🔫 La strage di Jenna ‘e Petta: la banda di Pasquale Tandeddu colpisce ancora
Era il 9 maggio 1951 quando la banda criminale guidata da Pasquale Tandeddu, noto bandito originario di Orgosolo, mise a segno uno dei suoi colpi più audaci che entrò nella storia criminale della Sardegna con la denominazione di “la strage di Jenna ‘e Petta”.
Nel cuore delle montagne tra la Barbagia e l’Ogliastra, in località Jenna ’e Petta, i fuorilegge intercettarono due mezzi: un pullman della compagnia Selas, che collegava Tortolì a Olbia, e una camionetta dei carabinieri in pattuglia.
L’imboscata, preparata con precisione militare, testimoniava la crescente potenza e impunità della banda Tandeddu, che tra gli anni ’40 e ’50 disseminò il terrore nei territori interni della Sardegna, rendendo la viabilità sempre più pericolosa e minando l’autorità dello Stato.
- LEGGI ANCHE: Passo Silana
🚫 Lo stop
I due veicoli furono costretti a fermarsi di fronte alla barriera improvvisata. L’obiettivo dei banditi era inizialmente la rapina ai passeggeri del pullman, ma lo scenario degenerò immediatamente in uno scontro a fuoco.
🔫 Subito il fuoco
Senza alcun preavviso, i criminali aprirono il fuoco contro i carabinieri. I militari, colti di sorpresa, non ebbero modo di reagire: una raffica di proiettili li travolse, causando la morte quasi istantanea di tutti i presenti sul mezzo militare.
💰 Il saccheggio
Una volta neutralizzata la pattuglia, la banda procedette al saccheggio della corriera, derubando i passeggeri sotto la minaccia delle armi. Ma l’orrore non era finito.
☠️ Il colpo di grazia
I banditi ordinarono all’autista e ad altri tre passeggeri di spostare i corpi dei carabinieri dalla camionetta, per accertarsi che fossero davvero morti. Quando si avvicinarono, uno dei militari ancora in vita – credendo di trovarsi davanti agli aggressori – sparò alcuni colpi che però andarono a vuoto. Fu immediatamente raggiunto e finito da una nuova scarica di mitra.
⚰️ I caduti
A perdere la vita furono tre carabinieri della Squadriglia Autocarrata dei Carabinieri di Nuoro, distaccata a Dorgali:
-
Antonio Sanna
-
Bruno Caielli
-
Antonio Luigi Pische
Quel giorno stavano eseguendo un servizio di controllo stradale sulla SS125, ignari della trappola mortale tesa dalla banda Tandeddu.
- LEGGI ANCHE: Pasquale Tandeddu
🕊️ Il monumento in pietra di Pinuccio Sciola per la strage di Jenna ’e Petta
A ricordare la tragica strage di Jenna ’e Petta del 1951, in cui persero la vita tre carabinieri vittime di un agguato della banda Tandeddu, oggi si erge un monumento commemorativo in pietra, opera dell’artista sardo Giuseppe “Pinuccio” Sciola.
L’installazione, collocata lungo un tratto della Strada Statale 125 tra Silana e Bidiscolai, nel cuore del Supramonte, è composta da blocchi scolpiti di pietra locale, disposti a formare una struttura essenziale, silenziosa ma potente, in perfetto stile scultoreo di Sciola.
L’opera vuole essere un segno di memoria e pacificazione, non solo verso i carabinieri caduti — Antonio Sanna, Bruno Caielli e Antonio Luigi Pische — ma anche verso un’epoca difficile della storia sarda, segnata dal banditismo e dalla violenza.
Il monumento si inserisce nel paesaggio senza alterarlo, diventando un luogo della memoria civile, in cui arte e storia si fondono per non dimenticare una delle pagine più drammatiche del secondo dopoguerra in Sardegna.
