La nota famiglia dorgalese di origini ponzesi aveva iniziato l’attività di distribuzione di carburanti negli anni ’50 nell’attuale centro cittadino de “Su Ponte”, dove aveva allestito una pompa di benzina per le prime automobili private in circolazione a Dorgali. Da quell’impianto il boom della circolazione di massa aveva dato le condizioni per un trasferimento e la realizzazione di una moderna area di servizio, sempre nella centralissima via Lamarmora ma al numero civico 150 che allora era ancora l’ingresso nord del paese.
Erano gli anni della crescita economica del Bel Paese e anche Dorgali, da centro agricolo e pastorale, si apprestava ad entrare nel mondo della motorizzazione per tutti: accanto ai mezzi pesanti destinati al lavoro e al trasporto pubblico cominciavano infatti ad apparire le prime Fiat 600, 500 e 850 che i dorgalesi acquistavano assieme ai primi elettrodomestici. L’aumentata capacità di spesa e la diversificazione dei mezzi di trasporto impose a chi di benzina viveva vendendola, in questo caso la famiglia Mazzella, già impresaria nel settore dei materiali edili, di ammodernare il servizio carburanti. È così che nella nuova stazione compaiono per la prima volta due colonnine (nel primo impianto de “Su Ponte” era solo una ma a “pompa”), inizialmente entrambe di sola benzina, poi una sostituita col diesel e quindi l’aggiunta, negli anni settanta, di quelle per la fornitura di miscela e il gonfiaggio dei pneumatici. La struttura si dotò anche di una pensilina per un rifornimento più confortevole nei giorni di freddo e pioggia.
A munire di carburante i dorgalesi, oltre all’impianto già presente dell’Agip in corso Umberto (aperto quasi in contemporanea), era il colosso petrolifero americano “Esso” con cui la famiglia Mazzella ha collaborato dall’apertura alla chiusura dell’attività , passata in mano a tre generazioni di eredi: nonno, padre e figlio. Esso nel 1950 aveva appena cambiato la ragione sociale e la denominazione in Esso Standard Italiana; nel 1953 aveva inaugurato il deposito costiero di Cagliari e nel 1958 quello di Porto Torres. Erano gli anni della crisi internazionale per la chiusura del Canale di Suez ma i cui effetti negativi sulla distribuzione dei carburanti, il colosso petrolifero di oltreoceano, con le sue nuove installazioni in Italia, aveva saputo contenere.
L’impianto Esso di Dorgali, entrato in funzione nell’aprile del 1958, è stato definitivamente chiuso nel giugno del 2020 per mancato rinnovo della concessione dell’area da parte del Comune di Dorgali. Da quei primissimi anni ’60 ad oggi, il noto centro agricolo e pastorale al di qua del fiume Cedrino è diventato infatti un centro turistico internazionale, che ha subito un ingrandimento dell’abitato anche grazie all’avvento dell’edilizia moderna fatta non più di casette in pietra e fango bensì di palazzi condominiali in blocchi, laterizi e cemento armato. Nel 1958 il tratto di strada antistante non era ancora asfaltato ma in pochi decenni il quartiere è passato da periferia a centro cittadino a tutti gli effetti con inevitabili problematiche di sicurezza pubblica per un impianto di distribuzione carburanti.
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Autore dell’articolo: Pierpaolo Spanu