più importanti del territorio settentrionale. In questo periodo il paese consolidò la propria struttura urbana e agricola, mantenendo un ruolo di collegamento tra la Barbagia e le pianure del Goceano.
Nel corso del XVIII secolo, Osidda venne accorpata ai possedimenti del feudo dei Téllez-Girón d’Alcántara, potente famiglia di origine spagnola che deteneva vaste terre in Sardegna. Durante il lungo periodo feudale, le vallate di Osidda fecero parte della Contea di San Giovanni, fino al 1839, anno in cui, con la soppressione definitiva del sistema feudale, il paese poté riscattare le proprie terre e tornare sotto amministrazione diretta del Regno di Sardegna.
Questi secoli di storia hanno lasciato tracce profonde nel paesaggio e nella memoria collettiva del borgo, che ancora oggi conserva nel suo tessuto urbano e nelle sue tradizioni i segni di una lunga evoluzione storica e sociale.

L’abitato
Il centro storico di Osidda è tra i più suggestivi e meglio conservati della Sardegna centrale. Visitare questo piccolo borgo è un’esperienza imperdibile per gli amanti dell’architettura tradizionale sarda e dell’urbanistica storica, poiché ogni angolo racconta equilibrio, semplicità e armonia costruttiva. Il reticolo di stradine acciottolate consente un accesso agevole alle abitazioni e agli spazi pubblici, creando un ambiente urbano elegante, ordinato e pulito, dove il tempo sembra essersi fermato.
Le case in pietra granitica a faccia vista testimoniano la maestria artigianale e la solidità delle tecniche costruttive locali. Tra i caseggiati più rappresentativi spicca il Palazzo Delogu, dimora padronale di fine Settecento, con la sua raffinata altana ad arcata di ispirazione spagnola, elemento distintivo che caratterizza l’intero abitato. Di grande interesse anche il Palazzo Comunale, recentemente ristrutturato e considerato uno degli edifici civili più belli e armoniosi della Sardegna interna.
Passeggiare tra le vie di Osidda significa entrare in un salotto di granito, dove tradizione, bellezza e autenticità si fondono in un equilibrio perfetto tra architettura e paesaggio.
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Il salotto delle vie interne
Nel cuore del centro storico di Sorradile, le vie interne si presentano come un vero salotto di pietra, dove ogni dettaglio racconta cura e armonia. La pavimentazione in granito, accuratamente conservata, dona al borgo un aspetto elegante e ordinato, restituendo al visitatore un senso di rigore architettonico e di freschezza visiva raro da trovare nei piccoli centri rurali. In un’epoca segnata dal progressivo decadimento urbanistico, Sorradile si distingue per la sua autenticità e coerenza estetica, offrendo un esempio virtuoso di come la tradizione costruttiva sarda possa fondersi con un forte senso di identità e bellezza senza tempo.


Tradizioni, cultura e gastronomia
Nonostante le piccole dimensioni, Osidda custodisce un ricco patrimonio di tradizioni popolari e di saperi tramandati. Le feste religiose, come quella dedicata a San Leonardo, patrono del paese, rappresentano momenti di incontro e devozione collettiva. Le celebrazioni sono accompagnate da canti in lingua sarda, balli tradizionali e degustazioni di piatti tipici. Tra le specialità locali spiccano il pane carasau, i culurgiones, i formaggi di pecora e capra, il miele e i dolci di mandorle. I profumi del vino e delle erbe aromatiche accompagnano la scoperta di una cucina semplice, genuina e profondamente legata al territorio.
Turismo a Osidda: tra silenzio, natura e autenticità
Visitare Osidda significa riscoprire il valore della lentezza e dell’ospitalità genuina. Gli amanti del trekking e delle escursioni possono esplorare i sentieri che collegano il paese alle montagne circostanti, immergendosi in un paesaggio di straordinaria bellezza naturale. Nei dintorni si trovano aree di interesse archeologico, sorgenti d’acqua e punti panoramici ideali per la fotografia e l’osservazione della fauna. Il borgo offre inoltre un’accoglienza calorosa e familiare, tipica dei paesi della Sardegna interna, dove la tradizione non è un ricordo, ma parte viva della quotidianità.

Freno allo spopolamento
Come molti piccoli centri dell’entroterra sardo, anche Osidda ha dovuto affrontare negli ultimi decenni il problema dello spopolamento, con numerose case abbandonate e interi quartieri rimasti silenziosi testimoni di un passato più popolato. Tuttavia, a partire dagli anni Duemila, le amministrazioni locali hanno avviato un importante percorso di valorizzazione del territorio per invertire questa tendenza e restituire vitalità al borgo.
Grazie alla crescente attenzione verso il turismo sostenibile e culturale, Osidda sta riscoprendo la propria identità come destinazione autentica nel cuore della Sardegna centrale. Iniziative legate alla promozione ambientale, alla cultura locale e alla valorizzazione storica e archeologica stanno contribuendo a rendere più attrattivo il territorio, anche grazie alla presenza di un patrimonio unico: i numerosi nuraghi, distribuiti in tutto l’agro con una densità di circa uno ogni due chilometri quadrati.
Queste azioni, unite alla qualità del paesaggio e all’autenticità della vita di paese, rappresentano oggi un concreto freno allo spopolamento e un modello di rinascita per i piccoli centri della Barbagia di Bitti e dell’intera Sardegna interna.
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L’ambiente naturale di Osidda
Il territorio di Osidda è compreso nella Riserva MaB “Tepilora, Rio Posada e Montalbo”, che dal 2017 fa parte della Rete Mondiale per la Riserva della Biosfera a cui partecipano anche gli altri paesi vicini, come Alà dei Sardi, Bitti, Buddusò, Budoni, Galtellì, Irgoli, Loculi, Lodè, Lula, Onanì, Orune, Padru, Posada, Siniscola, San Teodoro e Torpè.
L’agro di Osidda è morfologicamente costituito da piccoli altopiani intervallati da altrettanto modesti rilievi collinari. In mezzo scorrono il Tirso, il più lungo fiume della Sardegna e il Rio Molò che si uniscono in località Giunturas.
Il patrimonio boschivo di Osidda, grazie all’abbondanza di acqua, è di tutto rispetto. In esso dominano senz’altro la sughera ma sopratutto la roverella una delle querce più diffuse in Sardegna, caratterizzato da una grande resistenza e adattabilità a diversi ambientiche e che può raggiungere dimensioni notevoli (20-25 metri).








































