Il complesso nuragico di Santa Sarbana (o Sabina), insieme all’omonima chiesa medievale, costituisce il cuore storico e culturale di Silanus, nel territorio del Marghine. L’area si trova nella piana di Santa Sabina, facilmente raggiungibile percorrendo la Strada Statale 129 da Macomer verso Nuoro per circa 7 km: il nuraghe è ben visibile sulla destra e segnalato da cartelli turistici.
Pur essendo il territorio ricco di testimonianze archeologiche – tra nuraghi, tombe dei giganti, pozzi sacri e chiese campestri – il sito di Santa Sarbana si distingue per l’eccezionale stato di conservazione e per il valore storico-artistico, diventando una delle principali mete da visitare in questa parte della Sardegna centrale.
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📜 Origine del nome · Santa Sarbana / Sabina
Il nome del complesso deriva dalla Chiesa di Santa Sabina, costruita in epoca medievale accanto al nuraghe.
Nel tempo, per influsso della lingua sarda, il toponimo si è trasformato in Santa Sarbana, mantenendo però la radice latina.
Il culto cristiano dedicato a Santa Sabina, martire romana del III secolo, si diffuse in Sardegna tra XI e XII secolo.
È probabile che l’intitolazione della chiesa sia nata in questa fase, legando l’edificio sacro al preesistente insediamento nuragico.
Il doppio nome (Sarbana/Sabina) riflette la stratificazione storica e linguistica: da un lato la tradizione nuragica e bizantina del sito, dall’altro l’adattamento popolare sardo che ha tramandato la variante fonetica “Sarbana”.
📌 Nuraghe Santa Sarbana – Scheda informativa
🏛️ Tipologia: Nuraghe monotorre con villaggio nuragico
📍 Località: Silanus (NU), regione storica del Marghine
🗺️ Posizione: Piana di Santa Sabina, lungo la Strada Statale 129 (Macomer–Nuoro)
🗓️ Epoca: Età del Bronzo (XIV–X sec. a.C.)
Materiale: Conci di basalto locale
📐 Dimensioni: Diametro base 12,60 m – diametro superiore 8,60 m – camera centrale 4,50 m
🌀 Particolarità: Ingresso a Sud, corridoio, camera circolare con tre nicchie a croce, scala interna percorribile, feritoia ogivale illuminante
🏺 Siti vicini: Chiesa bizantina di Santa Sabina, tomba dei giganti, pozzo sacro, altre emergenze nuragiche del Marghine
Il Nuraghe di Sarbana
Il Nuraghe di Sarbana – conosciuto anche come Nuraghe di Santa Sabina – sorge accanto all’omonima chiesa bizantina e fa parte di un articolato complesso che comprende un villaggio nuragico, una tomba dei giganti e un pozzo sacro.
Databile tra il XIV e il X secolo a.C., in piena Età del Bronzo, il nuraghe si presenta come una torre di notevoli dimensioni: alla base raggiunge un diametro di 12,60 metri, mentre nella parte superiore misura circa 8,60 metri.
L’ingresso, rivolto a Sud, introduce a un corridoio che conduce alla camera circolare principale. Da qui si aprono tre spazi distinti:
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a destra, una nicchia rettangolare;
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a sinistra, una scala ancora percorribile che porta al piano superiore;
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al centro, la camera con tre nicchie disposte a croce.
Un elemento di rilievo è la feritoia ogivale del vano scala (2,37 x 3,88 m), che illumina l’interno e dimostra la straordinaria abilità costruttiva dei nuragici.
La Chiesa di Santa Sabina
Accanto al nuraghe si erge la Chiesa di Santa Sabina, uno degli esempi più suggestivi di architettura bizantina in Sardegna. L’edificio si caratterizza per un impianto originale: una rotonda centrale sormontata da una cupola ovoidale e coperta da un tetto conico, affiancata da due vani rettangolari con copertura a due spioventi.
Sul lato sinistro si apre un ingresso indipendente, arricchito da stipiti monolitici in trachite che sostengono un arco in calcare bianco, un dettaglio architettonico di grande pregio.
Secondo la storica dell’arte Renata Serra, la chiesa fu realizzata in due fasi distinte, come dimostra l’uso differente dei materiali: il corpo centrale e l’ala sinistra presentano infatti una muratura diversa rispetto a quella dell’ala destra.
L’interno è semplice ma suggestivo: lo spazio centrale, più ampio e luminoso, si slancia verso l’alto grazie alla cupola ovoidale, mentre le navatelle laterali, collegate da due archi in calcare bianco, sono coperte da volte a botte più basse e raccolte. Questa alternanza conferisce all’edificio un equilibrio particolare, che unisce austerità e armonia bizantina.

Chiesa e Nuraghe: un legame millenario
Il rapporto tra la Chiesa di Santa Sabina e il vicino Nuraghe di Sarbana è testimoniato da evidenti commistioni architettoniche. Durante i lavori di restauro condotti dal Comune di Silanus nel 1987, per verificare le condizioni delle fondamenta della chiesa, emerse che parte della struttura era stata realizzata utilizzando conci di basalto provenienti dal nuraghe.
Gli scavi portarono alla luce tracce di capanne nuragiche e di una Tomba dei Giganti, preesistenti all’edificio bizantino. I materiali di queste costruzioni furono in parte riutilizzati nella realizzazione della chiesa, confermando che l’area in età nuragica era densamente abitata e caratterizzata da massicce infrastrutture.
Questa stratificazione storica spiega anche l’irregolare impianto planimetrico della chiesa, adattata alle preesistenze archeologiche. Secondo gli studiosi, l’edificio fu eretto nella seconda metà dell’XI secolo e, attraverso numerosi interventi di ristrutturazione e riqualificazione, ha assunto l’aspetto odierno: un gioiello romanico-bizantino situato nel cuore della Sardegna, in un territorio straordinariamente ricco di storia e testimonianze del passato.
- Info Escursioni nel territorio di Silanus: Cooperativa Old Sardigna: 338.8334859
- Il complesso archeologico di Santa Sarbana o Sabina su Google Map


