- Comune: Osidda
- Abitanti: 225 (cens. 2024)
- Provincia: Nuoro
- Economia: agricoltura, pastorizia, servizi
Osidda è uno dei più piccoli comuni della Sardegna.
Coi suoi 225 abitanti (censimento 2024) e uno dei più alti tassi di spopolamento dell’isola Osidda conserva, nonostante tutto, il fascino di una località della Sardegna centrale unico nel suo genere.
Circondata da un territorio ricco di natura e testimonianze archeologiche, questo piccolo centro dimostra la sua tradizione di comunità accogliente e readicata nelle tradizioni locali.
Storia di Osidda
Il territorio di Osidda sin dall’epoca neolitica è stato oggetto di frequentazioni umane, come dimostrano le testimonianze del menhir “ Perda Longa de Santu Paulu“, uno dei monoliti più alti della Sardegna coi suoi 9,80 metri di altezza (Ercole Contu, “La Sardegna preistorica e nuragica”).
- Il rinvenimento archeologico
Altre testimonianze della vita primitiva e antica a Osidda sono state conservate ad esempio presso il villaggio nuragico di Santu Lisei, dove, nel 1935, fu rinvenuto un bronzetto androcefalo unico nel suo genere della bronzistica sarda.
Il territorio di Osidda è compreso tra il Tirso a Nord e e il Rio Molà a Sud e sin dall’antichità offriva agli insediamenti una certa protezione. Le torri nuragiche venivano erette utilizzando spesso i sollevamenti granitici abbondantemente presenti in tutta l’area e fungevano da rifugio e da presidio.
Osidda crocevia dei traffici interni
In epoca romana Osidda era denominata “Ogrilla” ed era un centro di smistamento dei traffici intercostieri. Grazie alla posizione centrale in mezzo a un territorio privo di rilievi altimetrici proibitivi infatti era stata subito individuata come zona di passaggio per i traffici interni della Sardegna.
Il medioevo
Nel medioevo Osidda entrò a far parte del Giudicato di Torres, mentre la curatoria di riferimento era quella del Monte Acuto. A quest’ultimo presidio si deve anche il successivo accorpamento nel 1700 quando Osidda fece parte del feudo dei Tellez-Giron d’Alcantara.
Per tutto il periodo feudale le vallate di Osidda fecero parte della contea di San Giovanni, il riscatto di queste aree avvenne solo nel 1839 con la soppressione di quel sistema politico.
L’abitato
Il centro storico di Osidda è uno dei belli e meglio conservati della Sardegna.
La visita a questo borgo è d’obbligo per gli appassionati di architettura e urbanistica. Il reticolo di strade acciotolate consentono l’accesso agevole ad un ambiente urbano elegante, ordinato, razionale e pulito.
Le case sono in pietra granitica con faccia a vista e tra i caseggiati di maggior interesse spiccano senz’altro il Palazzo Delogu casa padronale di fine ‘700 con un’altana ad arcata di chiara ispirazioe spagnola che caratterizza indiscutibilmente lo stesso paese, nonché il Palazzo Comunale, ristrutturato. di recente e certamente uno dei più belli della Sardegna centrale.
- LEGGI ANCHE: Nuraghe Voes, Nule
Il salotto delle vie interne
Le vie interne del centro storico sono tutte caratterizzate dalla pavimentazione in granito che restituisce al visitatore un senso di rigore architettonico e di freschezza visiva tutt’altro che scontata in un periodo storico di decadimento urbanistico.
Freno allo spopolamento
Moltissime le case abbandonate a causa dello spopolamento.
Le amministrazioni tuttavia, soprattutto da quando il turismo è diventata una delle principali risorse economiche della Sardegna, lavorano dal Duemila per frenare il fenomeno e rendere appetibile anche quest’angolo con numerose iniziative culturali, di sensibilizzazione ambientale e ovviamente storiche archeologiche in chiave di promozione turistica, anche grazie alla presenza di numerosi nuraghi (1 ogni 2 kmq) distribuiti in tutto l’agro.
- LEGGI ANCHE: Nuraghe Usanis, Osidda
- GUARDA ANCHE IL VIDEO: Nuraghe Usanis
- GUARDA ANCHE IL VIDEO: Osidda, il paese salotto
L’ambiente naturale di Osidda
Il territorio di Osidda è compreso nella Riserva MaB “Tepilora, Rio Posada e Montalbo”, che dal 2017 fa parte della Rete Mondiale per la Riserva della Biosfera a cui partecipano anche gli altri paesi vicini, come Alà dei Sardi, Bitti, Buddusò, Budoni, Galtellì, Irgoli, Loculi, Lodè, Lula, Onanì, Orune, Padru, Posada, Siniscola, San Teodoro e Torpè.
L’agro di Osidda è morfologicamente costituito da piccoli altopiani intervallati da altrettanto modesti rilievi collinari. In mezzo scorrono il Tirso, il più lungo fiume della Sardegna e il Rio Molò che si uniscono in località Giunturas.
Il patrimonio boschivo di Osidda, grazie all’abbondanza di acqua, è di tutto rispetto. In esso dominano senz’altro la sughera ma sopratutto la roverella una delle querce più diffuse in Sardegna, caratterizzato da una grande resistenza e adattabilità a diversi ambientiche e che può raggiungere dimensioni notevoli (20-25 metri).