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Home » Località » Santa Teresa di Gallura

Santa Teresa di Gallura

CITTA' E PAESI DELLA SARDEGNA

di Redazione
in Località
Tempo di lettura: 6 minuti
Santa Teresa di Gallura

Santa Teresa di Gallura è il paese che si affaccia sul tratto di mare che separa (una decina di miglia) la Corsica dalla Sardegna, le Bocche di Bonifacio. Il sito su cui si trova l’attuale abitato era stato già in passato sede di una delle più importanti città costiere della Sardegna romana, Tibula.
Tibula era infatti l’antica città dell’estremità settentrionale dell’isola, che fungeva da punto d’attracco per i viaggiatori provenienti dalla Corsica, ma era soprattutto luogo di smercio del granito gallurese diretto a Roma. Secondo le posizioni assegnate da Claudio Tolomeo, Tibula sarebbe collocata all’altezza di Castelsardo (SS), mentre il generale La Marmora e poi William Smith, avrebbero individuato il sito nella piccola baia di Longosardo, molto vicino a Santa Teresa Gallura (OT). Oltre al porto di Tibula, ai tempi dei romani vi era pure un altro porto, Porto Longone, che sorgeva nel lato sud di Capo Testa, dove si trovano ancora i resti dell’antico insediamento nuragico di ‘Lu Brandali’. Qui furono rinvenute le cave di granito utilizzate dai romani.

SAN FRANCESCO D’ASSISI FA TAPPA A SANTA TERESA
Tibula, Longosardo e Santa Teresa di Gallura potrebbero insomma essere la stessa località . Superata l’età antica, durante il medioevo l’importanza commerciale di Longosardo non diminuì, anzi, dalle cave di Capo Testa vennero estratte le rocce in granito per il Duomo e il Battistero di Pisa, e, addirittura per il Pantheon di Roma. La cittadina fu poi visitata da San Francesco di Assisi che nel 1263 si trovava in Corsica. In quei secoli l’area costiera (come nel resto della Sardegna del resto) era presa d’assalto dalle scorrerie saracene, fino a quando passò sotto i giudici di Arborea, che, per proteggerla furono costretti a edificare un castello che fu poi distrutto dai genovesi i quali vollero così vendicare l’assedio mosso alla fortezza di Bonifacio (Corsica). A quella distruzione seguì lo spopolamento e la zona divenne rifugio preferito di corsari, banditi e contrabbandieri. Poi, durante la dominazione spagnola-aragonese in Sardegna, anche questo tratto di costa fu interessato dalla campagna di protezione militare contro le incursioni moresche e così, nel XVI secolo, per ordine del re di Spagna Filippo II fu costruita la Torre di Longosardo situata sul lembo di roccia più estremo del paese.

I SAVOIA FANNO NASCERE SANTA TERESA DI GALLURA
Nel 1720 quando l’isola passò ai Savoia, il comandante della torre, Francesco Maria Magnon, decise che lì vicino sarebbe stato necessario creare un centro abitato, per evitare che un luogo così prospiciente al mare e al tempo stesso così in disparte rispetto agli altri agglomerati urbani, già in crescita grazie anche per la presenza d’immigrati corsi e pastori sardi, continuasse ad essere tranquillo luogo di transito di banditi e avventurieri, sia a terra che a mare. Fu così che il 12 agosto 1808 un decreto di Vittorio Emanuele I diede inizio alla fondazione di Santa Teresa, di cui lui stesso disegnò la pianta del paese e ne decise il nome in onore di sua moglie: la regina Maria Teresa d’Asburgo-Este. Il termine “Gallura” – da ‘Fretum Gallicum’ (Stretto Gallico), antica denominazione delle Bocche di Bonifacio, coniata quando la Corsica apparteneva alla Gallia – invece riporta alla subregione della Sardegna settentrionale di cui il paese fa parte. L’insediamento umano sulla nuova cittadina non fu però così facile e spontaneo come potrebbe oggi sembrare, visto che la stessa monarchia sabauda, per facilitarne l’occupazione, offrì grosse franchigie ai primi abitanti, con i terreni da coltivare e lotti per costruire le case.

SANTA TERESA CITTÀ MILITARE COME CARLOFORTE E CALASETTA
A cavallo tra ‘800 e ‘900 Santa Teresa di Gallura prese pian piano una forma urbanistica definita, sviluppandosi soprattutto lungo le due insenature: quella di Porto Longone, in fondo alla quale si trova il porticciolo, e quella di Rena Bianca, che racchiude una spiaggia di sabbia finissima e bianca. La forma della pianta, tipicamente sabauda, seguiva la stessa filosofia costruttiva degli altri insediamenti piemontesi, sorti per ragioni militari. In Sardegna, sono esempi di questa logica costruttiva, oltre a Santa Teresa di Gallura, pure Carloforte e Calasetta. I primi cinquant’anni del Novecento erano per Santa Teresa e per la Gallura in generale ancora anni di povertà e miserie, dove accanto alla corruzione dei grandi feudatari e del clero che sottoponevano a sudditanza economica e culturale la popolazione rurale, proliferava, in risposta quasi schizofrenica, anche il banditismo che proprio in questa parte della Sardegna divenne leggendario e per lungo tempo tenne la testa alta anche davanti ai provvedimenti disciplinari e legali attuati dal neonato Regno d’Italia. Solo in epoca giolittiana tuttavia si avvertì un ridimensionamento del malessere economico e sociale del territorio, mentre, si sarebbe dovuto aspettare la fine della Seconda Guerra Mondiale e l’inizio del turismo, con l’ascesa economica dell’Italia come sistema paese.

SANTA TERESA ESCE DAL SECOLARE ISOLAMENTO DIVENTANDO CENTRO MONDIALE DEL TURISMO D’ELITE
Superati i conflitti mondiali Santa Teresa, insieme alla Costa Smeralda, Palau e La Maddalena, divenne pian piano oggetto di interesse di investimenti stranieri che intuirono lo sfruttamento turistico del territorio, facendone pian piano un volano di punta dell’intera Sardegna. Dopo appena cent’anni di vita, il progetto di città -presidio, voluta da Vittorio Emanuele I si trasformò in uno dei centri mondiali del turismo d’elite, interrompendo il secolare isolamento sociale della Gallura. Santa Teresa, Aggius, Tempio, Calangianus, divennero pian piano centri economici sempre più floridi, tra agricoltura, turismo e servizi.

SANTA TERESA OGGI
Santa Teresa di Gallura è oggi una delle principali mete turistiche della Sardegna. La cittadina e il suo territorio offre infatti una variegata proposta turistica che va dal classico turismo balneare, con le varie spiagge sparse per la costa, al turismo culturale con la visita al centro storico e ai siti archeologici delle campagne. Santa Teresa è inoltre dotata di un attrezzatissimo porto che è da un lato approdo per il diportismo classico e dall’altro ha una connotazione frontaliera perché i traffici turistici e merci con la vicina Corsica, attraverso collegamenti giornalieri.

LE SPIAGGE
Il mare di Santa Teresa di Gallura è uno dei più belli e incontaminati della Sardegna. Le sue spiagge sono un patrimonio naturalistico inestimabile per la loro bellezza e per la loro particolarità , che le rendono affascinanti e attraenti sia d’estate che d’inverno. Le mete turistiche per chi ama il mare sono circa una ventina:

  1. Rena Bianca
  2. Cala San Buco
  3. Valle della Luna (o Cala Grande)
  4. Lu Pultiddolu
  5. La Marmorata
  6. Cala Balcaccia
  7. Cala Spinosa
  8. Cala Testa
  9. La Liccia
  10. Conca Verde
  11. Porto Pozzo
  12. Porto Quadro
  13. Santa Reparata
  14. Valle dell’Erica
  15. Porto Liscia
  16. Cala Baecca
  17. La Colba
  18. Rena di Ponente
  19. Cala Grande
  20. Cala Macchia Mala

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