🏰 Origine del nome e fondazione della Basilica di Saccargia
La denominazione “Basilica di Saccargia” è composta dal toponimo Saccargia che deriva dalla contrazione delle parole sarde “vacca vargia”, ovvero vacca maculata.
Secondo un’antica tradizione popolare, ogni giorno una vacca pezzata si recava presso l’antico monastero situato dove oggi sorge la basilica. L’animale, con atteggiamento mansueto, si inginocchiava davanti ai monaci per farsi mungere.
Proprio questo evento, ritenuto miracoloso dalla devozione locale, avrebbe ispirato il nome del sito sacro.
📍 Visita alla Basilica della Santissima Trinità di Saccargia
La Basilica di Saccargia, gioiello del romanico pisano in Sardegna, è ancora oggi consacrata e sede di celebrazioni religiose come messe, matrimoni e riti liturgici.
- 🎟️ Visite turistiche:
A cura della Cooperativa Aretè
Tel: +39 347 0007882 - ⛪ Celebrazioni religiose:
Parrocchia di San Paolo Apostolo – Codrongianos
Tel: 079 435019
⚠️ Gli orari di apertura possono variare in base alla stagione. Si consiglia di contattare preventivamente per confermare la disponibilità delle visite o la partecipazione alle funzioni religiose.
🕍 La Basilica della Santissima Trinità di Saccargia
Situata nel territorio comunale di Codrongianos, in provincia di Sassari, la Basilica della Santissima Trinità di Saccargia rappresenta uno dei massimi esempi dell’architettura romanico-pisana in Sardegna.
La costruzione risale al XII secolo e fu opera dei monaci dell’Ordine Camaldolese, i quali la consacrarono nel 1116.
Ciò che colpisce maggiormente è l’uso alternato del basalto scuro e del calcare chiaro, un accostamento che conferisce alla struttura il caratteristico effetto bicromatico, distintivo dello stile pisano.
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📜 Origine del nome “Saccargia”
Il toponimo Saccargia deriva dalla contrazione delle parole sarde “vacca vargia”, che significano “vacca maculata”.
Secondo la tradizione popolare, ogni giorno una vacca pezzata si recava davanti all’antico monastero che sorgeva sul sito dell’attuale basilica. L’animale si inginocchiava davanti ai monaci per farsi mungere, un gesto considerato miracoloso e simbolico.
Questo racconto, tramandato nei secoli, ha dato origine al nome del luogo sacro, ancora oggi legato a quell’immagine suggestiva.

Consacrata nel 1116
ancora oggi vi si celebrano
messe e matrimoni
🏛️ Stile romanico-pisano e fondazione della Basilica
Tra i più significativi esempi di architettura romanico-pisana in Sardegna, la chiesa della Santissima Trinità di Saccargia si trova nel territorio comunale di Codrongianos, in provincia di Sassari.
La sua costruzione risale al XII secolo, per iniziativa dei monaci Camaldolesi, che la consacrarono ufficialmente nel 1116.
La basilica si distingue per un’architettura sobria ma elegante, con una struttura verticale e armoniosa. La facciata presenta l’inconfondibile effetto bicromatico, ottenuto alternando basalto nero e pietra calcarea bianca, secondo i canoni tipici dello stile pisano.
Basilica = dal greco basiliké = portico
🔨 I rimaneggiamenti architettonici della Basilica di Saccargia
La Basilica della Santissima Trinità di Saccargia faceva parte di un esteso complesso monastico camaldolese, di cui oggi restano solo alcune tracce murarie visibili sul lato destro dell’edificio. Tra il 1118 e il 1120, la chiesa fu oggetto di importanti trasformazioni che ne ridefinirono profondamente l’impianto originario.
In quegli anni vennero allungata l’aula, rialzate le pareti perimetrali, ricostruita la facciata e realizzato il campanile, alto circa 40 metri. Quest’ultimo, visibile anche da grande distanza, è oggi uno dei più alti esempi di architettura romanica presenti in Sardegna.
Pochi decenni dopo, nella prima metà del XII secolo, fu aggiunto il suggestivo portico esterno, realizzato da maestranze provenienti da Lucca. Queste arricchirono la struttura con elementi decorativi tipici del romanico toscano.
All’interno, l’abside centrale fu impreziosita da un ciclo di affreschi medievali di scuola italo-bizantina, considerato uno dei più significativi dell’isola.
🏛️ Elementi originali e ricostruzioni successive
Della struttura originaria sono ancora ben visibili il transetto e parte della copertura lignea a capriate, testimonianze della fase costruttiva iniziale.
Le modifiche realizzate tra il 1118 e il 1120 introdussero invece la sopraelevazione dell’aula, l’ampliamento delle pareti e la costruzione della monumentale facciata romanico-pisana.
Quest’ultima, tuttavia, venne parzialmente demolita agli inizi del Novecento e ricostruita durante un intervento di restauro. L’obiettivo era restituire alla chiesa l’aspetto medievale originario, sebbene con alcuni inevitabili adattamenti.

🕍 Architettura e struttura del Santuario di Saccargia
La chiesa della Santissima Trinità di Saccargia, uno dei santuari romanici più rappresentativi della Sardegna, presenta un impianto architettonico a navata unica con transetto e tre absidi orientate verso est. L’abside centrale, di dimensioni maggiori, ospita un prezioso affresco del Cristo in maestà, risalente al XII secolo.
All’ingresso si trova un portico con tetto a capanna, anticipato da sette archi a tutto sesto sorretti da pilastri in pietra calcarea. Le colonne perimetrali del portico sono sormontate da capitelli scolpiti con creature mostruose e figure alate, in linea con il simbolismo romanico, ricco di significati morali e spirituali.
🔔 Il campanile monumentale
Sul lato nord-occidentale della chiesa si erge l’imponente campanile quadrangolare, alto circa 40 metri, tra i più alti dell’architettura romanica sarda. La torre campanaria è collegata direttamente alla navata mediante un transetto laterale, soluzione che rafforza la verticalità dell’edificio.
All’interno della chiesa si aprono anche due cappelle laterali con volta a crociera, che arricchiscono la scansione spaziale dell’aula e conferiscono maggiore articolazione liturgica all’intero complesso.
🎨 Gli affreschi medievali della Basilica di Saccargia
All’interno della Basilica della Santissima Trinità di Saccargia si conserva uno dei cicli pittorici medievali più rilevanti della Sardegna. Gli affreschi, realizzati nella seconda metà del XII secolo da una bottega di scuola pisana, decorano l’abside centrale e rappresentano un esempio eccellente di arte romanica sull’isola.
Lo stile è tipico del romanico toscano, con forti influenze bizantine. Le scene raffigurano episodi della vita di Cristo e dell’Antico Testamento e avevano una funzione didattica: trasmettere i contenuti religiosi ai fedeli, spesso analfabeti, attraverso immagini simboliche e immediate.
Affreschi analoghi, per stile e periodo, si trovano anche nella ex cattedrale di San Pietro a Galtellì, a conferma dell’attività di maestranze pisane in Sardegna nel corso del XII secolo.



🎉 La Festa della Santissima Trinità di Saccargia
Ogni anno, la domenica successiva alla Pentecoste, si svolge presso la Basilica della Santissima Trinità di Saccargia la più importante festa religiosa del comune di Codrongianos. La giornata si apre con una solenne processione che parte proprio dalla basilica e prosegue con celebrazioni liturgiche, canti sacri e momenti di profonda devozione.
Accanto agli aspetti religiosi, la festa offre una vivace componente folkloristica: gare poetiche in lingua sarda, spettacoli musicali, balli tradizionali e sfilate di gruppi in costume tipico. Questo evento, che unisce spiritualità e cultura popolare, rappresenta per la comunità locale un forte momento identitario e richiama ogni anno numerosi fedeli e visitatori da tutta la Sardegna.
✨ Affreschi romanici rari in Sardegna
All’interno della Basilica di Saccargia si conserva un pregiato ciclo di affreschi romanici, situati nell’abside centrale. Realizzate da maestranze pisane nella seconda metà del XII secolo, queste pitture rappresentano una delle poche testimonianze pittoriche medievali ancora visibili in Sardegna.
Gli affreschi raffigurano Cristo in Maestà e altri soggetti sacri, con tratti stilistici tipici del romanico toscano. Per qualità artistica, iconografia e stato di conservazione, costituiscono un unicum nel panorama dell’arte religiosa isolana, rendendo Saccargia un punto di riferimento per lo studio dell’arte medievale in Sardegna.

🏛️ Il chiostro e il monastero di Saccargia
Alla sinistra della Basilica della Santissima Trinità di Saccargia si trovano ancora oggi i resti dell’antico complesso monastico camaldolese. Sebbene siano parzialmente rovinate, queste strutture permettono di intuire l’organizzazione originale del monastero medievale e del chiostro, che in passato costituiva il cuore della vita monastica.
Del chiostro, probabilmente a pianta quadrata con porticato, restano le tracce delle murature e le basi delle colonne. Questi elementi indicano la presenza di un cortile centrale, utilizzato dai monaci per la meditazione, il lavoro e la preghiera quotidiana. Attorno al chiostro si disponevano le celle, gli ambienti comuni e le aree agricole, in linea con la struttura tipica degli insediamenti camaldolesi dell’epoca.
Nonostante il passare del tempo, questi resti conservano un valore storico e culturale importante. Testimoniano infatti l’organizzazione della vita benedettina in Sardegna durante il XII secolo e confermano il ruolo centrale di Saccargia come centro di culto, spiritualità e cultura nel Medioevo isolano.


📐 Dimensioni della Basilica di Saccargia
- Lunghezza complessiva: 21 metri
- Larghezza: 7 metri
- Altezza interna della navata: circa 14 metri
📏 Le proporzioni contenute, tipiche dello stile romanico-pisano, rendono l’ambiente raccolto e spiritualmente coinvolgente, esaltando la verticalità della struttura.

La pianta della Basilica: una croce commissa
La Basilica della Santissima Trinità di Saccargia adotta una rara pianta a croce commissa. Questa configurazione architettonica si distingue per il transetto collocato in cima all’asse longitudinale, a differenza della più comune croce latina dove si trova più in basso.
Grazie a questa scelta progettuale, l’edificio assume un aspetto slanciato e verticale. Il campanile, unito alla navata unica, contribuisce a rafforzare visivamente questa sensazione. Nella parte nord-orientale, il transetto termina con tre absidi semicircolari, tra cui spicca quella centrale per dimensioni e decorazioni.
A livello simbolico e liturgico, la croce commissa riflette valori ben precisi della spiritualità romanica. Non a caso, questa soluzione potrebbe essere stata adottata in coerenza con la tradizione architettonica dell’ordine camaldolese, attivo sull’isola nel XII secolo.
La Basilica della Santissima Trinità di Saccargia adotta una rara pianta a croce commissa. Questa configurazione architettonica si distingue per il transetto collocato in cima all’asse longitudinale, a differenza della più comune croce latina dove si trova più in basso.
Grazie a questa scelta progettuale, l’edificio assume un aspetto slanciato e verticale. Il campanile, unito alla navata unica, contribuisce a rafforzare visivamente questa sensazione. Nella parte nord-orientale, il transetto termina con tre absidi semicircolari, tra cui spicca quella centrale per dimensioni e decorazioni.
A livello simbolico e liturgico, la croce commissa riflette valori ben precisi della spiritualità romanica. Non a caso, questa soluzione potrebbe essere stata adottata in coerenza con la tradizione architettonica dell’ordine camaldolese, attivo sull’isola nel XII secolo.
🧭 Pianta della Basilica di Saccargia
- Tipologia: Croce commissa (transetto in cima all’asse longitudinale)
- Navata: Unica, con struttura slanciata
- Transetto: Con tre absidi semicircolari (centrale più ampia)
- Stile architettonico: Romanico-pisano
- Rilevanza simbolica: Scelta liturgica e monastica camaldolese
📐 Questa particolare configurazione dona all’edificio un forte impatto verticale e riflette i valori spirituali e simbolici del monachesimo romanico.
Il transetto triabsidato: triplice orientamento liturgico
Uno degli elementi architettonici più rilevanti della Basilica della Santissima Trinità di Saccargia è il suo transetto triabsidato, situato nella parte orientale della chiesa. Questa configurazione, tipica dell’architettura romanica monastica, prevede tre absidi semicircolari: una centrale di dimensioni maggiori e due minori disposte simmetricamente ai lati.
L’abside centrale accoglie l’altare maggiore e conserva il celebre affresco del Cristo in Maestà. Le due absidi laterali, invece, erano utilizzate per celebrazioni devozionali o secondarie. Inoltre, questa tripartizione simboleggia la Santissima Trinità, a cui la basilica è dedicata, sottolineando il profondo legame tra architettura e teologia.
Il transetto triabsidato romanico è un elemento raro in Sardegna. La sua presenza testimonia la raffinatezza culturale e costruttiva dei monaci Camaldolesi, che introdussero questo modello architettonico nell’isola durante il XII secolo. Così, Saccargia si distingue non solo per la bellezza estetica, ma anche per l’alto valore simbolico e liturgico del suo impianto.
🧭 Transetto Triabsidato della Basilica di Saccargia
- Posizione: Estremità orientale della basilica
- Composizione: Tre absidi semicircolari (una centrale e due laterali)
- Funzione liturgica: Altare maggiore nell’abside centrale; cappelle devozionali in quelle laterali
- Simbolismo: Rappresentazione architettonica della Santissima Trinità
- Stile: Romanico monastico, raro in Sardegna
- Origine: Introdotto dai monaci Camaldolesi nel XII secolo
- Elemento distintivo: Affresco del Cristo in Maestà nell’abside maggiore

Murature bicrome in calcare e basalto
La Basilica della Santissima Trinità di Saccargia è famosa per le sue murature bicrome, realizzate alternando conci di calcare bianco e blocchi di basalto scuro. Entrambi i materiali, estratti localmente, creano un effetto visivo a bande orizzontali che conferisce all’edificio un aspetto imponente e distintivo.
Questo contrasto cromatico valorizza la facciata, il campanile e i fianchi della chiesa, in linea con lo stile romanico-pisano. Inoltre, l’uso di calcare e basalto non risponde solo a scelte estetiche, ma anche funzionali. Il basalto, pietra vulcanica dura, veniva impiegato nelle parti portanti e di rinforzo. Il calcare, più morbido e facile da scolpire, era invece utilizzato per dettagli decorativi come capitelli, cornici e lesene.
La combinazione di resistenza strutturale e raffinatezza artistica dimostra l’abilità delle maestranze toscane e lucchesi, attive in Sardegna tra l’XI e il XII secolo. Così, Saccargia si afferma come uno degli esempi più iconici dell’architettura romanica sarda.
🧱 Murature bicrome della Basilica di Saccargia
- Materiali utilizzati: Conci di calcare bianco e blocchi di basalto scuro
- Effetto visivo: Bande orizzontali alternate, tipiche dello stile romanico-pisano
- Funzione del basalto: Strutturale, usato per rinforzi e zone portanti
- Funzione del calcare: Decorativa, utilizzato per cornici, lesene e capitelli
- Origine dei materiali: Pietre locali sarde, impiegate con grande perizia
- Maestranze: Toscane e lucchesi attive tra XI e XII secolo
- Rilevanza architettonica: Esempio iconico di bicromia romanica in Sardegna


🏛️ Capitelli romanici: simbolismo e scultura a Saccargia
I capitelli romanici della Basilica della Santissima Trinità di Saccargia rappresentano uno degli aspetti più affascinanti dell’intero complesso. Lungo il portico che precede la facciata, le colonne in calcare sono sormontate da capitelli scolpiti, ornati con figure mostruose alate, motivi vegetali e simboli zoomorfi.
Questi elementi decorativi, tipici del romanico pisano, non avevano solo una funzione estetica. Al contrario, assolvevano anche a un compito pedagogico e simbolico. Attraverso immagini scolpite, i capitelli comunicavano concetti come il bene e il male, la salvezza, il peccato e la protezione divina. Tali simboli erano comprensibili anche ai fedeli analfabeti.
Le creature mostruose scolpite rappresentano le forze del male da cui il credente deve guardarsi, mentre altri motivi raffigurano la ciclicità della vita o la presenza del sacro. Inoltre, l’accuratezza dei dettagli e l’integrazione armoniosa con la struttura architettonica testimoniano la mano di maestranze toscane altamente specializzate, forse provenienti da Lucca e attive in Sardegna nel XII secolo.
🏛️ Capitelli Romanici della Basilica di Saccargia
- Collocazione: Sui pilastri del portico antistante la facciata
- Materiale: Calcare locale finemente scolpito
- Motivi decorativi: Figure mostruose alate, elementi vegetali e animali simbolici
- Funzione: Didattica e religiosa – trasmettere concetti spirituali a fedeli analfabeti
- Stile: Romanico pisano con influssi lucchesi
- Origine: Maestranze toscane attive nel XII secolo
- Valore simbolico: Rappresentazione del bene e del male, protezione divina e ammonimento morale


✨ Gli interni della Basilica di Saccargia
L’interno della Basilica della Santissima Trinità di Saccargia si distingue per un’atmosfera sobria, solenne ed elegante, in perfetta armonia con lo stile romanico-pisano che la caratterizza. L’aula, a navata unica, è coperta da una travatura lignea a capriate, che dona verticalità e favorisce un senso di raccoglimento spirituale.
Le pareti sono semplici, ma scandite da lesene e archi a tutto sesto che accompagnano lo sguardo fino all’abside centrale. Proprio qui si conservano gli affreschi del Cristo in Maestà e degli Apostoli, considerati tra i cicli pittorici romanici più significativi della Sardegna.
Inoltre, ai lati del transetto si aprono due cappelle voltate a crociera, che arricchiscono l’articolazione spaziale della chiesa. La luce, filtrando attraverso le strette monofore, contribuisce a creare un’atmosfera suggestiva, dove il contrasto tra le pietre bianche e nere delle murature bicrome esalta la sobrietà architettonica.
✨ Interni della Basilica di Saccargia
- Struttura: Navata unica con copertura a capriate lignee
- Stile: Romanico-pisano, sobrio e solenne
- Decorazioni murarie: Pareti scandite da lesene e archi a tutto sesto
- Elemento centrale: Abside affrescata con il Cristo in Maestà
- Atmosfera: Verticalità e raccoglimento spirituale
- Ciclo pittorico: Tra i più significativi dell’arte romanica in Sardegna









💧 Il pozzo medievale nel cortile della Basilica
Nel cortile antistante la Basilica di Saccargia, proprio davanti ai resti del monastero camaldolese, si trova un antico pozzo in pietra. Si tratta di un elemento essenziale della vita monastica, poiché forniva l’acqua necessaria per tutte le attività quotidiane della comunità.
Realizzato in pietra locale, il pozzo è perfettamente integrato nello stile romanico dell’intero complesso. Esso testimonia l’ingegnosità e l’autonomia organizzativa delle comunità religiose medievali. L’acqua raccolta serviva non solo per bere e cucinare, ma anche per scopi agricoli, igienici e liturgici, in linea con le regole dell’Ordine camaldolese.
Oggi, questo semplice manufatto è diventato un prezioso elemento storico e paesaggistico. Infatti, contribuisce a ricostruire l’atmosfera originaria del sito, mettendo in evidenza il legame tra architettura, natura e spiritualità.
- Guarda anche il sito della Fondazione Romanico in Sardegna




