Il paese di Ploaghe, poco più di quattromila abitanti, fu sede vescovile dall’XI secolo all’inizio del XVI secolo e l’eredità di questo importante passato è testimoniata dal grande complesso religioso che si trova al centro del paese, piazza San Pietro. Qui, si affacciano su uno stesso slargo tre architetture religiose che, da Nord a Sud sono: l’Oratorio del Rosario (l’unico cimitero sardo con lapidi scritte in logudorese), la Chiesa di San Pietro che è stata cattedrale della diocesi medievale del paese dal 1090 al 1503, e la Chiesa di Santa Croce, antecedente al 1588, quando era intitolata a Santa Lucia.
Le tre chiese si affacciano in successione una a fianco all’altra (unico caso in Sardegna) nella piazza di San Pietro Salis e l’omonima via che la perimetra.
ORATORIO DEL ROSARIO – L’edificio a sinistra della piazza e fu costruito dai Domenicani e a metà degli anni ’80 fu sottoposto a una importante restaurazione che ne aveva ridato luce dopo aver rischiato di decadere in rovina. L’epigrafe posta sulla facciata in lingua logudorese, indica l’anno di consacrazione, 1651.
CHIESA DI SAN PIETRO – Questa chiesa si trova al centro della omonima piazza ed è uno splendido esempio di architettura tardo-gotica a due navate (XV secolo) con aggiunta di una terza navata a fine 1600 in stile di richiamo a quello precedente.
CHIESA DI SANTA CROCE – Costruita prima della Chiesa di San Pietro (ante 1587) si trova a destra della piazza e, sebbene antecedente, comunica, sul suo lato destro, tramite una porta interna proprio con la Chiesa di San Pietro. È un impianto semplice a navata unica (25×8) con volta a botte e pianta a croce latina. La struttura si articola anche con le cappelle laterali, due, una intitolata alla Madonna del Gonfalone e l’altra a Santa Lucia (la chiesa era precedentemente intitolata a questa santa). A più riprese nella sua lunga storia plurisecolare la chiesa fu sottoposta a vari restauri: nel 1707 il nobile Don Agostino Carta fece restaurare l’oratorio dotandolo di un’apposita volta; nel 1871 il rettore Delrio la pavimentò con l’ardesia, una varietà di scisti calcareo-argillosi che venne importata dalla Liguria.
IL FURTO DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE
La Chiesa di Santa Croce durante l’ultimo conflitto mondiale fu trasformata in presidio militare permanente e diventò caserma. Ospitò decine di soldati ma alla fine del conflitto quando la comunità riprese il controllo della struttura fu notato che dalla stessa erano stati trafugati interessanti reperti settecenteschi: i pannelli laterali dell’altare maggiore che raffiguravano la passione di Gesù; due tele raffiguranti la Cena e il Discendimento che si trovavano nelle pareti del cappellone. Nel 1969 la tribuna, colpita da un fulmine fu demolita.
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