La lavorazione del pane è un’arte antica, ricca di significati simbolici e rituali, che nel mondo moderno rischia spesso di essere dimenticata. Il pane, alimento quotidiano e apparentemente comune, nasconde in realtà un patrimonio culturale profondo. In Sardegna, però, questa tradizione continua a vivere: qui la panificazione non è solo una necessità, ma un’arte da tramandare di generazione in generazione, un gesto che custodisce la memoria e l’identità dell’isola.
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Nonostante il numero delle famiglie che preparano il pane fatto in casa sia oggi inferiore rispetto al passato, in molti paesi sardi la cultura del pane è ancora viva. Sono tante le persone — e in particolare le donne — che continuano a dedicare tempo, passione e attenzione alla scelta delle materie prime, alla lavorazione manuale e al rispetto delle antiche tradizioni.
Dal pane carasau al civraxiu, dal coccoi al moddizzosu, ogni varietà racconta una storia diversa, legata ai territori, alle feste religiose e alla vita quotidiana delle comunità sarde. In Sardegna, il pane non è solo un alimento, ma un simbolo di ospitalità, memoria e identità culturale.

Un’arte tutta al femminile: la panificazione domestica in Sardegna
La lavorazione del pane in Sardegna non è mai stata un semplice atto quotidiano. Tutte le fasi della panificazione domestica, dalla preparazione del cereale fino alla cottura nel forno a legna, erano attività svolte quasi esclusivamente dalle donne sarde.
Questo lavoro, tramandato di madre in figlia, coinvolgeva più generazioni all’interno della stessa famiglia e rappresentava una vera e propria forma di aggregazione femminile.
Oggi, anche se molte famiglie non preparano più il pane in casa, la tradizione del pane fatto in casa resta viva in numerosi paesi sardi, dove viene custodita con rispetto e passione.
Il pane nella cultura sarda: simbolo di festa, unione e memoria
In Sardegna, il pane non è solo un alimento, ma un simbolo di identità e condivisione.
Esistono decine di varietà di pane sardo, diverse per forma, cereale utilizzato e funzione. Alcune tipologie sono legate a momenti speciali della vita e delle feste religiose: matrimoni, nascite, Pasqua o Capodanno.
Alcune varietà di pane sardo
- Pane Carasau: la “carta da musica” della Barbagia
- Pane Coccoi: il capolavoro decorato delle cerimonie
- Pane Civraxiu: il pane quotidiano del Campidano
- Pertusitta: il pane del Capodanno
- Coccu: il pane dei pastori
Pane Carasau, la “carta da musica” della Barbagia
Il pane carasau è senza dubbio il più celebre dei pani sardi. Sottile, croccante e leggerissimo, è tipico dell’entroterra, in particolare della Barbagia.
Viene cotto due volte – una tecnica detta carasadura – che gli dona croccantezza e lunga conservazione.
Conosciuto anche come “carta da musica”, per la sua consistenza friabile, è oggi un simbolo gastronomico della Sardegna nel mondo.
Pane Coccoi: il capolavoro decorato delle cerimonie
Il pane coccoi è una delle varietà più artistiche e preziose. Preparato con semola di grano duro e cotto in un forno a cupola, il coccoi è spesso decorato a mano con forbici e coltelli, assumendo forme simboliche:
- Coccoi de pitzus (a cresta) 
- Pisci (a forma di pesce) 
- Imboddiada (a rotolo) 
- Arrosa (a rosa) 
Un tempo era preparato solo per cerimonie religiose e feste. Esistevano pani speciali come il coccoi de is sposus per i matrimoni o il coccoi cun s’ou (con uovo sodo) per la Pasqua.
Pane Civraxiu: il pane quotidiano del Campidano
Il pane civraxiu è forse il più diffuso sulle tavole dei sardi.
Originario del Medio Campidano, in particolare di Sanluri, era detto anche pane di Sanluri. È un pane grande, morbido e rotondo, cotto nel forno a legna tradizionale.
Per il suo colore scuro, dovuto alla farina integrale, è conosciuto anche come pani nieddu (“pane nero”).
Un tempo rappresentava il pane dei contadini, semplice ma nutriente.

Pertusitta: il pane del Capodanno
La Pertusitta è una tipologia rara di pane sardo, oggi quasi scomparsa.
Veniva preparata in occasione del Capodanno come dono ai pastori, con la forma di una ciambella che raffigurava un ovile.
Oggi solo poche donne conservano la capacità di prepararlo secondo la ricetta originale.
Coccu: il pane dei pastori
Il pane coccu è una varietà antica e particolare, simile a una focaccia.
Si prepara con frumento non fermentato e viene cotto direttamente sul focolare caldo, poi coperto di cenere e successivamente lavato e avvolto in un panno.
Le sue origini sono legate alla pastorizia sarda: veniva preparato per festeggiare il ritorno dalla transumanza e servito come pane di benvenuto per gli ospiti.
- Guarda anche: il pane carasau nero, nel sito di Arborea.it
Il pane sardo oggi: un patrimonio da custodire
La tradizione del pane in Sardegna continua a vivere grazie a panifici artigianali e donne che tramandano ricette antiche con passione. Ogni forma di pane racconta una storia, un gesto, un legame profondo con la terra e la comunità.
Il pane, in Sardegna, non è solo nutrimento: è memoria, arte e identità.

 
 




































