LA PREDICAZIONE DI GESÙ
Tra il 26 e il 36 d.C. fu crocifisso in Palestina il primo predicatore cristiano della storia, Gesù di Nazareth, colui che viene riconosciuto dalla tradizione come il fondatore del Cristianesimo. Il motivo della sua uccisione da parte delle autorità romane che governavano il territorio da ormai un secolo, fu che la predicazione di quest’uomo, per i messaggi che inviava e per la portata del seguito che ebbe nel giro di pochi anni – venne ritenuta pericolosa per la stabilità sociale della popolazione.
Secondo il Cristianesimo infatti, numerosi aspetti del suo credo erano in contrasto col paganesimo e il modo di vivere e di pensare romano. In particolare, il Cristianesimo proponeva:
- l’amore verso tutti, deboli e forti, poveri e ricchi
- la purezza dell’animo
- il disprezzo per il denaro e per gli onori
- la condanna della schiavitù
- il riconoscimento di un unico dio
- il divieto di adorare ogni altra cosa
- la forza della fede, della preghiera, della meditazione
- il disprezzo per le cerimonie pubbliche
LA DIFFUSIONE NELL’IMPERO
Il Cristianesimo, nato in parte dall’Ebraismo, ebbe nel giro di poco tempo una diffusione senza precedenti tra le genti di ogni dove. Questo fu possibile perchè il Cristianesimo, a differenza di altre religioni, aveva un carattere di universalità (amore, fratellanza, carità ) intrinseco nel suo messaggio e nei suoi valori che si potevano applicare ad ogni persona, ad ogni popolo e ad ogni cultura, senza limite di stirpe o di classe sociale.
Grazie a questo carattere intrinseco il Cristianesimo potè diffondersi anche grazie alla libertà di spostamento e di culto che l’impero romano consentiva ai suoi cittadini all’interno del suo immenso territorio.
LE PERSECUZIONI
Il Cristianesimo non era nemico dell’impero ma, anzi, ne riconosceva l’autorità e invitava i fedeli al rispetto verso Roma. Ma ciò che del Cristianesimo disturbò le autorità fu il rifiuto ad adorare l’imperatore (il divieto di adorare ogni altra cosa al di fuori di dio) e la condanna della schiavitù.
Per questi motivi lo scontro tra Roma e il Cristianesimo fu totale e dal 64 al 300 d.C. lo Stato diede la caccia, condannò, torturò e uccise i seguaci della nuova fede.
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Nonostante questa dimostrazione di forza Roma non riuscì a schiacciare il Cristianesimo che anzi sopravvisse al confronto mentre il suo oppositore andò incontro alla scomparsa.
** Il motivo per cui ogni cittadino romano doveva adorare l’imperatore non era perchè doveva assolvere a un obbligo di fede, ma doveva piuttosto sottoporsi a un atto di obbedienza verso lo Stato
*** La storia delle persecuzioni cristiane tra il 60 e il 300 d.C. fu lunga e sanguinosa e caratterizzò circa il 20% dell’intera storia dell’impero romano. Nonostante però lo Stato impiegasse un’ingente quantità di energie per debellare il Cristianesimo (tra le altre cose vi furono migliaia di casi di decapitazioni di massa e supplizi col fuoco) alla fine i carnefici si arresero perchè nonostante tutto il numero dei cristiani non dava cenno di diminuire, anzi, il martirio di tante persone furono sconvolgenti per la popolazione e per le autorità tanto che dettero ogni volta nuova linfa al numero dei seguaci alla nuova fede.
** Olio su tela di Henryk Siemiradzki (1897, National Museum di Varsavia) che rappresenta l’uccisione di una donna cristiana da parte delle autorità romane. Nome della pittura “Una martire cristiana”.
Autore dell’articolo: Pierpaolo Spanu
** Foto di copertina: raffigurazione paleocristiana di alcuni simboli del cristianesimo antico (paleocristiano): i pani e i pesci. La pittura è stata rinvenuta nelle pareti delle catacombe di San Callisto a Roma.
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