Il complesso nuragico di Santa Sarbana o Sabina e l’omonima chiesa che si trovano nella piana del Marghine in località Santa Sabina, raggiungibile facilmente percorrendo la Strada Statale 129 da Macomer a Nuoro per circa 7 km ( il nuraghe è subito visibile sulla destra e ben segnalato da cartelli turistici), rappresentano il polo di attrazione turistico culturale principale del territorio di Silanus. Sebbene l’area sia piena di altre aree archeologiche, come chiese, nuraghi, tombe dei giganti e pozzi sacri, queste due strutture per via della loro importanza storica e dell’eccezionale stato di conservazione, sono da annoverare in cima ad un motivo di visita di quest’angolo di Sardegna.
Il nuraghe di Sarbana
Il Nuraghe di Sarbana ( o di Santa Sabina) si trova accanto all’omonima chiesa bizantina e comprende un villaggio, una tomba di giganti e un pozzo sacro.
La struttura, databile tra il XIV ed il X secolo a.C. (età del Bronzo), ha un diametro di 12,60 metri alla base e 8,60 nella parte più alta. L’ingresso è orientato a Sud, e dà accesso a un corridoio che porta alla camera circolare, su cui si aprono, a destra una nicchia rettangolare e, a sinistra, la scala, ancora percorribile, che porta alla cella superiore. La camera centrale ha un diametro di 4,50 metri su cui si aprono tre nicchie disposte a croce. Il vano della scala è illuminato da una feritoia ogivale di 2,37×3,88.
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La chiesa di Santa Sabina
La chiesa di S. Sabina è invece l’edificio che si trova accanto al nuraghe di Sarbana, ed è uno splendido esempio di arte bizantina. L’impianto è costituito da una rotonda centrale con due vani rettangolari innestati ai lati. Il corpo centrale ha una cupola ovoidale sormontata da un tetto conico, mentre ai lati si è preferito realizzare un tetto a due spioventi.
A sinistra si trova un ingresso indipendente abbellito da stipiti monolitici realizzati in trachite, dove poggia un arco in bianco calcare. Secondo la studiosa Renata Serra, la struttura è stata costruita in due fasi diverse, lo dimostra il differente materiale costruttivo con cui sono stati fatti il corpo centrale e quello sinistro, rispetto a quello destro. Lo spazio interno della chiesa è assai scarso: il vano centrale è il più grande e offre maggior respiro grazie a un bello slancio verso l’alto conferitogli dalla cupola ovoidale. Le aree laterali invece, con cui comunica quella centrale, attraverso due archi di calcare bianco, sono coperti da una volta più bassa, a botte.
Chiesa e nuraghe
Tra la chiesa e il nuraghe ci sono state chiaramente delle commistioni architettoniche rese evidenti dagli interventi di ristrutturazione effettuati dal Comune di Silanus nel 1987, quando, per verificare le condizioni delle fondamenta della chiesa, è stato rimosso il basalto originario realizzato con conci del nuraghe. Attraverso questo intervento si è potuto così verificare che prima, al posto della chiesa, vi erano delle capanne nuragiche e una Tomba dei Giganti, il cui materiale è stato poi riutilizzato nella costruzione della chiesa bizantina. Queste scoperte hanno dunque confermato che l’area, in età nuragica, era assai costruita, al punto che la presenza di massicce infrastrutture preesistenti, ha condizionato l’irregolare impianto planimetrico della chiesa stessa. Secondo gli studiosi la chiesa dovrebbe risalire alla seconda metà dell’XI secolo e ha subito nel corso tempo vari interventi di riqualificazione fino al risultato odierno, che è un edificio romanico posto nel cuore della Sardegna, al centro di un territorio ricco di storia.
- Info Escursioni nel territorio di Silanus: Cooperativa Old Sardigna: 338.8334859
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