La zona di Inteimontes (dal sardo, “tra i monti”) e di Su acu de Orudè rappresenta un punto idrografico di grande interesse nel territorio di Dorgali, poiché qui il fiume Flumineddu, secondo corso d’acqua per importanza dell’area, confluisce da destra nelle acque del Cedrino, il principale fiume della Sardegna centro-orientale.
📜 Origine del nome “Inteimontes” e “Su acu de Orudè”
I toponimi Inteimontes e Su acu de Orudè sono profondamente legati alla geografia fisica e alla cultura linguistica tradizionale del territorio di Dorgali.
La loro origine riflette la descrizione spontanea e diretta dei luoghi da parte delle comunità rurali e pastorali che li hanno abitati per secoli.
- Inteimontes – deriva dall’espressione sarda “in te is montes”, letteralmente “tra i monti”.
Il nome fa riferimento alla posizione geografica incastonata tra i rilievi calcarei del Supramonte di Dorgali, in una zona dove la morfologia montuosa crea strette valli e corridoi naturali. - Su acu de Orudè – significa in sardo “l’acqua di Orudè”.
“Su acu” è una forma dialettale per “acqua”, mentre “Orudè” potrebbe riferirsi a un antico antroponimo locale (nome di famiglia o persona) oppure a un microtoponimo preesistente legato a sorgenti o terreni circostanti.
È tipico della toponomastica sarda associare i nomi di acque e fonti a figure umane o famiglie storiche del luogo.
Questi toponimi, di formazione popolare e prevalentemente descrittiva, hanno mantenuto la loro forma originaria grazie alla trasmissione orale
e alla continuità dell’uso locale. La loro etimologia testimonia il legame profondo tra lingua sarda, paesaggio e identità territoriale.
Nota: L’interpretazione dei toponimi si basa su elementi linguistici sardo-logudoresi e osservazioni geografiche locali.
Non esistono attestazioni scritte antiche dirette, ma le forme attuali sono ben radicate nella tradizione orale di Dorgali.

Inteimontes e Su acu de Orudè
Scheda Informativa
La zona di Inteimontes e di Su acu de Orudè si trova nel territorio di Dorgali,
in un punto strategico dal punto di vista idrografico e paesaggistico.
Qui il fiume Flumineddu confluisce da destra nel fiume Cedrino, creando un ambiente naturale
caratterizzato dall’incontro tra acque fluviali, rilievi calcarei e aree agricole della valle.
Caratteristica | Dettaglio |
---|---|
Localizzazione | Territorio di Dorgali, in prossimità della confluenza del Flumineddu nel Cedrino. |
Etimologia | Inteimontes significa letteralmente “tra i monti”, in riferimento alla posizione incastonata tra i rilievi calcarei del Supramonte. Su acu de Orudè significa “l’acqua di Orudè”, legata a un’antica denominazione idrica locale. |
Corsi d’acqua | Flumineddu – secondo corso d’acqua del territorio di Dorgali; nasce nel Supramonte e confluisce da destra nel Cedrino.
Cedrino – principale fiume della zona (lunghezza: circa 80 km), quinto fiume della Sardegna per estensione. |
Diga e invaso | A valle della confluenza, il Cedrino viene trattenuto nella diga di Perda ’e Ottoni, che costituisce un importante invaso artificiale per l’irrigazione e la gestione idrica della Baronia. |
Foce | Dopo aver attraversato la Baronia, il Cedrino sfocia nel mare Tirreno presso la spiaggia di Osala, formando una grande foce a estuario con ambienti lagunari di alto valore naturalistico. |
Interesse paesaggistico | Area di forte valore naturalistico e geografico, rappresenta uno snodo ecologico importante tra la valle del Cedrino e il sistema idrico del Supramonte. È ideale per escursioni, osservazione fluviale, fotografia paesaggistica e birdwatching. |
Il fiume Cedrino, lungo circa 80 km, è il quinto fiume della Sardegna per estensione e nasce nei rilievi del Gennargentu. Dopo aver attraversato il territorio di Oliena, dove riceve le acque sorgive di Su Gologone, viene trattenuto nel grande invaso artificiale della diga di Perda ’e Ottoni, situata pochi chilometri più a valle. Da qui il Cedrino prosegue verso la pianura della Baronia, scorrendo tra colline e aree agricole fino a sfociare nel mare Tirreno, nei pressi della spiaggia di Osala, attraverso un’ampia foce a estuario che crea un suggestivo ambiente lagunare ricco di biodiversità.
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Questa zona, incastonata tra rilievi montani e ambienti fluviali, è di notevole valore paesaggistico e naturalistico: rappresenta infatti uno snodo ecologico fondamentale tra la valle del Cedrino e il sistema idrico del Supramonte.

🌄 Un paesaggio scolpito dall’acqua tra Corallinu e Caddaris
L’area rappresentata in questo reportage è uno dei luoghi più spettacolari del territorio di Dorgali, dove montagne e corsi d’acqua si incontrano dando vita a scenari naturali modellati nel tempo dalla forza erosiva del fiume. Durante le piene stagionali, l’acqua sprigiona un’energia impressionante, capace di scolpire canyon, gole e forre secondo dinamiche idrauliche complesse e imprevedibili, creando così un paesaggio fluviale in costante evoluzione.
Il punto di osservazione principale è raggiungibile in diversi modi:
-
🚣♂️ in canoa, risalendo il Cedrino lungo tratti navigabili immersi nella natura;
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🛥️ con piccole imbarcazioni a motore, partendo dalle aree più accessibili a valle;
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🚶♂️ a piedi, per chi conosce i sentieri e le difficili vie di accesso nei pressi della località Corallinu, situata in una posizione strategica tra i rilievi calcarei e le gole fluviali.
A sud di Corallinu si apre un secondo canyon, questa volta di origine basaltica, noto come Caddaris — un ambiente naturale suggestivo e poco frequentato, ideale per escursioni avventurose. Nelle immediate vicinanze si trovano anche altri punti panoramici di grande interesse, come il Monte Poju ’e Juanlucca, visibile a sinistra nelle immagini, e il Monte Orudè, che domina la scena da destra, offrendo scorci mozzafiato sul sistema fluviale Cedrino–Flumineddu.

🌊 Il canyon calcareo del Flumineddu: natura in movimento
In questo tratto, il fiume Flumineddu si insinua all’interno di un canyon scavato nelle rocce calcaree, con pareti verticali che raggiungono i 15 metri di altezza e una serie di meandri sinuosi. Durante le piene stagionali, l’acqua si gonfia improvvisamente formando rigonfiamenti e correnti turbolente capaci di trascinare a valle ogni tipo di detrito: dalle rocce staccate dai costoni, ai tronchi d’albero anche di grandi dimensioni, trascinati per chilometri dalla forza del fiume.
Il paesaggio fluviale è spettacolare proprio per la sua irregolarità dinamica: lungo le sponde si alternano piccole spiaggette effimere che compaiono e scompaiono a seconda dell’andamento dell’acqua, offrendo scenari sempre diversi. Dopo le piene, la vegetazione dimostra una straordinaria capacità di rigenerarsi, colonizzando rapidamente i depositi alluvionali e riportando la vita vegetale nel canyon.
All’inizio della primavera, la zona si trasforma in un vero e proprio giardino naturale. Il patrimonio floreale spontaneo si esprime con i colori vivaci di tarassaco, papavero, croco e vaste distese di carota selvatica, che con i loro fiori bianchi si incastonano tra la roccia calcarea chiara e i riflessi cangianti dell’acqua, creando suggestivi giochi di luce e colore. A completare il quadro, i cespugli di oleandro, sia nella varietà bianca sia in quella rosa intenso, punteggiano il paesaggio spezzando le tonalità dominanti e arricchendo ulteriormente la varietà cromatica della scena.
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