GENOVA
La Repubblica di Genova nacque dalle ceneri della città distrutta più volte via mare dalle spedizioni saracene (935) e via terra dalle dispute tra Ivrea e la Sassonia. Nel 1096 feudatari e mercanti trovarono un’intesa per la ricostituzione della città, un’operazione che durò circa tre secoli prima che l’antico borgo ligure diventasse una potenza marittima del Mediterraneo, capace di battere anche militarmente la concorrenza di Pisa e Venezia, nonché di assicurarsi il dominio in terre lontane dal centro cittadino, l’isola di Capraia (Livorno), la Corsica, conquistata del tutto ed entrata a far parte del territorio di Genova fino al 1768, la Sardegna centro settentrionale (l’odierna provincia di Sassari, da Castelsardo ad Alghero e le coste della penisola di Crimea (oggi Ucraina) dove la presenza genovese si trasformò da semplice emporio in una comunità radicata.
Genova partecipò alla Prima Crociata che fu il trampolino di lancio verso un avvenire di ricchezza.
I BIZANTINI GLI DANNO LE CHIAVI DEL MAR NERO
Genova grazie al Trattato di Ninfeo stipulato coi Bizantini che controllavano il Bosforo entrava in possesso della principale tratta che metteva in comunicazione i porti più ricchi e lontani del Mar Nero con il Mar Mediterraneo, ovvero quella che dal Mare d’Azov e dalla Crimea portava allo Stretto dei Dardanelli.
LA RIVALITA’ CON VENEZIA PER IL MAR NERO
I genovesi tuttavia per operare con profitto dovettero da un lato difendersi dalle aggressioni dei Tartari, le popolazioni di etnia turca che, provenienti dalle steppe desertiche della Mongolia e della Siberia, si volevano affacciare stabilmente nel Mar Nero. In più si confrontarono con Venezia, che a quell’epoca iniziava a insinuarsi sul Mar Nero, con i primi scali ricavati molto spesso nelle adiacenze a quelli genovesi, come ad esempio Trebisonda sulla costa anatolica.
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Genova riuscì a debellare la minaccia tartara con numerose vittorie militari sulla costa russa, ma dovette imparare a convivere con la crescente concorrenza veneziana.
La Guerra degli Stretti fu il conflitto durato 5 anni, dal 1350 al 1355, che Genova ebbe con Venezia. Il motivo della contesa era la libertà di commerciare lungo le tratte del Mar Nero. Il confronto, dopo due battaglie vittoriose a favore dei liguri, fu definitivamente perso nella terza battaglia, quella svoltasi ad Alghero, quando Venezia, in alleanza con Aragona, sconfisse Genova costringendola alla resa. L’esito della Guerra degli Stretti fu che Genova perse la Sardegna e iniziò un lungo periodo di instabilità interna che fece scricchiolare la solida attività commerciale. Fu così che la città, indebolita dalla crescente concorrenza di Venezia e dalle lotte sociali interne, entrò progressivamente in declino, al punto che subì la sottomissione prima della vicina Francia e poi del Ducato di Milano.
I GENOVESI DIVENTANO BANCHIERI
Per rivedere Genova rialzare la testa nella Grande Storia bisognerà aspettare il ‘500 con Andrea Doria che trasformò l’ordinamento della città in una Repubblica Aristocratica, governata dunque dai ceti più ricchi. Da lì ci fu l’inizio per Genova di un cambiamento radicale nelle fonti di approvvigionamento delle ricchezze, non più provenienti dai traffici mercantili, ma dalla finanza: i nobili genovesi diventarono tra i migliori banchieri d’Europa. La grandezza di Genova fu tale in questo settore le grandi monarchie, come ad esempio la Spagna, per sostenere l’avvio delle imprese coloniali, dovette rivolgersi al potere finanziario del Banco di San Giorgio l’unica istituzione (privata) in grado di rimpinguare di denaro liquido le casse della monarchia, costretta a sostenere a con le proprie forze le spese militari che facevano seguito alle colonizzazioni. La rilevanza di tale economia fu tale che il “genovino“, la moneta di Genova, divenne una delle più utilizzate nei lucrosi scambi commerciali dell’epoca.
Dopo il ‘500 dunque, Genova convertì la sua economia dagli affari mercantili agli affari bancari. Tale condizione ridusse il suo potere politico nei confronti dei grandi stati e delle rivali di sempre, come Aragona e Venezia. Genova insomma diventò sostanzialmente uno Stato finanziario non più in grado però di competere militarmente con le vere grandi potenze europee, come la Spagna o la Francia. Tale condizione la indebolì fino al punto di collassare sotto Napoleone che la conquistò e la fece annettere alla Francia.