Le famose rocce rosse dell’Ogliastra rappresentano una delle attrattive naturali più iconiche e riconoscibili della costa orientale della Sardegna. Si tratta principalmente di porfido rosso, una roccia vulcanica effusiva formatasi milioni di anni fa, che si distingue per la sua colorazione intensa e per la struttura compatta e resistente. Questa roccia affiora maestosa nelle scogliere a picco sul mare e lungo le creste collinari costiere, regalando al paesaggio un carattere spettacolare e inconfondibile.
La presenza del porfido non si limita alle falesie, ma contribuisce a definire anche la morfologia degli arenili. In molte spiagge del litorale arbataxiano, la sabbia è composta da una miscela di granito e frammenti di porfido, che dona alle spiagge riflessi caldi e sfumature rossastre, rendendo questo tratto di costa unico nel Mediterraneo. Queste rocce, levigate dall’azione incessante del mare e del vento, testimoniano l’antica attività vulcanica che ha modellato profondamente il territorio ogliastrino.

Scheda informativa
Caratteristiche geologiche
Rocce Rosse di Arbatax
IDENTITÀ DEL SITO
📍 Località: Arbatax (Tortolì), Ogliastra – Sardegna orientale
🧭 Contesto: Scogliere e faraglioni costieri affioranti presso il porto e al Lido di Cea
🗺️ Quadrante geologico: Margine orientale del Massiccio Sardo-Corso
LITOLOGIA & ETÀ
Rocce principali: Porfido rosso (vulcaniti felsiche effusive), diorite nera (intrusioni intermedie)
⏳ Età di formazione: Permiano inferiore ~260–250 Ma (ciclo magmatico post-ercinico)
ORIGINE & STRUTTURE
🌋 Genesi: Colate e piroclastiti felsiche alternate a fasi di quiescenza; successivi corpi intrusivi dioritici
📐 Strutture riconoscibili: Colonnarità locale, fratture raffreddamento, giunti evenezzati, stratificazioni di flusso
MORFOLOGIA COSTIERA
🏞️ Forme: Falesie rosso-arancio, pinnacoli e faraglioni “a guglie”, piattaforme d’abrasione marina
🎨 Cromie: Rosso/rosa (feldspati potassici), contrasti con diorite scura e mare turchese
DEPOSITI ASSOCIATI
🏖️ Arenili: Sabbie e ghiaie miste (granito + porfido); ciottoli arrotondati da moto ondoso
🪸 Interazione marina: Concrezioni e patine di aerosol salino su superfici rocciose
PROCESSI ATTIVI
🌊 Erosione: Ablazione marina, crolli per sovraccarico e fratturazione, tafoni e alveolizzazione eolica
🌬️ Fattori di controllo: Maestrale, variazioni termiche, salinità e spray marino
VALORE SCIENTIFICO & TUTELA
Rilevanza: Testimonianza del magmatismo permiano; confronto con piattaforma porfirica atesina (Alpi Sud-orientali)
🛡️ Fragilità: Rischio di instabilità di versante e microfrane; necessaria fruizione su tracciati sicuri
Geologia della Baia di Cea: un mosaico vulcanico e marino unico
La Baia di Cea, situata lungo la costa orientale della Ogliastra, è un vero e proprio laboratorio a cielo aperto per chi ama la geologia e i paesaggi naturali scolpiti nel tempo. Qui, la costa è modellata principalmente da rocce porfiriche di origine vulcanica, risalenti al Permiano inferiore (circa 260 milioni di anni fa), lo stesso ciclo geologico che ha dato origine alle celebri Rocce Rosse di Arbatax. Queste antiche colate laviche, solidificatesi in spettacolari tonalità di rosso e rosa, affiorano lungo il litorale e creano guglie e faraglioni che emergono direttamente dal mare turchese, offrendo un contrasto cromatico unico.
Accanto ai corpi porfirici, si trovano depositi sabbiosi e ghiaiosi di origine marina, frutto di millenni di erosione meccanica ed eolica che hanno smussato e arrotondato i frammenti di roccia vulcanica. Le spiagge della baia si presentano così come un sistema misto: dune sabbiose, sedimenti fluviali e ciottoli vulcanici coesistono in un delicato equilibrio ambientale. L’azione combinata del maestrale e del moto ondoso continua a scolpire il paesaggio, modellando tafoni, cavità e superfici levigate che rendono Cea uno degli angoli più affascinanti della geologia costiera sarda.


Is Scoglius Arrubius: i guardiani rossi della Baia di Cea
Al centro della Baia di Cea, a poche decine di metri dalla riva, si innalzano maestosi Is Scoglius Arrubius (“gli scogli rossi” in sardo), due spettacolari faraglioni gemelli che rappresentano uno dei simboli paesaggistici più iconici della costa ogliastrina. Queste imponenti guglie naturali, alte circa venti metri, sono costituite da porfido rosso permiano, la stessa antichissima roccia vulcanica che caratterizza gran parte del litorale orientale sardo.
La loro forma slanciata e la posizione isolata in mare aperto raccontano una lunga storia geologica fatta di eruzioni, erosioni e fratturazioni naturali. Nel corso di milioni di anni, le onde, il vento e i processi termici hanno progressivamente separato questi blocchi dal resto della costa, modellandoli in monumenti naturali dalla bellezza scultorea. Oggi, Is Scoglius Arrubius non sono solo un punto di riferimento per chi naviga nella zona, ma anche una meta amatissima per escursioni in kayak, snorkeling e fotografia naturalistica, grazie al contrasto tra il rosso intenso della roccia e il turchese cristallino del mare di Cea.

🌊 Un paesaggio naturale scolpito dal tempo
Il contrasto tra il rosso intenso del porfido e il turchese cristallino del mare crea scorci di rara bellezza, che ogni anno attirano visitatori, fotografi e appassionati di natura. Le rocce rosse sono oggi considerate un simbolo geologico e paesaggistico dell’Ogliastra, al pari dei suoi rilievi montuosi e delle cale incastonate tra le falesie. L’azione erosiva continua modella costantemente queste formazioni, scolpendo archi, guglie e pinnacoli naturali che rendono il panorama costiero dinamico e in evoluzione. Un patrimonio naturale da ammirare e proteggere, che racconta milioni di anni di storia geologica della Sardegna.
Le Rocce Rosse di Arbatax: un monumento naturale scolpito dal fuoco e dal mare
Le Rocce Rosse di Arbatax, frazione costiera del comune di Tortolì, sono uno dei paesaggi naturali più spettacolari della Ogliastra e tra i più iconici dell’intera Sardegna. Questa imponente scogliera è formata da porfido rosso — una roccia vulcanica eruttiva — che si alterna a intrusioni di diorite nera, creando un contrasto cromatico fortissimo e di grande impatto visivo. I faraglioni si stagliano a picco sul mare e si trovano sia collegati alla terraferma, nella zona dietro il porto, sia isolati al largo come nel celebre Lido di Cea, dove sembrano emergere come guglie dolomitiche dalle acque turchesi.
Questa formazione geologica si è originata circa 260 milioni di anni fa, durante il Permiano inferiore, periodo caratterizzato da un’intensa attività vulcanica. Le eruzioni si alternarono a fasi di stasi, depositando colate di miscele laviche e gassose con spessori variabili tra i 5 e i 20 metri, che nel tempo raggiunsero stratificazioni di centinaia di metri. Il risultato di questo processo è l’attuale piattaforma porfirica che accomuna Arbatax con la “piattaforma porfirica atesina” del Trentino-Alto Adige, a testimonianza di una storia geologica condivisa e antichissima.

🌊 Un’icona naturale della Sardegna orientale
L’azione erosiva del mare e del vento ha modellato queste rocce in forme scultoree uniche, creando archi, pinnacoli e creste frastagliate che si tuffano direttamente nell’acqua. Le Rocce Rosse sono oggi una delle attrazioni paesaggistiche più fotografate dell’Ogliastra, amate da turisti, geologi e appassionati di mare. Il contrasto tra il rosso intenso della scogliera e il blu profondo del mare cristallino regala scenari spettacolari, soprattutto al tramonto, quando la luce esalta ogni sfumatura della roccia.
Oltre al valore estetico e naturalistico, questo sito rappresenta anche una testimonianza preziosa della storia geologica della Sardegna, raccontando un passato vulcanico che ha lasciato segni indelebili nel paesaggio. Un vero monumento naturale che continua a stupire chiunque lo visiti.
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Rocce Rosse e Dolomiti: una storia geologica condivisa
Le Rocce Rosse di Arbatax non rappresentano soltanto una delle meraviglie paesaggistiche più celebri della Sardegna, ma anche una testimonianza geologica di primaria importanza. Queste formazioni di porfido rosso, nate circa 250 milioni di anni fa, appartengono alla stessa piattaforma porfirica che caratterizza l’intera isola e che trova analogie sorprendenti con la piattaforma porfirica atesina nel nord Italia.
Le similitudini con i rilievi dolomitici e le zone porfiriche del Trentino-Alto Adige — dalla Val di Sesto in Pusteria al passo del Broccon, dal Lago d’Idro fino a Merano — raccontano di un’epoca in cui la Sardegna e queste regioni condividevano la stessa base geologica. Queste furono infatti tra le prime terre emerse dell’attuale territorio italiano, formatesi durante il Permiano inferiore, quando la Penisola era ancora parte del supercontinente Pangea.

🌍 Un legame geologico che attraversa millenni
Questa comunanza geologica spiega le forti affinità mineralogiche tra Arbatax e le Dolomiti: colate laviche di composizione simile, antichità condivisa e una lunga storia di modellamento erosivo. Nel paesaggio odierno, questo legame si manifesta con colori e forme simili, pinnacoli e guglie che ricordano ambienti montani pur trovandosi in riva al mare. Le Rocce Rosse diventano così non solo un simbolo paesaggistico della Sardegna, ma anche un importante tassello del mosaico geologico italiano, capace di raccontare una storia che affonda le sue radici in un’era lontanissima.

