L’ “Inno alla gioia” ( An die Freude) è l’ode del drammaturgo e poeta tedesco Friedrich Shiller che fu scritta nel 1785 e pubblicata un anno dopo nella rivista Thalia. Nel 1824 il compositore Ludwic van Beethoven inserì il testo di questa poesia nella parte corale del quarto movimento della sua Nona Sinfonia e nel1972 il Consiglio d’Europa la adottò ufficialmente come Inno d’Europa.
- L’ “Inno alla gioia” ha fatto parte della colonna sonora de “L’attimo fuggente” di Peter Weir
IL RITORNO ALLE ORIGINI GRECHE
L’Inno alla gioia è una poesia tipicamente romantica che parla dell’uguaglianza degli uomini che sono legati tra loro da una gioiosa fratellanza universale. L’ode richiama dunque alla dimensione divina dell’uomo come fu già interpretata dagli antichi greci.
La cultura classica greca era il modello di riferimento del nuovo umanesimo riscoperto dai romantici e auspicava ad un ritorno ad equilibrio naturale.
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IL RIMANEGGIAMENTO DELL’AUTORE
Nel 1808 Schiller cambiò due versi della prima strofa e cancellò l’ultima. Questa versione fu quella definitiva e si componeva di 8 strofe con, ognuna in mezzo un ritornello in 4 versi.
- Il testo dell’Inno alla Gioia (tradotto in italiano)
- Il testo dell’Inno alla Gioia (tradotto in italiano) nella versione di Schiller, a sinistra e in quella di Beethoven, a destra. Le parti in neretto del musicista sono gli apporti scritti di suo pugno.
LA CRITICA ALL’OPERA DI BEETHOVEN
La Nona Sinfonia di Beethoven viene ritenuta dalla maggior parte della critica come la sua opera musicale più importante. Tra coloro che invece espressero perplessità sulla sua riuscita vi fu certamente quella di Giuseppe Verdi, che considerò troppo “duro” l’ultimo movimento, sebbene stravedesse per i primi tre.
La Nona Sinfonia di Beethoven è attualmente la composizione di musica classica più conosciuta anche dal pubblico non esperto. Nella “classifica” di popolarità infatti Beethoven è primo, seguito da altri grandissimi del genere.