L’Età Augustea ( 27 a.C. – 14 d.C.) è coniderata il periodo di massimo splendore della storia di Roma Antica.
ANTICA ROMA
753 a.C. – 476 d.C.
Siamo nel periodo a cavallo tra la fine della età repubblicana e l’inizio dell’età imperiale. Roma ha appena saldato il suo controllo territoriale nella penisola italica e nel mediterraneo occidentale (vittoria contro Cartagine).
- LEGGI ANCHE: Cronologia essenziale della storia di Roma
Roma caput mundi
Durante l’Età Augustea Roma raggiunse la massima espansione territoriale combinata ad un lungo periodo di pace e stabilità interna.
L’Età Augustea è definita come l’Età dell’Oro dell’Antica Roma.
I risultati geopolitici, culturali, sociali ed economici raggiunti in questi 41 anni consegnarono Roma alle pagine della Grande storia del Mondo, in quanto diventarono il periodo di massima caratterizzazione dell’Antica Roma.
Quando la Repubblica entra in crisi
I triumvirati
L’esperienza repubblicana di Roma entrò in crisi quando il massimo potere politico venne suddiviso tra soggetti che entrarono inevitabilmente in conflitto: i triumvirati.
I triumvirati furono un tenativo di governare l’ormai grande e complesso sistema territoriale e geopolitico romano, costituito dalla penisola italica e dalle coste del mediterraeo occidentale.
Le esperienze triumvire dell’Antica Roma furono principalmente due:
- primo triumvirato, 60 a.C. ( Cesare, Pompeo, Crasso)
- secondo triumvirato, 43 a.C. (Ottaviano, Antonio, Lepido)
I triumvirati, che idealmente dovevano essere una condivisione del potere, in realtà si trasformarono in conflitti tra potenti che minarono la stabilità dell’Antica Roma e portarono alla fine dell’Età Repubblicana (509 – 27 a.C.).
Dalla Repubblica all’Impero
Il secondo triumvirato, quello del 43 a.C. che vide l’alleanza tra Ottaviano, Antonio e Lepido, fu il canto del cigno dell’Età Repubblicana e portò all’ascesa definitiva di Ottaviano che vinse prima su Lepido (politicamente) e poi su Antonio (militarmente), traghettando Roma verso l’Età Imperiale.
Titolo consacrato
Nel 27 a.C. il Senato romano conferisce ad Ottaviano il titolo di Augusto, che fu la massima onorificenza politica ottenuta da un romano.
Tale riconoscimento equiparò la figura di Ottaviano a quella di un semidio, in quanto la sua carica venne assegnata perché “consacrato” dagli dèi.
- LEGGI ANCHE: Augusto, origine del termine
Da semidio a imperatore
Siamo ancora in un periodo di potere non assoluto quando Ottaviano diventa “augusto”, ma da questo momento la Repubblica fu progressivamente convertita in Impero, in quanto egli piano piano riuscì ad accentrare i massimi poteri su di se eslcudendo eventuali condivisioni.
Da Repubblica a Impero
Il passaggio della storia romana dalla Repubblica all’Impero (27 a.C.) segna dal punto di vista politico un cambiamento importante nella gestione del potere.
Mentre durante la Repubblica avvenne un maggior coinvolgimento dei cittadini nella gestione e nella rappresentanza del potere, con una certa suddivisione delle cariche di vertice (sebbene lontanissime dalla concezione di democrazia moderna e comunque affidate ad élite), durante l’Impero si assistette ad un accentramento del potere nelle mani di una sola persona con frequenti scofinamenti nella forma dittatoriale vera e propria.
Ottaviano Augusto mantenendo la facciata di governo repubblicano, accentrò a sè tutti i poteri dello Stato, tra cui quello politico, militare e religioso.
Maggiore stabilità
L’era imperiale a differenza di quella repubblicana si caratterizzò, a fronte di una riduzione dei livelli di suddivisione dei poteri, per una maggiore stabilità interna, con inevitabili ricadute positive sull’economia.
La concentrazione del potere in una sola persona portò ad una riduzione dei conflitti tra forze concorrenti come invece avveniva durante la Repubblica.
Il fattore della stabilità interna fu uno dei principali motivi per cui Roma nell’età imperiale raggiunse il suo massimo splendore.
Riforme amministrative
Durante l’Età Augustea il territorio romano fu suddiviso amministrativamente in microaree di due tipologie:
- le province senatorie, amministrate da senatori
- le province imperiali, amministrate direttamente dall’imperatore (Augusto Ottaviano)
Sviluppo economico
Sotto l’impero di Ottaviano Augusto l’Antica Roma, come detto, raggiunse il suo massimo splendore, non solo geopolitico, sociale e culturale, ma anche e soprattutto economico.
La stabilità politica sotto Ottaviano portò alla ripresa delle attività agricole e artigianali, nonché alla riattivazione massiccia dei commerci, anche attraverso al maggior controllo delle acque nel Mediterraneo che portò al rafforzamento delle rotte commerciali.
Dalla Roma di mattoni alla Roma di marmo
Con Ottaviano imperatore, Roma e il suo grande territorio vennero investite da una massiccia campagna di costruzione di opere pubbliche, che resero questo angolo d’Europa e del Mediterraneo dotato di infrastrutture moderne e all’avanguardia che portarono Roma ad essere efficiente sul piano dei trasporti, della logistica e dell’urbanistica.
Tra le opere principali dell’Età Augustea sono da citare:
- il Foro di Augusto → Leggi qui
- Il Pantheon (concluso sotto Adriano) → Leggi qui
- Il l’Ara Pacis Augustae, l’Altare della Pace di Augusto → Leggi qui
La Cultura augustea
Durante i quarant’anni di pace e stabilità della Roma augustea poté proliferare un fermento culturale di notevole valore che caratterizzerà Roma nella storia del mondo. Tra gli autori che emersero in questo periodo e che rimasero definitivamente nel patrimonio culturale dell’umanità vi furono:
- Virgilio, poeta, autore dell’Eneide
- Orazio, poeta, autore delle Odi
- Ovidio, poeta, autore delle Metamorfosi
- Tito Livio, storico, autore di Ab Urbe Condita
La propaganda
Ottaviano Augusto ebbe rapporti diretti coi più importanti esponenti della cultura latina della sua epoca.
Egli influenzò politicamente molti autori costringendoli ad allinearsi all’orientamento politico dell’imperatore.
Tito Livio e Ovidio presero le distanze da Ottaviano
Fu così che poeti come Virgilio o Ovidio celebrarono indirettamente nelle loro opere la magnificienza dell’impero augusteo, mentre altri come Orazio ebbero la forza di prendere nettamente le distanze dalla deriva autoritaria di Ottaviano.
L’altro grande esponente della cultura latina in epoca augustea fu Tito Livio (storico), che fu autore di Ab Urbe Condita, ovvero la storia di Roma dalle origini ad Ottaviano Augusto.
Egli, sebbene verrà poi ricordato come il grande storico del periodo, fu sopratutto un sincero patriota che mantenne con Ottaviano un rapporto di ammirazione per aver portato Roma a questo livello di centralità nel mondo conosciuto, ma rimase distante da un approccio servilistico nei suo confronti. Livio non è riconosciuto come un propagandista di Ottaviano come ad esempio lo fu Virgilio.