L’incontro tra tradizione e nuove generazioni
L’incontro con le nuove generazioni è fondamentale per proiettarsi verso un futuro fertile, fatto di semi pronti a germogliare e a espandersi. Semi che affondano le radici nel Tempo antico: sono antichi ma non vecchi, originari ma ancora attuali. Nelle pietre del borgo storico ritroviamo l’essenzialità e la tenacia degli uomini che hanno costruito la propria esistenza a partire da elementi semplici, e proprio a questa essenzialità si ispira il viaggio di “Sul Filo degli Antichi Mestieri”.
Con il supporto degli artigiani e dei loro bambini, Sul Filo degli Antichi Mestieri diventa un progetto vivo e concreto: attraverso interviste e reportage fotografici racconta la vita quotidiana, le tecniche e i valori che resistono nel tempo. Lo scenario di Sadali, con le sue tradizioni e le sue credenze profonde, diventa il palcoscenico quasi mitologico di questo incontro tra passato e futuro.
La valorizzazione di un antico sapere artigiano è la chiave per reinterpretare il presente e costruire ponti verso il futuro. Sul Filo degli Antichi Mestieri è un viaggio in continuo divenire, dinamico e aperto al cambiamento, proprio come la Vita stessa. Nel suo fluire diventa nuova sorgente, nuovo fiume e nuova cascata, capace di alimentare la speranza e l’avvenire di tutti noi.
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La mano come ponte tra emozione, realtà e idea
Se pensiamo alla mano come intermediaria tra uno slancio interiore e la sua attualizzazione, non possiamo trascurarne il ruolo nell’affettività umana. Ogni impulso trova forma attraverso il contatto diretto, quando le mani si avvicinano, si sfiorano e comunicano tra loro ancor prima dello sguardo o della parola. Il tatto diventa il primo linguaggio, capace di trasmettere informazioni e sensazioni che si trasformano in pensiero e significato.
La mano, dunque, non è solo strumento di creazione artistica, ma anche ricettacolo informativo: raccoglie dati dalla realtà concreta e li trasforma in esperienza interiore. Se un tempo il processo partiva da un’astrazione per diventare materia, ora può avvenire il contrario: dal contatto reale nasce una nuova idea.
In questo senso la manualità assume una doppia funzione e una doppia direzione: dall’idea alla realtà e dalla realtà all’idea. Ciò che la caratterizza è la capacità di dare forma a pensieri astratti e, allo stesso tempo, di generare nuove conoscenze a partire dall’esperienza sensibile. Alla base di tutto rimane lo slancio creativo, una tensione che può rivolgersi sia alla creazione di qualcosa di nuovo sia alla comprensione più profonda del mondo che ci circonda.
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Sul filo degli antichi mestieri: la mano tra tradizione e creazione
In questo percorso si inserisce il viaggio di “Sul filo degli antichi mestieri”, un progetto che mette al centro la manualità artigiana del passato reinterpretata in chiave contemporanea e proiettata verso il futuro. Un passaggio generazionale in cui i nonni-artigiani trasmettono alle nuove generazioni i saperi e le tecniche di un tempo, creando un ponte tra memoria e innovazione.
La mano, in questo contesto, non è soltanto strumento di lavoro ma anche entità creatrice di se stessa, capace di trasformare lo slancio iniziale in gesto e in forma. A questo proposito è inevitabile il richiamo all’opera di Maurits Cornelis Escher, Mani che disegnano: un’immagine simbolica della circolarità dell’atto creativo e del mistero che esso racchiude.
Le mani di Escher si autodeterminano: disegnano se stesse, obbedendo a un impulso interiore che le muove verso l’infinito. In questo atto si riflette la dicotomia tra ciò che appare e ciò che è, aprendo a un senso di relativismo e a una riflessione sull’essenza stessa della creazione.
Ancora una volta, è la mano la protagonista: nelle sue infinite sfaccettature diventa simbolo di slancio creativo, conoscenza e possibilità, richiamando l’essenziale dell’esistere e quel “sapore di possibile” che accompagna il divenire universale.

Sul filo degli antichi mestieri: la mano tra tradizione e creazione
Il viaggio di “Sul filo degli antichi mestieri” racconta un progetto che valorizza la manualità artigiana del passato, reinterpretandola in chiave contemporanea e proiettandola verso il futuro. Si tratta di un vero e proprio passaggio generazionale: i nonni-artigiani trasmettono alle nuove generazioni saperi, tecniche e gesti di un tempo, creando un ponte tra memoria e innovazione.
In questo contesto la mano non è soltanto strumento di lavoro, ma diventa entità creatrice di se stessa, capace di trasformare lo slancio iniziale in gesto e forma. Un riferimento emblematico è l’opera di Maurits Cornelis Escher, Mani che disegnano, simbolo della circolarità dell’atto creativo e del mistero che esso custodisce.
Le mani di Escher si autodeterminano: disegnano se stesse seguendo un impulso interiore che le proietta verso l’infinito. In questo gesto si riflette la dicotomia tra ciò che appare e ciò che è, aprendo a una riflessione sul senso stesso della creazione e sulla relatività del nostro sguardo.
Ancora una volta, è la mano la protagonista: nelle sue infinite sfaccettature diventa icona di slancio creativo, conoscenza e possibilità, richiamando l’essenza dell’esistere e quel “sapore di possibile” che accompagna il divenire universale.

L’antico sapere degli artigiani: il tempo, la materia e il futuro
L’antico sapere artigiano insegna a ritrovare il giusto ritmo, la lentezza necessaria per dare vita a un oggetto unico e irripetibile. Una lentezza che richiama quella della Natura, con i suoi cicli, le stagioni e il costante rinnovarsi della vita. In questo percorso il bambino diventa fruitore e custode di un modo diverso di esistere, riscoprendo dentro di sé uno spazio creativo che si espande nell’incontro con la tradizione.
La materia prima, lavorata dai nonni-artigiani, non solo si trasforma in manufatti, ma plasma anche il carattere di chi la lavora, rendendo unico ogni processo di crescita. In questo spazio ritrovato, il filo che unisce passato e presente intreccia idee antiche e nuove visioni, spingendosi fino a toccare i contorni del futuro. Un futuro in cui la tradizione non è semplice attrattiva turistica, ma diventa fondamento di cambiamento sociale e culturale.
Qui si inserisce anche una dimensione di inclusività e continuità generazionale: il legame tra nonno e bambino, tra antico mestiere e tempo moderno, crea un ponte che preserva e rinnova un patrimonio che rischierebbe di essere dimenticato. L’artigianato tradizionale diventa così simbolo del bisogno sempre più diffuso di ritrovare le radici in un mondo che spesso sacrifica le origini in nome del progresso tecnologico.
Il progetto “Sul filo degli antichi mestieri” rappresenta proprio questo viaggio: semplice e complesso allo stesso tempo, come l’arte manuale che trasforma la materia in vita e identità.
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Sadali: il Paese dell’Acqua e degli antichi mestieri
Il progetto “Sul Filo degli Antichi Mestieri” prende vita a Sadali, conosciuto come il Paese dell’Acqua, nel cuore della Barbagia di Seulo. In questo scenario primordiale si ritrova il senso più autentico del viaggio: valorizzare l’antico sapere artigiano e trasmetterlo alle nuove generazioni.
Tra le stradine della parte antica del borgo si respira la stessa lentezza che un tempo scandiva il lavoro degli artigiani, un ritmo fatto di dedizione, pazienza e consapevolezza. Qui il tempo sembra intrecciarsi con il fluire dei fiumi e delle cascate che caratterizzano il territorio, rendendo l’Acqua la vera protagonista del paesaggio e della vita comunitaria.
L’Acqua, simbolo di vita, prosperità e rigenerazione, accompagna la memoria del paese e ispira gli artigiani, che riconoscono nella sua forza la stessa energia che anima la loro creatività quotidiana. I boschi rigogliosi e l’armonia della natura circostante testimoniano questa connessione profonda tra elementi naturali e cultura locale.
In questo straordinario incontro tra Natura e Uomo, l’antico mestiere diventa bussola del presente e specchio di nuove prospettive future. Per questo il progetto coinvolge direttamente i bambini, eredi e nipoti degli artigiani, in un percorso che unisce tradizione e innovazione, memoria e crescita sociale.

L’incontro tra tradizione e nuove generazioni
L’incontro con le nuove generazioni è fondamentale per proiettarsi verso un futuro fertile, fatto di semi pronti a germogliare e a espandersi. Semi che affondano le radici nel Tempo antico: sono antichi ma non vecchi, originari ma ancora attuali. Nelle pietre del borgo storico ritroviamo l’essenzialità e la tenacia degli uomini che hanno costruito la propria esistenza a partire da elementi semplici, e proprio a questa essenzialità si ispira il viaggio di “Sul Filo degli Antichi Mestieri”.
Con il supporto degli artigiani e dei loro bambini, il progetto si arricchisce di interviste e reportage fotografici sugli antichi mestieri, raccontando la vita quotidiana, le tecniche e i valori che resistono nel tempo. Lo scenario di Sadali, con le sue tradizioni e le sue credenze profonde, diventa il palcoscenico quasi mitologico di questo incontro tra passato e futuro.
La valorizzazione di un antico sapere artigiano è la chiave per reinterpretare il presente e costruire ponti verso il futuro. “Sul Filo degli Antichi Mestieri” è un viaggio in continuo divenire, dinamico e aperto al cambiamento, proprio come la Vita stessa. Nel suo fluire diventa nuova sorgente, nuovo fiume e nuova cascata, capace di alimentare la speranza e l’avvenire di tutti noi.
Rita Coda Deiana