Il Sionismo è il movimento politico nato a fine ‘800, in seno alla comunità ebraica europea, con lo scopo di far rientrare in Palestina gli ebrei sparsi per il mondo durante le diaspore, e creare uno stato che rappresenti geopoliticamente il popolo.
Il rientro sistematico in Palestina
Il Sionismo nasce per rispondere all’esigenza del popolo ebraico di avere uno stato che lo rapprenti e lo protegga quando si trova minacciato.
Lo stato di minaccia, purtroppo, a seguito delle croniche discriminazioni etniche (antisemitismo) che gli ebrei hanno sempre dovuto subire, sin dalla diaspora ai tempi dell’invasione romana in Palestina, secondo i sionisti, deve essere messo definitivamente sotto controllo, attraverso una difesa rappresentata da uno stato nazionale, indipendente e internazionalmente riconosciuto .
Sion
Sion è la collina di appena 765 metri che si trova poco fuori la città vecchia di Gerusalemme.
Questo luogo è importante per l’ebraismo perché rappresenta, secondo la tradizione, il sito dove nacque il primo nucleo di Gerusalemme, la città simbolicamente più importante per questa religione.
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Il Sionismo riprende il significato storico e leggendario di questa piccola montagna e lo considera il luogo dove gli ebrei dovrebbero ritornare dopo la diaspora.
Sion rappresenta la “Terra promessa” alla gente di religione ebraica che è stata costretta dalla storia (o forse dalla leggenda o dalla tradizione) a fuggire dalla sua terra d’origine, sin dalla dominazione romana e andare a pellegrinare in giro per il mondo, dove per altro è stata costretta a subire continue discriminazione (antigiudaismo o antisemtismo).
Sionista
da Sion
la collina di Gerusalemme
Il ritorno nella Terra Promessa
Il movimento sionista palesò ufficialmente l’intenzione di tornare a Gerusalemme e di andare a fondare uno stato nazionale ebraico al Congresso di Basilea del 1897 che fu organizzato da Theodor Herzl (1860-1904), giornalista e attivista ebreo di origini ungheresi.
Le linee guida del Sionismo
Le linee guida del Sionismo per la creazione dello Stato di Israele prevedeva una politica di reinserimento in Palestina rispettando tre condizioni essenziali:
- OCCUPARE LE TERRE – La colonizzazione agricola della Palestina – Attraverso l’agricoltura si intendeva ristabilire tra gli Ebrei che facevano ritorno in Palestina un legame diretto con quel territorio. Questo obiettivo si raggiungeva acquistando i terreni e poi facendo valere giuridicamente il loro possesso legale;
- FARSI RICONOSCERE COME STATO – Il ritorno ai valori classici dell’Ebraismo – Con la riscoperta e la rivalorizzazione dei valori culturali e religiosi che identificano gli Ebrei era possibile prouovere lo spirito nazionale con il fine di trovare anche una collocazione definita e riconosiuta a livello internazionale.
- LIBERALIZZARE LA CIRCOLAZIONE IN PALESTINA – Ottenere una carta internazionale – Attraverso questo documento si voleva aveere l’autorizzazione all’immigrazione ebraica in palestina.
Il Congresso di Basilea
– 1897 –
Basilea è una città medio-piccola della Svizzera settentrionale, posta ai confini svizzeri con la Francia e la Germania.
A Basilea, tra il 29 e il 31 agosto del 1897, fu organizzato il Primo Congresso Sionista della storia. A questo celebre evento parteciparono duecento delegati provenienti da 70 organizzazioni internazionali.
La scelta di Basilea
Basilea a fine ‘800 era una piccola città che non godeva certamente dell’importanza politica ed economica di altre realtà del Vecchio Continente.
Tuttavia fu scelta la piccola città svizzera come sede di questo primo delicato congresso perchè agli organizzatori furono negati i consensi a realizzarlo in altre, come ad esempio la vicina Monaco che era più grande e più importante di Basilea. Qui però fu espressa la contrarietà della comunità ebraica alla sede del congresso sionista perché non si volevano risvegliare nuove antipatie antisemite in un momento delicato della storia europea, come ad esempio quello della Germania riunificata.
Basilea si dimostrò una scelta comunque azzeccata sul piano logistico -geografico, perché era ben collegata a livello ferroviario, aveva una sinagoga e un ristorante kosher. Tutto ciò nonostante le famiglie ebree in Svizzera non subissero la discriminazione antisemita presente in Francia e in Germania e anzi vivessero in condizioni di agiatezza e benessere, al punto che l’esigenza di promuovere un’ideale di ennesima partenza alla ricerca di nuovi posti dove vivere, non era certo una necessità impellente.
Theodor Herzl
Il convegno fu organizzato dal giornalista Theodor Herzl e lo scopo era riprendere e definire l’idea di un progetto di Stato per tutti gli ebrei.
La premessa a questa necessità patriota era la necessità di rispondere con una soluzione geografica e politica, alle continue discriminazioni etniche che gli ebrei in Europa continuavano a subire. Discriminazioni nate già con la prima Diaspora, ma che sul finire dell’800 stava raggiungendo livelli sempre più insopportabili.
I tempi storici sembravano essere infatti maturi, sopratutto dopo le politiche sociali di tolleranza e apertura verso le varie confessioni religiose adottate dall’Impero Asburgico sotto la guida di Maria Teresa d’Austria prima e Giuseppe II poi.
A fronte di ciò, tuttavia, la società europea, continuava a covare un antisemitismo cronico e diffuso, anche grazie ad iniziative di propaganda politica e pseudoscientifica che lo rinforzavano, come quelle del Partito Cristiano Sociale austriaco di Karl Lueger, che nel 1891 aveva palesato l’antisemitismo come elemento cardine dello statuto; oppure gli studi del filosofo ed economista tedesco Eugen Duerhing,che dieci anni prima aveva pubblicato il suo trattato denominato ” La questione ebraica in quanto problema razziale, morale e culturale” .
Karl Lueger diventò sindaco di Vienna e l’indirizzo razzista della sua politica fu anche motivo di ispirazione del giovane Adolf Hitler che proprio in quegli anni abitava nella capitale austriaca.
Il caso Dreyfus
Theodor Herzl fu inoltre testimone del famoso caso Dreyfus, il conflitto politico e sociale che sul finire dell’800 colpi la Francia.
Erano i tempi della cosiddetta Terza Repubblica francese, in cui ancora esisteva il rischio di un ritorno alla monarchia che alimentava tensioni politiche e sociali, ma in cui, sopratutto, era forte la delusione francese per l’esito della guerra Franco-Prussiana in cui era emerso il ruolo ambiguo di un alto grado militare, accusato di spionaggio e tradimento a favore della Germania.
In un primo tempo l’accusa fu addebitata – erroneamente – al capitano di origini ebree Alfred Dreyfus, scatenando un’ondata di antisemitismo in tutta la Francia. Solo in un secondo tempo gli storici riuscirono a individuare nel maggiore francese Ferdinand Walsin Esterhazy il vero responsabile.
Ebrei contrari all’idea sionista
Herzl arrivò ad ottenere il via libera per l’organizzazione del Congresso di Basilea dopo aver subito non poche bocciature da parte di alcuni stessi filantropi e banchieri che non consideravano utile questa operazione politica. Tra di essi vi fu la contrariertà del barone de Hirsh e della famiglia Rothschild, nobile famiglia di banchieri ebrei che nell’Ottocento raggiunse l’apice di potenza finanziaria disponendo del più grande patrimonio privato del mondo.
Il sostegno democratico alla causa
Rimaneva invece a favore dell’ideale sionista in questa prima fase progettuale la componente più popolare, democratica e liberale dell’etnia ebraica europea. E tale appoggio caratterizzerà l’impronta politica del primo corso sionista.
Gli obiettivi raggiunti a Basilea
Il Congresso di Basilea durò appena due guorni, dal 29 al 31 agosto del 1897, ma fece in tempo a portare a mettere due punti fermi fondamentali per l’inizio del nuovo corso dell’etnia ebraica nel mondo:
- Fondazione dell‘Organizzazione sionista mondiale;
- Adozione del Programma di Basilea
I relatori giunsero a concludere la redazione di un testo finale che in un punto così dichiarava:
” Lo scopo del sionismo è quello di creare una casa in Eretz Israel per gli ebrei sotto tutela della legge e riconosciuto a livello internazionale”.
A Basilea furono inoltre segnati i seguenti punti programmatici:
- L’insediamento di agricoltori e artigiani ebrei nella Terra di Israele, quella “promessa” da Dio ai discendenti di Abramo
- L’individuazione di enti politici di rappresentanza delle etnie ebraiche presenti nei vari paesi
- La promozione e il rafforzamento della coscienza nazionale ebraica
Al termine del Congresso di Basilea Theodor Herzl fu eletto primo Presidente dell’Organizzazione sionista e i punti programmatici dell’incontro furono riconosciuti come primi elementi formativi della Costituzione del futuro stato di Israele.
Nonostante le incertezze di questa fase primordiale, i relatori del Congresso di Basilea e prima ancora il neo presidente Herzl giunsero alla speranzosa conclusione sintetizzata nelle parole dello stesso Herzl: “A Basilea ho fondato lo Stato ebraico. Quando lo dichiaro, la risposta universale è di derisione. Forse, tra 5 o al più tardi, tra 50 anni ognuno se ne renderà conto”.