L’Area Archeologica di Turris Libisonis è l’ultima testimonianza di quella che fu la colonia romana sorta nel I secolo a.C. ed edificata sulla stessa area dove oggi si trova la cittadina di Porto Torres, un luogo molto interessante dal punto di vista geografico-ambientale che si presentava con una costa bassa, ricca di approdi naturali e, soprattutto, si poteva accedere al rio Mannu, dove fu costruito il porto fluviale che poteva fare da scalo, da e per, l’interno della Sardegna. Presso il corso d’acqua fu infatti creato il primo insediamento, distribuito su entrambe le rive, secondo il modello del porto-canale, soluzione logistica ormai collaudata sia in età repubblicana che all’inizio del periodo imperiale.
LE RADICI ROMANE DI PORTO TORRES
Nelle epoche successive, tra l’età repubblicana e l’età augustea, la città cominciò ad assumere i primi connotati urbanistici e architettonici tipicamente romani, grazie alla creazione di infrastrutture quali strade, quartieri abitativi, foro, acquedotto e centro termale. Tra il II e il III secolo d.C., la città divenne un’importante area economica del mediterraneo centrale, grazie all’aumento dei traffici marittimi (Turris Libisonis commerciava direttamente con il porto di Ostia), della produzione ceralicola e dell’allevamento, ma anche della pesca, dell’attività estrattiva e di quella artigiana. Al 244 d.C. risale anche la costruzione del tratto di mura lungo la sponda destra del rio Mannu e l’ultima fase delle terme centrali.
La crescita urbana si arrestò tra la fine del IV e gli inizi del V sec. d.C. e i suoi limiti territoriali possono essere ipoteticamente individuati in corrispondenza delle tre aree funerarie: la necropoli occidentale (Marinella) sulla riva sinistra del rio Mannu, quella meridionale (Monte Agellu) e quella orientale (nell’attuale Lungomare).
STORIA DEGLI SCAVI ARCHEOLOGICI A TURRIS LIBISONIS
Sebbene Porto Torres fu oggetto di pionieristici scavi archeologici già nel 1614 quando l’arcivescovo Gavino Manca di Cedrelles si interessò dell’interno della basilica di San Gavino e poi, nel 1819 quando il frate Antonio Cano scavò nella zona delle “terme centrali”, utilizzando polvere da sparo per lo sbancamento, ma distruggendo interi settori, la maggior parte dei rinvenimenti archeologici avvennero in seguito ai lavori di pubblica utilità tra 1800 e 1900, come la realizzazione della ferrovia (1872) e dell’acquedotto (1882). Tra gli anni ’40 e ’60 gli archeologi Massimo Pallottino e Guglielmo Maetzke portarono alla luce, gli impianti termali, gli edifici pubblici e i quartieri abitativi.
ANTIQUARIUM TURRITANO
Tra il 1971 e il 1973 fu edificato l’Antiquarium di Porto Torres e reso fruibile dal pubblico solo nel 1984. L’ubicazione dell’esposizione fu scelta in corrispondenza dell’area archeologica di Turris Libisonis.
Il materiale esposto, opportunamente diviso in aree tematiche (scultura, edifici, domus, materiali di vita quotidiana) e si sviluppa sia nell’edificio che è costruito su due piani, sia nell’area archeologica a cielo aperto, visitabili entrambi su prenotazione.
Informazioni Utili
- Orari: 9.00-20.00 (chiusura biglietteria 19.30) e, nei giorni festivi, dalle ore 9,00 alle ore 14,00
- Chiusura settimanale: lunedì