La Transoxianaè un’antica regione centroasiatica che si trovata nell’attuale porzione centro orientale dell’Uzbekistan. Ai tempi dell’invasione Araba faceva parte dell’Impero Persiano ed era un crocevia fondamentale per le tratte commerciali terrestri tra l’Estremo Oriente e il Mediterraneo.
Gli Arabi per entrare in possesso della Transoxiana dovettero fronteggiare una mescolanza di popolazioni turche e iraniche che avevano il controllo, sotto l’egida dell’Impero persiano sasanide, un tratto decisivo della famosa “Via della Seta”. La presa della città commerciale e delle principali vie di transito non fu un’impresa semplice per i califfati in quanto, dal 721, dovettero confrontarsi militarmente con i Turgesh, una battagliera tribù di matrice turca che assoggettava con determinazione le genti locali. I confronti tra le due etnie su quegli immensi campi di battaglia furono cruenti e con esiti alterni, senza mai, per lungo tempo, decretare un vincitore finale. Tra le vicende militari più importanti di questo braccio di ferro vi fu la famosa “Battaglia della strettoia” del 730 che avvenne nel passo di Tashtakaracha, nell’attuale Uzbekistan.
L’INTROMISSIONE CINESE CHE FAVORÌ GLI ARABI
La svolta per la presa di Samarcanda avvenne nel 732 quando gli arabi si proposero sul campo di battaglia con un contingente massiccio che scoraggiò il sovrano turco Su Lu a cedere e a ritirare l’ambizione di mantenere il controllo della antica città. Nel frattempo, guerre fratricide all’interno dei vertici militari turchi portarono all’indebolimento dei Turgesh anche per la pressione disgregatrice cinese anch’essa interessata alla partita sulla Transoxiana.
La pressione cinese fu pure la concausa della disgregazione di un’altra minaccia al dominio arabo della regione rappresentata dalla popolazione dei Göktürk, ma che, tra il 705 e il 713, venne ripetutamente battuta.
TOLLERANZA VINCENTE
Messe sotto controllo tutte le aree strategiche della Transoxiana almeno nella porzione centro-occidentale non inclusa dall’influenza cinese, il processo di islamizzazione della regione avvenne lentamente: prima sotto il califfato degli Omayyadi si svolse con una politica dispotica e impositiva, poi, con l’avvento abbaside venne messo in atto un controllo culturale più tollerante delle diversità etniche e delle tradizioni che facilitò un’assimilazione indolore della dottrina araba. Non a caso, la politica universalistica di quest’ultimo califfato regolamentò in lingua araba solo i rituali liturgici, lasciando alle genti libera espressione negli altri ambiti della quotidianità.
La lingua e le tradizioni tagiche dunque sopravvissero durante il dominio arabo, così come l’Islam convisse accanto al Buddismo e all’influenza cinese (lingua compresa).