PREMESSA
A cura del professor Francesco Lorenzoni
Quest’opera, articolata in tre volumi, risponde in primo luogo ad intenti divulgativi, rivolta com’è agli studenti come pure a coloro che, ormai adulti, intendano accostarsi per la prima volta alla storia della filosofia oppure desiderino rispolverare le nozioni apprese a scuola. Mia particolare cura è stata l’accessibilità del linguaggio nella convinzione che la chiarezza espositiva, pur senza banalizzare, sia l’accorgimento migliore per alimentare il piacere e il gusto stesso per la filosofia, magari insieme al desiderio di personali ulteriori approfondimenti. Ciò sarebbe il risultato più lusinghiero di questo lavoro, inserito nella rete Web e liberamente leggibile e scaricabile, dedicato a tutti coloro che abbiano occasione e voglia di approfittarne. Il testo, rivisto, rielaborato, migliorato ed integrato, costituisce una riedizione della mia precedente opera, in quattro volumi, “Corso di storia della filosofia”, già consultabile e scaricabile dal sito “Ousia.it”, redatta sulla scorta dei più accreditati manuali scolastici di storiografia filosofica, tra cui quelli di Nicola Abbagnano e Giovanni Fornero; Giovanni Reale e Dario Antiseri; Enrico Berti; Sergio Moravia; L.Tornatore, G. Polizzi, E. Ruffaldi; V. e A. Perrone, G. Ferretti, C. Ciancio; G. Fornero e S. Tassinari; F. Adorno, T. Gregory , V. Verra; Battista Mondin; Antonio Gargano; ed altri ancora.
Più di talvolta, in merito a ciascun filosofo o corrente filosofica, l’esposizione di un manuale è chiara in alcune linee mentre, a causa di un linguaggio troppo tecnico o poichè sono saltati taluni passaggi logico-esplicativi, risulta meno comprensibile, specie per i principianti, in altri aspetti. Pertanto, nell’obiettivo di pervenire ad una più ampia leggibilità nell’illustrazione del pensiero dei filosofi o temi trattati, ho operato una cernita fra tutti i manuali presi in considerazione, estraendo i passi espositivi più chiari ora da un manuale ora da un altro, talvolta riportando pari pari interi periodi e talaltra, più frequentemente, semplificando ma anche completando il testo. Per altro lato, se qualcuno avesse intenzione di prenderne parimenti conoscenza, mi sono permesso di inserire nell’esposizione una serie di argomentazioni integrative più specialistiche, mirando pur sempre alla maggior comprensibilità possibile. Per contro ho riservato, per economia di scrittura, solo brevi cenni alla biografia dei vari filosofi poichè rinvenibile in qualsiasi manuale senza difficoltà di comprensione.
NASCITA DELLA FILOSOFIA
Secondo la tradizione, sembra che il creatore del termine “filosofia” (alla lettera “amore per il sapere”) sia stato Pitagora. Per la concezione dell’epoca il possesso della sapienza, del vero, del certo e del tutto, era supposto solo in capo agli dei, mentre per l’uomo era possibile solamente una tendenza alla sapienza. Temporalmente la filosofia sorge intorno al sesto secolo avanti Cristo, dapprima, nelle colonie greche dell’Asia minore e poi dell’Italia meridionale le quali, grazie alla loro operosità e ai commerci, raggiunsero per prime un maggior benessere nonchè, per la lontananza dalla madrepatria, poterono per prime darsi libere istituzioni. In seguito la filosofia si sviluppa nella Grecia classica, presentandosi come modalità di pensiero assolutamente nuovo ed originario, in grado di plasmare la visione del mondo dell’intera civiltà occidentale, incamminatasi da allora in una direzione alquanto diversa da quella orientale.
Non sono mancati invero tentativi di far derivare la filosofia dall’Oriente, ma i popoli orientali, con i quali i greci erano entrati in contatto, se possedevano un tipo di sapienza analoga a quella dei Greci prima di creare la filosofia, coltivavano tuttavia una forma di sapere fatta soprattutto di convinzioni religiose e di miti più che costruita sulla pura ragione ovvero, in greco, sul “logos“. Maggiori contributi, piuttosto, sono stati arrecati dagli orientali nell’ambito delle conoscenze scientifiche: la matematica e la geometria dagli egiziani, l’astronomia dai babilonesi, l’alfabeto dai fenici. Tali conoscenze, tuttavia, avevano finalità soprattutto pratiche mentre i primi filosofi greci, distaccandosi dal mito, hanno inteso, nel recepirle, trasformarle in teorie razionali, organiche e sistematiche. Rispetto alla sapienza orientale, essenzialmente di stampo sacrale e fondata sulla tradizione, la filosofia greca si è indirizzata invece sul piano di una ricerca scaturente, come tale, da un atto di libertà di fronte alle tradizione e alle credenze tramandate, accettate o imposte. Per di più, mentre in Oriente il sapere era patrimonio di una casta privilegiata, quella sacerdotale, in Grecia la filosofia era a portata di ogni uomo perchè ogni uomo, come proclamato da Aristotele, è “animale razionale“.
LE PRE-FILOSOFIE: RELIGIONE, ARTE, POESIA
Per capire il sorgere e lo sviluppo della filosofia di un popolo e di una civiltà è utile fare riferimento all’arte, alla religione e alle condizioni socio-politiche di quel popolo e di quella civiltà . Anteriormente alla nascita della filosofia i poeti ebbero, presso i Greci, grande importanza nell’educazione e nella formazione spirituale dell’uomo, specialmente con Omero ed Esiodo nei quali, pur così ricchi di immaginazione e di eventi fantastici, già si ritrova d’altro canto un senso spiccato dell’armonia, della proporzione, del limite e della misura. Di rilievo è anche l’arte della motivazione, costante nei poemi omerici. Omero non si limita a narrare una serie di fatti ma ne ricerca anche le cause, le ragioni, i perchè, sia pur a livello mitico-favoloso. Ulteriore significativo carattere della poesia omerica è quello di presentare la realtà nella sua interezza: dei e uomini, cielo e terra, guerra e pace, bene e male, gioia e dolore, valori e disvalori. Siffatta caratura della poetica greca più antica è la matrice stessa che, mediante la ricerca di un comune principio, fondamento ed origine, ispirerà il pensiero filosofico nell’intento di una spiegazione della totalità delle cose. Esiodo, con la “Teogonia” ha narrato la nascita e la natura di tutti gli dei. E poichè molti attributi delle divinità greche antiche coincidevano con le potenze dell’universo e dei fenomeni del cosmo, la teogonia è diventata anche cosmogonia, ovvero spiegazione mitico-poetica della genesi dell’universo stesso. Sicchè il poema di Esiodo aprì la strada alla successiva cosmologia filosofica, che cercherà con la ragione, e non più con l’immaginazione, il “principio primo” da cui tutto si è generato. Altrettanto, la poesia ha impresso nella mentalità greca originaria fondamentali idee etiche ed estetiche, quali l’idea di giustizia, di giusta misura e di limite, che la filosofia assumerà e svilupperà come concetti basilari.
- Circa la religione greca antica, è utile distinguere tra “religione pubblica” e “religioni dei misteri”.
Per Omero e per Esiodo, secondo le credenze proprie della religione pubblica, l’intero tutto è divino poichè tutto ciò che accade viene spiegato in funzione dell’intervento degli dei: i fenomeni naturali come la vita associata, la pace come la guerra. Gli dei del politeismo greco sono forze naturali personificate, sono uomini idealizzati, differenti solo per quantità ma non per qualità . La religione pubblica greca è, in sostanza, una forma di “naturalismo“. Come naturalistica fu la religione pubblica greca, così “naturalistica” fu la prima filosofia greca. I Greci inoltre non ebbero libri sacri o comandamenti religiosi frutto di una rivelazione divina. Di conseguenza la loro religione non fu di tipo assolutistico-dogmatico nè vi fu una casta sacerdotale potente e autoritaria. Tutto ciò lasciò ampia libertà al pensiero filosofico, che non trovò nella religione ostacoli insuperabili.
ORFEO E L’ORFISMO
Nondimeno la religione pubblica non fu sentita da tutti i Greci come soddisfacente, tant’è che prese piede, presso cerchie e sette ristrette, il culto dei misteri, specialmente i “misteri orfici”, denominazione derivante dal poeta tracio Orfeo. L’orfismo introduce nella civiltà greca un nuovo sistema di credenze ed una nuova interpretazione dell’esistenza umana. Mentre la religione pubblica riteneva l’uomo mortale, l’orfismo proclamava l’immortalità dell’anima, preesistente all’uomo come principio divino e caduta in un corpo a causa di una colpa originaria. Attraverso la metempsicosi l’anima era pensata reincarnarsi di volta in volta di una serie di corpi fino a che, grazie al comportamento virtuoso dell’uomo nel quale da ultimo incarnata, l’anima ne usciva purificata ritornando presso gli dei. In base all’idea della colpa, del castigo, dell’espiazione e del premio, l’orfismo ha concepito l’uomo secondo uno schema dualistico che contrappone il corpo all’anima. Per la prima volta l’uomo ha visto in sè il contrasto di due principi in lotta tra essi: l’anima, principio divino, e il corpo, tomba ed espiazione dell’anima. Si è così incrinata, sul piano della credenza religiosa orfico-misterica, la visione naturalistica: l’uomo comprende che alcune tendenze legate al corpo sono da reprimere e la purificazione diviene lo scopo del vivere. L’orfismo ha in tal modo anticipato, rispetto all’originario naturalismo, una serie di significativi sviluppi della filosofia greca, influenzando il pensiero di Pitagora, di Eraclito, di Empedocle e soprattutto di Platone.
LA LIBERTA’ POLITICA IN GRECIA
Per quanto concerne le condizioni socio-politiche ed economiche che favorirono il sorgere della filosofia, va posto l’accento sulla libertà politica di cui beneficiarono i Greci rispetto ai popoli orientali. Nei secoli settimo e sesto a.C. si ebbe in Grecia una notevole trasformazione socio-economica: da paese prevalentemente agricolo divenne centro di fiorente sviluppo dell’artigianato e del commercio, con conseguente fondazione di molte colonie. Sorse un nuovo ceto di commercianti e di artigiani che si contrappose vittoriosamente alla nobiltà terriera; le vecchie forme aristocratiche di governo si trasformarono nelle nuove forme repubblicane che caratterizzarono il nascere e il diffondersi delle “polis”, le città greche. Nel clima di libertà individuale e collettiva delle polis greche fiorirono i confronti fra le idee, quindi la cultura, le arti e, appunto, la filosofia.
I CONNOTATI DELLA FILOSOFIA ANTICA
Fin dal suo primo nascere la filosofia greca presentò tre principali connotati relativamente al contenuto, al metodo, allo scopo.
Per quanto riguarda il contenuto, il sapere cui il filosofo si rivolge non è di ordine settoriale, come nelle scienze particolari, ma vuole indagare e spiegare la totalità delle cose, tutta la realtà nella sua interezza e compiutezza. Il fine di tale sapere è la verità , allora denominata col termine greco di “aletheia” (il disvelarsi, il non essere più nascosto). La verità è il tutto, la totalità , ovvero, come sarà ulteriormente definita, è la scoperta dell’essere, della globalità del reale, dell’insieme di tutte le cose e di ciò che esse hanno in comune e da cui hanno avuto origine. Rispondendo al bisogno di conoscenza insito nell’uomo, la filosofia, fin dalle origini, si propone di spiegare globalmente la realtà ricercandone i principi generali, non accontentandosi di osservare come stanno le cose ma cercando di capirne anche il “perchè”, il senso. L’indagine sull’essere è demandata a quel particolare campo della filosofia denominato come “ontologia” e, in specie, la domanda dei primi filosofi verte su quale sia il principio di tutte le cose, inizialmente ricercato all’interno della natura.
Per quanto concerne il metodo, la filosofia mira ad essere spiegazione razionale di quella totalità che essa ha come oggetto. Ciò che vale non è il discorso narrativo, il raccontare, ma il discorso argomentativo secondo ragione, ovvero ciò che rileva è il “logos”, la razionalità , la motivazione logica. Non basta alla filosofia raccogliere esperienze, ma aspira ad andare oltre per trovarne la causa superiore, anche sovra empirica. Le dottrine filosofiche sono concepite come prodotto non limitato alla sensazione ma come opera della ragione; lungi dalla pretesa di essere verità dogmatiche, indiscutibili, sono da assoggettare alla discussione, alla critica e alla confutazione per essere sostituite con altre dottrine che la ragione mostri più convincenti. In tal modo la filosofia si distingue sia dal mito sia dalla religione, giacchè mito e religione non sono il frutto della pura ragione ma costituiscono elementi di ispirazione o rivelazione, in quanto tali non sottoponibili a dibattito critico. Altrettanto, rispetto alla condotta pratica la filosofia sostituisce l’accettazione acritica dei valori e delle credenze con la ricerca razionale intorno a ciò che è bene per il singolo e per la comunità .
FARE FILOSOFIA
Infine, lo scopo della filosofia sta nel puro desiderio di conoscere e di contemplare la verità . La filosofia è disinteressato amore di verità , senza propositi di conseguire qualche utilità pratica. La filosofia, invero, può nascere solo dopo che gli uomini hanno risolto i problemi fondamentali della sussistenza e si sono liberati delle più urgente di necessità materiali. Dice Aristotele: “noi non ricerchiamo la filosofia per un qualche vantaggio estraneo ad essa. Essa è da sola fine a se stessa e perciò essa sola, fra tutte le altre scienze, diciamo libera. Tutte le altre scienze saranno più necessarie, ma nessuna sarà superiore”. Contemplando filosoficamente la totalità dell’essere cambiano necessariamente tutte le prospettive usuali, muta la visione del significato della vita e si impone una nuova gerarchia di valori. La verità contemplata infonde un’enorme energia morale ed una viva coscienza sociale.
“Tutti gli uomini - scrive ancora Aristotele – aspirano per natura al sapere“. Tendono al sapere perchè, come avvertono Platone ed Aristotele, si sentono pieni di “stupore” e di “meraviglia” dinnanzi alla grandezza e al mistero del tutto, della realtà , della quale si domanda quale sia l’origine e il fondamento, così come si chiede quale sia il posto che l’uomo occupo in questo universo. Perchè c’è l’essere e non il nulla? È questa la domanda filosofica di fondo che verrà successivamente a porre. Perchè c’è il mondo? Da dove è sorto? Quale è la sua ragione di essere? Quale il suo senso e significato? Perchè c’è l’uomo? Perchè io esisto? Si tratta di problemi che l’uomo non può evitare di porsi e che mantengono la loro attualità anche dopo il trionfo delle scienze specialistiche moderne. Certamente, le scienze rispondono ad importanti e irrinunciabili domande di parte, ma non sul senso del tutto.
- I temi fondamentali della filosofia antica
Dapprima la totalità della reale fu vista come “physis” (natura) e come cosmo; quindi l’originario problema filosofico fu quello cosmologico nell’ambito di una filosofia della natura. Come nasce il cosmo? Quali sono le forze che agiscono in esso? Sono questi i problemi che si posero i primi filosofi, detti appunto “fisici” o naturalisti o cosmologi.
In seguito, con i sofisti, il quadro muta. Diviene inattuale il problema del cosmo e l’attenzione si concentra sull’uomo nella polis. Con Socrate poi l’accento è posto sulla specifica natura e virtù umana. Nasceranno così, rispettivamente, la filosofia sociale e l’umanismo filosofico.
Le grandi costruzioni sistematiche del quarto secolo a.C., ossia i grandi sistemi filosofici di Platone e di Aristotele, arricchiranno ulteriormente la tematica filosofica. Platone scoprirà e cercherà di dimostrare che la realtà , o l’essere, non è di un unico genere e che oltre al mondo sensibile esiste anche una realtà trascendente il sensibile, scoprendo quindi quella che più tardi sarà chiamata “metafisica”, la quale indaga quelle realtà che stanno oltre i dati fisici, sensitivi, e che si colgono non attraverso i sensi ma solo con la ragione speculativa.
Anche i problemi morali verranno a specificarsi con la distinzione tra vita individuale e vita sociale; nasceranno così, rispettivamente, la filosofia etica o morale e la filosofia politica.
Con Platone ed Aristotele saranno inoltre sviluppati i problemi della genesi e natura della conoscenza umana, che daranno luogo al sorgere della filosofia della conoscenza o “gnoseologia”, nonchè i problemi logici e metodologici, col sorgere della logica. Quale è la via che l’uomo deve seguire per giungere alla verità ? Quale è l’apporto dei sensi e quello della ragione nella ricerca della verità ? Quale è la caratteristica del vero e del falso? Quali sono i principi e le forme logiche mediante cui l’uomo pensa, ragiona e giudica? Quali sono le regole del retto pensare e quali le condizioni perchè un ragionamento possa qualificarsi corretto? Sono queste le discendenti e fondamentali domande sottese.
In connessione con i problemi gnoseologici e logici nascono anche i problemi estetici (cos’è il bello e l’arte?), col sorgere quindi della filosofia estetica.
- Autore: professor Francesco Lorenzoni
- Foto di Copertina: Pitagora sostiene il vegetarianismo, Pieter Paul Rubens (1618-1620)
- Impaginazione e grafica: Pierpaolo Spanu