La chiesa santuario nuragico San Salvatore di Sinis, situata nell’omonimo villaggio stagionale a pochi chilometri da Cabras, è uno dei luoghi sacri più affascinanti della Sardegna. Il santuario, celebre per i suoi ambienti sotterranei e per le stratificazioni archeologiche che attraversano millenni di storia, sorge al centro di un borgo che ancora oggi prende vita soprattutto durante le celebrazioni religiose e la tradizionale Corsa degli Scalzi.
Nei dintorni:


Le origini della chiesa di San Salvatore di Sinis
Il sito dove oggi si trova la chiesa era molto probabilmente un luogo di culto già in epoca romana. Le fonti archeologiche confermano la presenza di un antico tempio pagano dedicato probabilmente a divinità salutari e legate all’acqua, come testimoniano i pozzi e i segni lasciati sui muri dell’ipogeo.
Quando il Cristianesimo si diffuse nella regione, l’area sacra venne riutilizzata e reinterpretata, creando una continuità religiosa che caratterizza tutto il Sinis.
Architettura della chiesa: stratificazioni millenarie
L’edificio attuale risale tra l’XI e il XII secolo, in stile romanico rurale. La facciata è semplice, con forme essenziali e murature realizzate in materiali locali. L’interno presenta una sola navata, coperta da un tetto ligneo, che conduce direttamente all’accesso dell’ipogeo sotterraneo.
La chiesa rappresenta uno dei più chiari esempi di architettura religiosa del Sinis medievale, capace di integrare una struttura cristiana su un’area dove il sacro veniva celebrato da oltre mille anni.
L’ipogeo di San Salvatore: il cuore misterioso del santuario
Il vero tesoro del complesso è il santuario sotterraneo, un articolato sistema di ambienti ipogei che si sviluppano sotto la chiesa.
Al suo interno si trovano:
antiche vasche e pozzi
simboli cristiani e iscrizioni
tracce di culti pagani preesistenti
nicchie e pareti decorate
L’ipogeo testimonia un rarissimo caso di sincretismo religioso, dove antiche pratiche sacre sono state assorbite dalla tradizione cristiana, dando vita a un luogo di culto unico in Sardegna.
Il villaggio: un borgo sospeso nel tempo
La chiesa è il fulcro del piccolo villaggio di San Salvatore, un agglomerato di case basse chiamate cumbessias, abitate un tempo dai pellegrini e oggi utilizzate solo in occasione delle celebrazioni religiose.
Negli anni ’60 e ’70 il borgo è diventato celebre anche come set cinematografico per diversi spaghetti western, grazie alla sua atmosfera da frontiera e ai suoi scorci desertici.

La Corsa degli Scalzi: fede e tradizione attorno al santuario
Ogni anno, a settembre, la chiesa diventa il centro della spettacolare Corsa degli Scalzi, una delle processioni più emozionanti della Sardegna.
Decine di fedeli, correndo a piedi nudi dalla chiesa parrocchiale di Cabras fino al santuario, trasportano il simulacro di San Salvatore lungo antichi sentieri di fede.
Un rito potentissimo, che lega spiritualità, identità comunitaria e paesaggio del Sinis.
Perché visitarla: un viaggio nella spiritualità antica della Sardegna
La chiesa e il santuario ipogeo di San Salvatore di Sinis offrono un’esperienza culturale e spirituale unica:
storia millenaria
architettura romanica
ipogei sotterranei di epoca romana
un borgo identitario ancora vivo
tradizioni religiose coinvolgenti
È uno dei complessi più suggestivi del territorio di Cabras e un luogo imprescindibile per chi desidera scoprire il volto più antico e autentico della Sardegna.
Guarda anche Ipogeo e chiesa di San Salvatore di Sinis nel sito della Fondazione Giganti di Monti Prama











































