Antonio Gramsci (1891 – 1937) e Benedetto Croce (1866-1952) sono stati due dei più grandi e influenti intellettuali del primo novecento italiano.
Benedetto Croce
Il contributo maggiore di Benedetto Croce alla cultura italiana è stata la sua filosofia idealista di chiara ispirazione hegeliana. Il suo intento fu di individuare un sistema filosofico che unisse storia, filosofia, logica ed estetica.
Croce affermava che la filosofia era una conoscenza storica del tempo corrente in continuo divenire con lo scorrere del tempo stesso. Croce si opponeva al concetto di sapere assoluto e definitivo e aveva una visione storicistica della realtà.
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Antonio Gramsci
Antonio Gramsci fu un pensatore marxista e oppositore netto del fascismo e di tutte le altre forme di dominio borghese sulla società. Per queste idee radicali che esortavano alla lotta di classe fu incarcerato dal fascismo.
Gramsci fu un attivista di spicco durante il biennio rosso (1919-1920), ha elaborato concetti chiave che hanno avuto un’influenza duratura su molte discipline, tra cui filosofia, politica e sociologia.
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Gramsci e Croce a confronto
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Il Pensiero Filosofico
- Benedetto Croce sviluppò una filosofia idealista di tipo storicistico, sostenendo che tutta la realtà è storia e che la verità stessa è storica, cioè cambia nel tempo. Croce credeva nell’autonomia della cultura e nella separazione della sfera morale e intellettuale da quella politica.
- Antonio Gramsci, era un marxismo storicista e mirava a capire come il potere politico e sociale potesse essere conquistato e mantenuto non solo attraverso la forza, ma anche attraverso l’egemonia culturale. Per Gramsci, la cultura e le idee non erano indipendenti dalla politica, ma un campo di battaglia attraverso il quale si poteva ottenere il consenso e il controllo sociale.
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La Concezione della Storia
- Croce vedeva la storia come un processo di sviluppo dell’umanità, guidato dalla ragione e dalle capacità morali e intellettuali degli individui. La storia era per lui una narrazione senza uno scopo finale, ma nella quale ogni epoca elaborava valori universali. Rifiutava l’idea di leggi deterministiche nella storia e si opponeva alla visione materialistica di Marx, secondo la quale i cambiamenti sociali derivano dalle condizioni materiali e dai rapporti economici e non dalle idee e dai valori.
- Gramsci interpretava la storia attraverso una prospettiva materialistica, dove le condizioni sociali ed economiche determinano l’evoluzione delle istituzioni e delle idee. La sua filosofia storica considerava la lotta tra le classi come il motore della storia. Gramsci credeva che il cambiamento storico e sociale avviene se c’è anche una “rivoluzione culturale” in cui le classi oppresse conquistano l’egemonia culturale per promuovere una trasformazione della società.
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Egemonia e Cultura
- Croce credeva nell’autonomia della cultura e della filosofia, separando la dimensione della conoscenza e dell’arte da quella della politica. La cultura era per lui un campo in cui i valori universali e morali potevano emergere indipendentemente dalle lotte di potere. La sua filosofia dell’arte e dell’estetica è particolarmente importante e influente, poiché affermava che l’arte è una forma autonoma di conoscenza e di espressione spirituale.
- Gramsci, invece, sosteneva che la cultura fosse uno strumento fondamentale per il cambiamento politico. Il suo concetto di egemonia culturale afferma che le classi dominanti mantengono il potere non solo attraverso la forza, ma anche influenzando le idee, le credenze e le abitudini della società, creando consenso. Per ottenere una trasformazione sociale, le classi oppresse devono creare una “contro-egemonia” che sfidi le idee dominanti e diffonda nuovi valori, in modo da creare le basi culturali per il cambiamento politico.
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Intellettuali e Società
- Croce considerava l’intellettuale come una figura che deve mantenere una certa distanza dalla politica, lavorando per la verità e la libertà di pensiero, indipendentemente dagli interessi particolari. Riteneva che la cultura dovesse restare libera e autonoma, rifiutando qualsiasi subordinazione della filosofia o della letteratura a un programma politico.
- Gramsci, invece, concepiva la figura dell’intellettuale organico, che opera come parte di una classe sociale per rappresentarne e promuoverne i valori e gli obiettivi. Per lui, gli intellettuali non sono solo studiosi o artisti, ma hanno un ruolo attivo nella società, contribuendo a plasmare la coscienza delle persone. Il loro compito è educare e mobilitare le classi popolari, per creare una nuova cultura capace di contrastare l’egemonia delle classi dominanti.
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Il Rapporto con il Fascismo
- Croce era un critico del fascismo e divenne un punto di riferimento per l’antifascismo liberale in Italia. Difese con forza i valori della libertà e della democrazia, pur non accettando l’ideologia marxista e la lotta di classe. Dopo la caduta del fascismo, contribuì alla ricostruzione culturale dell’Italia e partecipò alla stesura della Costituzione repubblicana.
- Gramsci fu incarcerato dal regime fascista nel 1926 e passò il resto della sua vita in prigione, dove scrisse i celebri Quaderni del carcere. Gramsci rappresentava l’opposizione comunista al fascismo e si concentrava sull’idea che una lotta culturale e ideologica fosse necessaria per sconfiggere non solo il fascismo, ma anche le strutture di potere borghese che lo avevano generato.
Conclusioni
In sintesi, Croce e Gramsci rappresentano due visioni distinte e in parte antagoniste della filosofia, della cultura e della politica:
- Croce vedeva la cultura come un ambito autonomo, un’espressione dello spirito umano e dei valori universali, e interpretava la storia come uno sviluppo etico e intellettuale non subordinato alla politica.
- Gramsci vedeva la cultura come un campo di battaglia in cui la politica e la società si riflettono, dove le idee servono come strumento per consolidare o sovvertire il potere.
Entrambi hanno lasciato un segno profondo sulla cultura italiana e internazionale, rappresentando due modalità diverse di pensare il rapporto tra intellettuali e società, tra cultura e politica.