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Home » Approfondimenti » Storia » Storia dell'Uomo » Dalla Scimmia all’Homo

Dalla Scimmia all’Homo

di Redazione
in Approfondimenti, Storia, Storia dell'Uomo
Tempo di lettura: 12 minuti
Dalla Scimmia all'Homo

EVOLUZIONE OMNIA
L’uomo moderno è un animale Mammifero Primate appartenente all’ordine degli Ominidi, del genere Homo Sapiens Sapiens ed è il risultato di un processo evoluzionistico iniziato con il clade dei Laurasiatheria, il super ordine dei mammiferi preistorici da cui nel Cretaeo, tra gli 85 e i 95 milioni di anni fa, sarebbe nato l’insieme degli Euarchontoglires. All’interno di questo ultimo gruppo di specie, tra le altre, vi sono anche i Primati che, oltre alle scimmie comprende pure gli “homo” . Tra gli homo comparsi sulla Terra nelle varie epoche solo l’Homo Sapiens Sapiens, ovvero l’uomo moderno ha saputo sopravvivere fino ad oggi mentre le altre si sono tutte estinte.

  1. Laurasiatheria
  2. Euarchontoglires
  3. Primati

L’UOMO DERIVATO DAGLI INSETTIVORI, IPOTESI ACCANTONATA
Secondo alcune teorie sull’origine dei primati essi si sarebbero evoluti dagli insettivori, questa ipotesi ultimamente, sulla base di dati biomolecolari, è stata in parte rivisitata e ha posto gli insettivori su un ramo evoluzionistico collaterale rispetto ai primati. L’ordine di cui fa parte anche l’uomo e le scimmie sarebbe invece originato nel Cretaceo, tra 85 e 95 milioni di anni fa, quando specie appartenenti ai mammiferi si sarebbero divise dai Laurasiatheria, clade di superordine dei mammiferi, e avrebbero formato gli Euarchontoglires che comprende il clade Glires e il clade Euarchonta. A quest’ultimo appartengono i Primati.

IL LAURASIATHERIA
Il Laurasiatheria è il gruppo di mammiferi da cui è partita l’evoluzione che ha portato all’uomo. A questo gruppo appartengono:

  • Artiodactyla e Perissodactyla – ungulati a piedi pari e a piedi dispari, come ippopotami, cammelli, giraffe, antilopi, cervi, bovini, ovini, caprini e suini
  • Cetacea – cetacei, come foche, delfini e balene
  • Chiroptera – pipistrelli
  • Carnivora – carnivori
  • Pholidota – formichieri e pangolini
  • Soricomorpha – talpe e toporagni
  • Erinaceomorpha – ricci

GLI EUARCHONTOGLIRES
Tra gli 85 e i 95 milioni di anni fa, dal gruppo dei Laurasiatheria si divisero, in pieno Cretaceo, gli Euarchontoglires. Gli Euarchontoglires si dividono in due clade Glires di cui fanno parte i roditori e i leporidi e il clade degli Euarchonta che comprendono tra gli altri le tupaie, i lemuri e i primati. A quest’ultimo ordine appartiene l’uomo.

I PRIMATI
L’uomo fa parte dell’ordine dei Primati, dal latino “primus”, cioè il “migliore” , che è l’ordine di mammiferi placentati a cui appartengono anche i Lemur (le proscimmie), le Simie (le scimmie) e l’Homo (l’Uomo).

Appartengono all’ordine dei Primati gli animali che presentano le seguenti caratteristiche morfologiche:

  • DITA – I Primati hanno 5 dita su ogni zampa, unghie corte, pollice opponibile e la capacità di fare una presa salda;
  • DENTI – I Primati dispongono di una dentatura da onnivori ma maggiormente adatta ad una alimentazione erbivora:
  • OCCHI – I Primati dispongono di occhi orientati in avanti, di tipo binoculare e a colori. Queste caratteristiche li rendono adatti a una visione tridimensionale e capace di valutare bene le distanze.

Il medico e naturalista svedese Carlo Linneo nel 1735 nel suo trattato Systema Naturae, fu il primo ad utilizzare il nome “primati” per classificare questi animali.

  • I primati sono comparsi probabilmente quando i dinosauri ancora dominavano la Terra

Attualmente la maggior parte dei primati conserva abitudini arboricole, come dimostrano gli adattamenti corporei generati per selezione naturale dall’esigenza di vivere sugli alberi. L’essere umano sebbene non abbia mai vissuto sugli alberi conserva caratteristiche anatomico-funzionali che richiamano gli altri primati.

Dal punto di vista filogenetico i primati si suddividono in tre gruppi: le proscimmie, i tarsi e gli antropodi.

  • Il Lori gracile

Il Lori gracile è il primo animale, appartenente all’ordine dei primati, che presenta caratteristiche morfologiche simili all’uomo. Questo animale – oggi a rischio estinzione – è un notturno e insettivoro, vive sugli alberi e popola unicamente la foresta pluviale dello Siri Lanka. Tra le sue caratteristiche di base vi sono la struttura e la mobilità della spalla e dell’anca che gli consentono di arrampicarsi e di muoversi per brachi-azione (cioè con l’uso degli arti anteriori). Dispone di cinque dita sia nelle mani che nei piedi; ha l’alluce e il pollice opponibili, caratteristica questa che, assieme ad un’elevata capacità tattile, gli consente di esaminare il cibo con una certa sensibilità . Dal punto di vista visivo infine, il Lori, dispone di occhi collocati molto vicini posti frontalmente e ciò gli consente di avere un’ottima profondità di campo, requisito fondamentale per potersi muovere in sicurezza tra i rami degli alberi. Le dimensioni dei Lori sono paragonabili a quelle di uno scoiattolo misura dai 17 ai 26 cm e pesa da 85 a 350 g. Appartengono allo stessa linea filogenetica dei Lori anche i Lemuri e i Potti.

  • Il Tarso

Il Tarso è il secondo gruppo di primate che avanza nella linea filogenetica verso l’uomo. Ha dimensioni leggermente superiori al Lori gracile (35-40 centimetri compresa la coda), mani grandi e dita lunghe quasi quanto il braccio che gli servono alla vita arboricola; così come i grossi polpastrelli gli servono ad aumentare la sensibilità negli spostamenti in vita notturna. Le ossa del tarso sono molto allungate. La loro posizione filogenetica tra le proscimmie non è sempre stata accettata e alcuni studiosi preferiscono includerli nel sottordine monofiletico degli Haplorrhini, un sottordine di primati.

  • Il Proconsul

Il Proconsul è il primate quadrupede vissuto tra Kenya e Uganda tra 25 ed 23 milioni di anni fa da cui si sarebbe diramata la famiglia degli Ominidi, di cui fa parte anche l’Uomo (questa posizione tassonomica non è ancora unanimemente condivisa).

Il Proconsul era un primate arboricolo, senza coda e con un cervello leggermente più grande delle altre scimmie contemporanee.

  1. Laurasiatheria – evoluto nel Laurasia
  2. Euarchontoglires – 85-95 milioni di anni fa
  3. Primati – 55 milioni di anni fa
  4. Proconsul – tra 25 ed 23 milioni di anni fa
  5. Ominiodei – 18 milioni di anni fa
  • Gli Antropodi

Gli Antropodi (dal greco antrophos = uomo e eidos = forma) è il raggruppamento di primati che comprende le scimmie e gli ominoidei e questi ultimi a loro volta comprendono le scimmie antropomorfe, o pongidi, e l’uomo.

Gli Antropodi dispongono generalmente di un encefalo più grande rispetto alle misure del corpo e, rispetto agli altri mammiferi, usano maggiormente il senso della vista e molto meno quello dell’olfatto. In più dispongono del pollice totalmente opponibile rispetto alle altre dita della mano che, se nelle scimmie antropomorfe è utilizzato per la presa, nell’uomo ha aumentato la capacità di manipolazione.

LE SCIMMIE
Secondo le ricostruzioni fatte esaminando le testimonianze fossili le scimmie sarebbero originate 50 milioni di anni fa in Asia e in Africa e da quest’ultima regione sarebbero passate all’America del Sud. Questo significa che scimmie asiatiche-africane e sudamericane si sarebbero evolute separatamente per circa 30 milioni di anni.

– Le scimmie del Nuovo Mondo

Le scimmie del Nuovo Mondo sono platirrine (dal greco πλατύς = largo e piatto e ῥίς = naso), vivono nel Centro e Sud America, hanno la coda lunga e prensile e sono tutte arboricole.

– Le scimmie del Vecchio Mondo

Le scimmie del Vecchio Mondo sono invece catarrine ( dal greco κατάρριν = che ha il naso ricurvo in giù), sono in parte arboricole e in parte terricole ma entrambe non hanno la coda prensile.

GLI OMINOIDEI
Gli Ominoidei comprendono le scimmie antropomorfe e la specie umana.

Al gruppo degli Ominoidei fanno parte:

  • I Gibboni
  • Gli Orango – comparsi sulla Terra 11 milioni di anni fa
  • I Gorilla – comparsi sulla Terra 9 milioni di anni fa
  • Gli Scimpanzè e i Bonobo – comparsi sulla Terra tra 5 e 6 milioni di anni fa
  • La Specie Umana – comparso sulla Terra 3 milioni di anni fa

Ominidi

Continente

Habitat

  • Gibboni

Asia

Indocina e Indonesia

  • Orango

Asia

Indonesia, Sumatra, Borneo

  • Gorilla di Pianura

Africa

Nigeria e Repubblica del Congo

  • Gorilla di Montagna

Africa

Monti Virunga. Tra l’Uganda, il Ruanda e la Repubblica Democratica del Congo

  • Scimpanzè

Africa

Africa occidentale e centrale, a nord del fiume Congo

  • Bonobo

Africa

Africa occidentale e centrale, a sud del fiume Congo

Gibboni, Orango, Gorilla, Scimpanzè e Bonobo sono dette scimmie antropomorfe perchè hanno una struttura anatomica che richiama nettamente, rispetto alle altre scimmie, l’uomo. Le scimmie a differenza degli ominoidei hanno le braccia di lunghezza simile a quella delle gambe; mentre le scimmie antropomorfe hanno gli arti superiori più lunghi di quelli inferiori; infine l’uomo ha gli arti inferiori più lunghi di quelli superiori.

Le specie antropomorfe, escluso lo scimpanzè, sono essenzialmente vegetariane. Lo scimpanzè si nutre marginalmente anche di insetti, antilopi, maiali e altre scimmie; l’uomo è onnivoro.

  • Gli ominoidei hanno cervelli più grandi rispetto alla loro taglia

L’uomo si è evoluto sul piano culturale e cognitivo grazie allo sviluppo del linguaggio e della stazione eretta.

I GIBBONI
I Gibboni sono le scimmie antropomorfe di taglia più piccola. Esistono nove specie di gibboni e la lunghezza del loro corpo varia da 27 cm a 68 cm. Sono completamente arboricole e monogame.

L’ORANGO
L’Orango è una specie solitaria ed è il mammifero arboricolo più grande, la cui lunghezza varia da 83 a 1,4 metri. È dunque molto meno agile e leggero dei gibboni, si muove lentamente facendo presa con tutti e quattro gli arti. A differenza dei gibboni, l’orango scende talvolta dall’albero per avventurarsi nel terreno.

IL GORILLA
Il Gorilla è tra le scimmie antropomorfe quella di maggiori dimensioni, la sua altezza varia da 1,40 cm per le femmine a 1,60/ 2,00 cm per i maschi.

L’origine del nome “gorilla” usato per la prima volta dal zoologo francese Isidore Geoffroy Saint-Hilaire, deriva dal greco Gà³rillai (Γόριλλαι), che erano le donne pelose e selvagge dei territori ad ovest del Nilo, in Africa.

La tassonomia del gorilla comprende due sottospecie: il Gorilla Occidentale, o Gorilla Gorilla, che comprende il gorilla di pianura e il Gorilla Orientale, o Gorilla Beringei, che comprende anche il Gorilla di Montagna, il più grande di tutti.

– Descrizione e comportamento dei gorilla

Il Gorilla è un animale forte e di dimensioni importanti, ma è solitamente pacifico. La sua posizione tipica è quella clinograda, ovvero inclinata in avanti e si sposta poggiando a terra le nocche degli arti superiori. Raramente il gorilla sta su due zampe anche per via del grosso peso degli arti superiori, della testa e del busto.

I gorilla vivono in branchi di una decina di esemplari con a capo un maschio dominante, il silverback o “schiena grigia” per via della sfumatura grigia delle peluria dorsale. Questi maschi possono raggiungere dimensioni considerevoli superando il metro e ottanta di lunghezza e i duecento chili di peso. Il compito più importate del silverback è quello di guidare il branco negli spostamenti e di proteggerlo dalle minacce esterne.

Maschi e femmine costruiscono il loro nido tra gli alberi e talvolta il maschio può scendere a terra per scacciare possibili aggressori e o per dimostrare la sua posizione di capo branco. In genere il gorilla non ha predatori, tranne il leopardo che talvolta può attaccare i cuccioli o le femmine, ma raramente aggredisce i maschi adulti. La vita media di un gorilla è di 30-40 anni e può arrivare a 50 in cattività .

LO SCIMPANZÉ
Col termine “scimpanzè” si identifica la scimmia antropomorfa appartenente al genere “pan” che comprende due specie: lo scimpanzè comune o pan troglodytes e scimpanzè bonobo o pan paniscus. L’uso della parola pan serve anche a distinguere la scimmia più vicina alle caratteristiche genetiche e morfologiche dell’uomo, dal genere “homo” a cui appartiene appunto l’uomo. Secondo il biologo americano Jared Diamond tuttavia questa distinzione semantica è artificiosa ed egli ha proposto di includere, alla luce delle ultime ricerche che hanno chiarito la parentela collaterale con l’homo sapiens sapiens, anche questa scimmia nella specie homo.

  • La distinzione tra scimpanzè comune e scimpanzè bonobo è stata riconosciuta nel 1933.

  • I Bonobo

I bonobo (lo scimpanzè nano, o pigmeo) si distinguono dallo scimpanzè comune per l’habitat geografico, il cui areale è peraltro abbastanza discontinuo e comprende le foreste pluviali della Repubblica Democratica del Congo; per le caratteristiche della testa più arrotondate; per le dimensioni degli arti inferiori che sono più lunghi e pesanti di quelli superiori, inoltre per le dimensioni generali del corpo che sono inferiori: taglia da 0,7 a 1 metro (contro i 0,80 fino a 1,70 m degli scimpanzè comuni) e il peso che oscilla tra i 45 kg dei maschi ai 30 kg della femmina (contro i 50 e 80 kg dello scimpanzè comune).

  • Lo Scimpanzè comune

Lo scimpanzè è una scimmia che ha un’altezza variabile tra 80 e 160 cm, mentre il peso va dai 35 ai 65 kg. Il maschio ha i valori di peso e altezza maggiori della femmina. Lo scimpanzè comune ha gli arti superiori più forti e di maggiori dimensioni, mentre il Bonobo ha dimensioni invertite (arti inferiori più grandi e forti dei superiori).

Queste scimmie vivono in branchi guidati dai maschi colonizzando soprattutto gli alberi dove costruiscono il nido, senza tuttavia escludere escursioni temporanee, anche di lunga durata, a terra.

Gli scimpanzè hanno un’alimentazione prevalentemente fruttivora con variazioni che possono riguardare anche insetti, uova, uccelli e altri piccoli primati, come il colobo rosso. La carne copre solitamente meno del 4% dell’alimentazione tipica degli scimpanzè. Il predatore principale dello scimpanzè è il leopardo, agile felino e fenomenale predatore notturno capace di inseguirli con un certo successo anche negli alberi, uccidendoli azzannandoli alla gola. L’habitat dello scimpanzè comune sono le foreste tropicali dell’Africa centro-occidentale, nella fascia interessata dalla zona equatoriale.

  • L’intelligenza degli scimpanzè

Secondo alcune ricerche sull’intelligenza animale, lo scimpanzè, risulta essere l’animale più intelligente dopo l’uomo. È stato osservato infatti che queste scimmie, le più prossime allo stadio evolutivo dell’uomo, in natura sono capaci di usare attrezzi per cacciare (rametto da infilare in un termitaio per prendere termiti); mentre, in cattività possono apprendere il linguaggio matematico, eseguire semplici calcoli numerici o aprire una lattina per berne il contenuto. Lo scimpanzè è anche capace di riconoscersi allo specchio.

TRA UOMO E SCIMMIA, IL PREUOMO
Il passaggio dalla scimmia all’uomo, ovvero il processo di differenziazione che ha portato alla “derivazione” dell’uomo dalla scimmia è avvenuto in due momenti successivi:

  • tra i 5 e i 6 milioni di anni fa è comparso un progenitore comune a scimmia e uomo
  • tra i 2,3 e i 2,4 milioni di anni fa è comparso il genere Homo.

200.000 anni fa nasce l’homo sapiens sapiens, l’uomo moderno

La specie di scimmia da cui si sarebbe progressivamente differenziato l’uomo è lo scimpanzè.

DALLA QUADRUPEDIA ALLA BIPEDIA, DALLA FORESTA ALLA SAVANA
Gli Ominidi o Ominoidei originariamente erano abitanti stanziali che vivevano nelle fitte foreste tropicali dell’Africa centro-orientale (nei territorio degli attuali Kenya e Uganda). Da questo ambiente originario, alcune specie, tra cui quelle capaci di ergersi sugli arti inferiori, cominciarono a spostarsi verso la savana. Questa nuova abilità motoria fu alla base della sopravvivenza contro i predatori perchè consentiva loro di vederli prima e di organizzare la fuga o individuare il rifugio più sicuro. Secondo alcuni ricercatori, l’andatura bipede, prima di essere messa in atto con efficacia nella savana, era stata già “allenata” dai progenitori nella foresta. E pertanto, il processo di affinamento di questa abilità che sarà alla base della differenziazione del genere homo dalle scimmie, avvenne attraverso un lunghissimo percorso evolutivo che portò poi all’uso specializzato degli arti superiori, usati soprattutto per prendere, trasportare e scegliere il cibo, rispetto agli arti inferiori che via via divennero le parti del corpo usate per la deambulazione.

DALLO SCIMPANZÉ ALL’UOMO
Lo scimpanzè e il bonobo sono i primati, della famiglia degli ominidi evolutivamente più affini all’uomo. Lo scimpanzè e il bonobo hanno una percentuale di corrispondenza del DNA identica rispetto all’uomo che oscilla tra il 97 e il 98%. Ciò significa che le due specie, homo e scimpanzè, ebbero 5 milioni di anni fa un antenato comune. Tra scimpanzè e bonobo, quest’ultimo risulta leggermente più lontano rispetto al primo per una variazione sul patrimonio genetico dello 0,4%.

Autore dell’articolo: Spanu Pierpaolo

Leggi anche: ORIGINE ED EVOLUZIONE DELL’UOMO MODERNO
Leggi anche: LA NASCITA DELL’UNIVERSO
L
eggi anche: CINQUECENTO ANNI PER CANCELLARE I GORILLA

Tag: StoriaStoria dell'Uomo
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